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Cristoforetti

Perché Samantha Cristoforetti non comanderà la nuova missione della Stazione Spaziale Internazionale

La missione dell'equipaggio Crew-4 è stata ridotta e la spedizione 68a è stato stabilito che comincerà dopo la partenza di Samantha Cristoforetti. Il commento di Enrico Ferrone, ingegnere aeronautico, giornalista aerospaziale.

 

Samantha Cristoforetti non sarà comandante della missione 68a della Stazione Spaziale Internazionale. Lo ha annunciato direttamente l’ESA specificando che si tratta di un’operazione prevista dai protocolli della NASA.

Con i venti di guerra che tirano in Europa, può sembrare superfluo parlare di ricerca spaziale. E però ci sono delle situazioni che occorre conoscere e comprendere prima di abbandonarsi a giudizi che sono razionalmente superficiali.

Per quanto riguarda la posizione non apicale dell’astronauta italiana nella missione prevista, in molti si sono domandati se questa comunicazione rifletta qualche ritorsione dello stato di guerra in atto e se è derivata da atti sovversivi di uno dei principali gestori di una piattaforma che gira a 27.000 km/h a 400 km. di altezza, visitata da circa 240 donne e uomini provenienti da 19 paesi diversi, virtualmente indipendente con i suoi equipaggi così cosmopoliti di tutto quanto accade più sotto, in una sfera avvolta nell’azzurro che fece dire a Luca Parmitano: «Mai come nello spazio ti accorgi che i confini non esistono».

Non è così che qualcuno dietro un tavolo grande come un appartamento l’avrà pensata da qualche giorno, al Cremlino!

Ma torniamo ai fatti di casa nostra.

A maggio 2021 l’Agenzia Spaziale Europea aveva annunciato che la nostra astronauta, specialista di missione dell’equipaggio Dragon Crew-4, sarebbe stata comandante della spedizione assegnata nella primavera 2022. Ovviamente in Italia la notizia l’anno scorso fu presa con euforia. «Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio»: vera o apocrifa, la frase attribuita a Winston Churchill sarebbe stata calzata in modo appropriato. Naturalmente la proiezione della Cristoforetti non sarebbe stato un successo politico e nemmeno dell’Arma Azzurra che lei da non molto ha lasciato quanto l’apprezzamento dell’equipe che ha individuato nella nostra astronauta tutte le capacità e le attitudini per governare la SSI.

Ma come parte della normale attività di programmazione, il piano di volo del laboratorio orbitante può essere modificato e così è accaduto per la data dell’avvicendamento tra gli equipaggi Crew-4 e Crew-5. Con questo principio, la missione dell’equipaggio Crew-4 è stata ridotta e la spedizione 68a è stato stabilito che comincerà dopo la partenza di Samantha Cristoforetti. Questo sfalso non consentirà la condivisione del comando del vascello spaziale per i 10 giorni previsti. E le regole sono ferree, perché studiate e collaudate con scrupolo. Per cui andrà così, nel rispetto e nell’osservanza dei manuali di sicurezza. Ma l’addestramento che ha dovuto seguire la Cristoforetti non andrà perduto. Per tutto il periodo che trascorrerà a bordo, AstroSamantha rivestirà il ruolo di leader del Segmento Orbitale Americano (USOS), che comprende i moduli e i componenti americani, europei, giapponesi e canadesi.

Il direttore dell’Esplorazione Umana e Robotica dell’ESA, David Parker, ha affermato che la nomina di Samantha Cristoforetti a capo dell’USOS è una conferma delle qualità che porta con sé sulla Stazione Spaziale. «Come astronauta al secondo volo e leader competente, la conoscenza, l’atteggiamento sereno e la precedente esperienza di Samantha Cristoforetti in orbita sono una vera risorsa per l’equipaggio. È un’eccellente figura di riferimento per coloro che attualmente partecipano al processo di selezione degli astronauti dell’ESA, in particolare per le nostre candidate, che desiderano rappresentare l’Europa nello spazio».

