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Robotaxi

Quando partiranno i robotaxi negli Stati Uniti. Fatti e intoppi

I grandi gruppi che stanno investendo nella guida autonoma spingono in strada i loro robotaxi, ma il legislatore americano prende tempo. Tutti i dettagli

 

Negli States scalpitano i robotaxi, ovvero i veicoli adibiti al trasporto di persone, privi di conducente e, dunque, basati sulla tecnologia di guida totalmente autonoma.

QUANTI E QUALI ROBOTAXI GIRANO?

Presto nella partita si potrebbe infilare anche Uber che ha firmato una partnership pluriennale con Waymo, società tecnologia di guida autonoma di proprietà di Alphabet (casa madre di Google), per iniziare a offrire veicoli a guida autonoma entro quest’anno. Si partirà da Phoenix.

Nel febbraio 2017 Waymo aveva intentato una causa contro Uber sostenendo che la società di ridesharing avesse rubato segreti commerciali in base alle affermazioni di Anthony Levandowski, ex ingegnere di Waymo che, in seguito, ha fondato la società di tir a guida autonoma Ottomotto, che la stessa Uber ha acquisito nel 2016 per 625 milioni di dollari. Waymo sosteneva che Levandowski aveva creato Ottomotto utilizzando più di 14.000 file riservati rubati a Waymo. Uber acconsentì di pagare a Waymo lo 0,34% delle sue azioni, all’epoca circa 245 milioni di dollari. Levandowski fu condannato a 18 mesi di prigione e a pagare 179 milioni di dollari alla società madre di Waymo.

Proprio Waymo sta già testando i suoi mezzi senza un operatore per la sicurezza a bordo su un numero crescente di strade: negli ultimi mesi la flotta è arrivata a Los Angeles. Il programma che richiede test in strada prevede che inizialmente siano i dipendenti di Waymo a poter usufruire del servizio di robotaxi. L’area concessa per i test dall’amministrazione cittadina è quella Santa Monica dopodiché se non ci saranno incidenti significativi sarà progressivamente aumentata l’area operativa. I tecnici di Waymo hanno già mappato diversi quartieri di Los Angeles, tra cui Downtown, Miracle Mile, Koreatown e Westwood. Waymo offre circa 10.000 corse ogni settimana a Phoenix e San Francisco (ma può addebitare ai passeggeri le corse solo quando un operatore per la sicurezza è presente sul sedile anteriore).

Tutto ciò mentre la sperimentazione a San Francisco ha raggiunto lo step successivo, come raccontato da Bloomberg. Si utilizza un’app, si conferma il luogo di prelievo, si inserisce la destinazione e si attende la corsa. Quando l’auto arriva, un tocco nell’app Waymo One sblocca le portiere. Dopo essere saliti e aver allacciato le cinture, si può usare un touch screen per avviare la corsa o usare l’app. E… via.

San Francisco è l’unica città al mondo in cui due operatori, Waymo e Cruise di General Motors gestiscono servizi senza conducente per il pubblico 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche se entrambi sono limitati a chi può guidare e dovrà quindi sedersi al volante per intervenire tempestivamente in caso di pericolo.

GLI INCIDENTI

In realtà qualche incidente è già accaduto. Ma è nell’ordine delle cose. Una Jaguar I-Pace ha investito e ucciso un cane nel corso di un incidente che dalla società americana che fa parte di Google hanno definito come “inevitabile”. Il fatto è avvenuto lo scorso 21 maggio a San Franciso. Secondo l’ex startup, il percorso insolito effettuato dal cane e la velocità con cui si è avvicinato alla vettura potrebbero essere tra le cause dell’incidente. La divisione guida autonoma di Google ha prontamente spiegato che secondo i dati raccolti in merito e le sue simulazioni anche se alla guida ci fosse stato un umano non sarebbe cambiato nulla e l’incidente sarebbe stato lo stesso inevitabile.

Ma sorprende molto di più un altro tipo di incidente, questa volta senza feriti e vittime, riportato da Reuters: decine di robotaxi fermi a causa di un improvviso banco di nebbia. I sensori Lidar e i radar sulle auto Waymo nulla hanno potuto con le condizioni meteo avverse e questo ha provocato lo stop di sicurezza delle vetture che, piantandosi in mezzo alla strada, hanno provocato non pochi problemi agli automobilisti, alle prese con una visibilità ridotta e ostacoli sulla carreggiata.

Per un curioso caso del destino, Waymo aveva appena pubblicato diversi video in cui mostra le potenzialità della guida autonoma anche in condizioni di scarsa visibilità, con piogge torrenziali o tempeste di sabbia. Una dichiarazione ufficiale di Waymo, pubblicata da Reuters, conferma che in seguito all’imprevisto “sono stati pianificati aggiornamenti software per migliorare le prestazioni in caso di nebbia e arresto, per affrontare tali situazioni in futuro”.

In totale gli incidenti documentati solo a San Francisco sono circa un centinaio (92 per l’esattezza). Un numero che spinge i media a un certo scetticismo nei confronti di queste nuove tecnologie e paralizza l’operato dei legislatori.

E I LEGISLATORI?

Restano alla finestra i decisori politici. I robotaxi naturalmente devono essere testati e sperimentati in strada, nel traffico, in condizioni di stress e, dunque, di potenziale pericolo per gli altri automobilisti, pedoni, ciclisti, animali inclusi come s’è visto.

Ma nessun legislatore per il momento si è assunto la responsabilità di scrivere alcun testo di legge in merito alla guida autonoma, se non per vietarla: troppo alto il rischio di incidenti. Anche perché tutti sanno che presto potrebbe verificarsi un caso in cui una IA di bordo ha scientemente investito quattro pedoni alla pensilina dell’autobus per non travolgere otto ciclisti che sopraggiungevano in direzione opposta. Un dilemma morale cui una intelligenza artificiale dà una risposta, in base a meri calcoli di convenienza, in pochi secondi, ma su cui l’uomo imbastisce processi penali che durano anni. Siamo davvero pronti a tutto questo?

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