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Porno, AI, big tech: un approccio adeguato alla rivoluzione digitale è indispensabile

L’intelligenza artificiale è uno strumento formidabile per chi lo sappia usare tecnicamente e possieda la consapevolezza adeguata dei contenuti da reperire, raccogliere, ordinare. Il commento di Falconi

La stretta ai siti porno, che a breve dovranno attivare sistemi efficaci per la verifica della maggior età degli utenti, è opportuna dal punto di vista non solo morale ma soprattutto pedagogico. La fruizione di un immaginario dove è possibile fare tutto e dove le donne sono meri strumenti di piacere, a perenne e volontaria disposizione dei maschi, rischia fortemente di indurre nei giovanissimi un’idea distorta che potrebbero poi sciaguratamente cercare di applicare nella realtà. Oltre alla frustrazione di scoprire che i rapporti sessuali non sono così easy o di misurare i propri insuccessi e limiti con il benchmark assurdo dei superdotati in erezione perenne.

L’intelligenza artificiale è uno strumento formidabile per chi lo sappia usare tecnicamente e possieda la consapevolezza adeguata dei contenuti da reperire, raccogliere, ordinare. Ma in mano a chi non è in grado di controllare le risposte e la utilizza indiscriminatamente, per farsi produrre la qualunque senza lavoro, diventa un’arma: rivolta, però, contro la propria tempia. Un suicidio culturale, esistenziale, che riduce a qualche click e prompt il lavoro, la conoscenza, la sensibilità. Le specificità che rendono tale un essere umano, insomma.

I cori fascisti, intonati nella sede di FDI di Parma da alcuni ragazzi della locale Gioventù nazionale, prontamente e opportunamente commissariata dal partito, ricordano quanto la stupidità sia diffusa e contagiosa nell’età in cui, per mettersi in mostra, si è pronti a dire e fare qualunque fesseria. Per non parlare dei giovani “in gita” (la ministra Roccella rischia di avere clamorosamente ragione) ad Auschwitz che, apprendiamo, fanno selfie nei forni crematori e inneggiano a Hitler: per mero dileggio, presumibilmente, più che per aberrante convinzione ideologica.L’ecosistema digitale, ovviamente, offre maggiori occasioni di contagio fino al rischio di una pandemia dell’idiozia.

Il rischio di fare gli apocalittici per i boomer è sempre dietro l’angolo. Francesco Guccini che nell’intervista al QN rimpiange il bar contro il computer ne è un esempio perfetto. Ma un approccio adeguato a questa rivoluzione è indispensabile. Il sociologo tedesco Hartmut Rosa, da poco uscito con un pamphlet su “Perché la democrazia ha bisogno della religione” per il Mulino, indica tre categorie: alienazione e accelerazione definiscono appunto la corsa materiale e morale contemporanea, determinata da poderosespinte tecnologiche ed economiche ma priva di una guida e di un indirizzo precisi; la risonanza, cioè la capacità di ascoltare e la dimensione dell’imprevisto, proposta come alternativa. Il più noto studioso italiano di questi fatti, Luciano Floridi, è invece in uscita con Mondadori, “La differenza fondamentale. Artificial Agency: una nuova filosofia dell’intelligenza artificiale”: con la AI sono indispensabili una critica della ragion pratica, una nuova filosofia, un occhio particolare alle questioni etiche.

Secondo il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, a fine anno l’imprenditoria italiana del farmaco raggiungerà un giro d’affari di 75 miliardi, in crescita del 35%. Le Big tech vedono invece i profitti in crescita del 17,8% e profitti a 116 miliardi. La Borsa in Giappone, grazie alla spinta dei titoli tech, batte ogni record: a ottobre il Nikkei registra uno scatto del 16,6%, il maggiore da 31 anni. Potremmo fare facile ironia: a spassarsela sono chi causa il male e chi lo cura.

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