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Riconoscimento facciale, cosa prevede la moratoria proposta dal Pd

Il deputato Pd, Filippo Sensi, ha depositato una proposta di legge che chiede una moratoria sull’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Tutti i dettagli

 

Stop all’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici.

È la moratoria proposta dal deputato Pd Filippo Sensi per sospendere il ricorso i sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale.

Insieme ai deputati Enrico Borghi e Marianna Madia, Sensi “ha depositato una proposta di legge che chiede una moratoria sull’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici”.

“Penso — dice — sia un tema che rileva dei diritti dei cittadini e della qualità della democrazia in Italia”.

Negli ultimi anni l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale (e le relative implicazioni in fatto di privacy e tutela dei dati personali) anima un dibattito non solo all’estero, ma anche in Italia.

Tanto che il Pd aveva presentato già nel 2020 un’interrogazione parlamentare per chiedere al Viminale alcuni chiarimenti sull’utilizzo del software Sari, il sistema automatico di riconoscimento delle immagini da parte delle forze dell’ordine.

E all’inizio di quest’anno il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha fornito ulteriori delucidazioni sull’utilizzo del sistema di riconoscimento facciale da parte delle forze di polizia. La titolare del Viminale ha risposto infatti all’interrogazione proprio dei deputati dem Enrico Borghi e Filippo Sensi, durante un question time alla Camera.

Ora però i deputati dem vogliono assicurarsi la sospensione del ricorso al riconoscimento facciale nei luoghi pubblici fino all’entrata in vigore di una legge statale che ne disciplini presupposti di ammissibilità, condizioni e garanzie conformemente, con il via libera del Garante della Privacy.

Tutti i dettagli sulla proposta di legge di moratoria a firma Sensi, Borghi e Madia sull’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale.

COSA PREVEDE LA PDL SULL’UTILIZZO DEL RICONOSCIMENTO FACCIALE NEI LUOGHI PUBBLICI

L’Art.1 della proposta di legge prevede la sospensione del ricorso a sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale “attraverso l’uso di dati biometrici di cui all’articolo 4, n.14 del Regolamento (UE) 2016/679, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di soggetti privati”.

STOP FINO ALL’ENTRATA IN VIGORE DI UNA LEGGE STATALE

Secondo la pdl, la moratoria ha durata “fino all’entrata in vigore di una legge statale, e comunque non oltre  il 31 dicembre 2021, che, acquisito il parere del Garante per la protezione dei dati personali, ne disciplini presupposti di ammissibilità, condizioni e garanzie conformemente a quanto disposto dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, dal codice in materia di protezione dei dati personali di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni, nonché dalla direttiva (UE) 2016/680 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, come recepita dal decreto legislativo 18 maggio 2018, n. 51 e comunque nel rispetto del principio di proporzionalità previsto dall’articolo 52 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

I SISTEMI DI RICONOSCIMENTO FACCIALE ESCLUSI DALLA MORATORIA

“La sospensione di cui al comma 1 non si applica ai sistemi di videosorveglianza autorizzati secondo la normativa vigente” si legge nella proposta di legge a firma dem.

Il ministero dell’Interno infatti “ha avviato un progetto finalizzato a introdurre un sistema automatico a riconoscimento immagini (Sari) allo scopo di garantire un efficace supporto alle attività istituzionali volte alla repressione dei reati e alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il sistema Sari è composto da due componenti indipendenti. La prima Sari Enterprise e la seconda Sari Real Time”. (Qui l’approfondimento di Start sull’azienda che ha fornito il sofware Sari al Viminale)

LE SANZIONI PREVISTE

Infine, all’art 3. la proposta di legge prevede delle sanzioni amministrative pecuniarie, salvo che il fatto costituisca reato, “in caso di installazione o utilizzo dei sistemi di cui all’articolo 1, durante il periodo intercorrente dalla data di entrata in vigore della presente legge fino al 31 dicembre 2021, di cui agli articoli 166, comma 1, del codice in materia di protezione dei dati personali di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni, ovvero 42, comma 1, del decreto legislativo 18 maggio 2018, n. 51, in ragione del rispettivo ambito di applicazione”.

IL TESTO INTEGRALE DELLA MORATORIA SUL RICONOSCIMENTO FACCIALE

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