IL PODCAST DI MUNDYS CON CODICE EDIZIONI
Si chiama “The Space of a Journey” il podcast pubblicato in doppia lingua da Mundys, società italiana attiva nel settore delle infrastrutture autostradali, aeroportuali e dei servizi legati alla mobilità sulle principali piattaforme di ascolto. L’aspetto peculiare dell’iniziativa del gruppo presieduto da Giampiero Massolo (nella foto) riguarda il fatto che gli ospiti, anziché dialogare con un giornalista, risponderanno alle domande dell’Intelligenza artificiale.
COSA FA CODICE EDIZIONI
Il progetto è nato in collaborazione con la piemontese Codice Edizioni, casa editrice fondata a Torino nel settembre 2003 dall’editore Vittorio Bo (già amministratore delegato e direttore generale presso la Giulio Einaudi Editore, ha ricoperto numerosi incarichi all’interno del gruppo Arnoldo Mondadori Editore) specializzata in attività di divulgazione scientifica e di narrativa, come si evince dal sito aziendale: “Le linee portanti della casa editrice, dapprima orientate primariamente alla scienza, si sono ampliate nel tempo nel tentativo di coprire gli innumerevoli bisogni di conoscenza e curiosità di lettori alla ricerca di informazioni, analisi e confronti puntuali. Abbiamo seguito grandi scienziati e grandi comunicatori, prestato un’attenzione particolare alle nuove forme di comunicazione, ai mutamenti occorsi nelle scienze sociali e nella critica: in una parola ai nuovi bisogni culturali, crediamo di tutti”.
IL RUOLO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Il podcast di Mundys e Codice, comunicano le parti, si focalizzerà sui temi dell’innovazione e della mobilità, pilastri dello sviluppo sostenibile del business di Mundys. Sono previste da qui alla fine dell’anno sei puntate pubblicate, nelle quali altrettanti protagonisti vengono intervistati da un sistema intelligenza artificiale.
I SEI OSPITI
Al microfono si alterneranno: David Weinberger, autore statunitense considerato un guru del social web e uno dei più autorevoli filosofi di internet, Anthony Elliott, sociologo e docente universitario australiano che si occupa di temi di identità, globalizzazione e rivoluzione digitale, Mathis Wackernagel, ambientalista svizzero, fondatore e attuale presidente del Global Footprint Network, l’astrofisica Ersilia Vaudo, Chief Diversity Officer all’Agenzia spaziale europea (Esa), l’archistar Carlo Ratti, architetto e ingegnere che insegna al MIT di Boston e Kevin Kelly, studioso delle tecnologie e del mondo digitale, di cui esamina l’impatto sulla vita quotidiana, la società e la cultura nonché co-fondatore della rivista Wired.