Come funziona la Stazione? La proprietà e il suo utilizzo sono definiti in accordi intergovernativi che consentono alle varie componenti di mantenere la piena proprietà dei moduli e il suo rifornimento è servito da Sojuz, Progress, Dragon, Cygnus e dal H-II Transfer Vehicle; fino al 2015 anche dall’ATV.
Le opportunità di volo e i ruoli a bordo della Stazione Spaziale vengono assegnati ai membri dell’equipaggio dal Multilateral Crew Operations Panel (MCOP), costituito dai rappresentanti di ESA, NASA, Roscosmos, l’agenzia giapponese JAXA e l’agenzia canadese CSA. L’ESA è rappresentata dal Capo del Centro Astronauti Europeo Frank De Winne.

Non è raro che il piano di volo venga modificato dato che il traffico della Stazione Spaziale Internazionale deve essere attentamente coordinato in base alle esigenze operative. Nella missione di aprile 2022 sono state compiute alcune variazioni. «Questo significa che Samantha Cristoforetti non sarà più comandante della Stazione Spaziale Internazionale, ma il panel conferma la fiducia in lei come leader. Samantha continuerà a essere completamente addestrata per la posizione di comandante ed è inteso che, nel caso in cui il piano di volo dovesse tornare a quello iniziale, lei assumerebbe questo ruolo». Così si è espresso De Winne al riguardo.

Un pizzico di delusione non sarà mancato. Samantha Cristoforetti ha da parte sua commentato il cambiamento di piani: «Come membri dell’equipaggio, siamo pronti a dare il nostro contributo come necessario. È un onore per me essere a capo dello USOS, e questo ruolo comprende la maggior parte dei compiti che avrei assunto come comandante. Riconosco tuttavia che molte persone in Europa, in particolare molte donne, hanno tratto ispirazione dalla prospettiva di avere la prima donna europea comandante della SSI. Mi rammarico che questo non accadrà durante la mia missione, ma stiamo selezionando una nuova classe di astronauti e astronaute e sono certa che questa comprenderà donne molto preparate e determinate che saranno pronte, in un futuro non così lontano, ad assumere ruoli di leadership».

Fonti informate, d’altra parte assicurano che già da gennaio i piani avevano definito questi sviluppi, quindi non vi sarebbe corrispondenza con la crisi internazionale. Sarebbe inoltre confermata la partenza della prossima Soyuz per il 18 marzo, con a bordo solo cosmonauti russi. C’è da comprendere però se le sanzioni contro la Russia non metteranno a repentaglio la continuità della stessa Stazione Spaziale Internazionale. Il direttore generale di Roscosmos, Dmitry Rogozin nei giorni scorsi si è espresso in modo severo; rivolgendosi al presidente americano Joe Biden in un tweet riportato dall’Ansa ha scritto: «Vuoi distruggere la nostra cooperazione sulla SSI?» e sarcasticamente ha aggiunto: «Oppure vuoi gestirtela da solo?», cosa impossibile perché né il segmento americano, né il russo possono essere gestiti in autonomia. Nello specifico, la Russia governa la parte adibita a tutte le manovre di controllo dell’assetto e di variazione per l’intera stazione, mentre le sezioni americane assicurano la produzione di energia e i backup ed il supporto al sistema di supporto vitale. E infine un affondo che non è passato inosservato: «Se blocchi noi chi salverà la SSI da un deorbiting incontrollato in cui possa cadere sugli USA o l’Europa? C’è anche la possibilità che una struttura da 500 tonnellate cada sull’India o la Cina».

Pertanto, come i processi umanitari, l’incredibile eccidio che si sta perpetrando ai confini dell’Europa, le implicazioni energetiche e alimentari che sta comportando questo insensato atto di guerra, anche la meno più apparente azione spaziale ha un suo preciso significato e merita la massima attenzione.

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