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Iran

Perché Trump ha stangato l’agenzia spaziale iraniana

Gli Stati Uniti hanno sanzionato il programma spaziale iraniano. L'amministrazione Trump teme sia una copertura per lo sviluppo di sistemi balistici

Trump torna all’attacco su Teheran. Per la prima volta, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a tre agenzie spaziali iraniane. L’amministrazione Trump ha accusato le agenzie di sviluppare segretamente missili balistici sotto la copertura della ricerca in campo spaziale. Ecco i dettagli

LE AGENZIE SANZIONATE

Nello specifico, il Dipartimento del Tesoro ha preso di mira l’Agenzia spaziale iraniana, il Centro di ricerca spaziale dell’Iran e l’Astronautics Research Institute.

RIPERCUSSIONI

Qualsiasi compagnia e governo stranieri, così come le organizzazioni internazionali di cooperazione spaziale, potranno dunque essere soggetti a sanzioni se il governo statunitense li ritenesse coinvolti nei programmi di queste tre istituzioni spaziali iraniane.

PROGRAMMA SPAZIALE IRANIANO, UNA COPERTURA PER GLI USA

“Queste decisioni dovrebbero servire da monito per la comunità scientifica internazionale che la collaborazione con il programma spaziale iraniano potrebbe contribuire alla capacità di Teheran di sviluppare un sistema di armi nucleari”, ha dichiarato ieri il segretario di Stato Mike Pompeo.  Precisando che “Gli Stati Uniti non consentiranno all’Iran di utilizzare il suo programma di lancio nello spazio come copertura per far avanzare i suoi programmi di missili balistici”.

ACCUSE RISPEDITE AL MITTENTE DA TEHERAN

Gli Stati Uniti temono dunque che la tecnologia utilizzata per mettere in orbita i satelliti possa contribuire allo sviluppo delle capacità balistiche necessarie per lanciare testate nucleari iraniane. Teheran ha sempre negato che la sua attività spaziale sia una copertura per tale sviluppo.

IL LANCIO FALLITO DEL 29 AGOSTO

Tuttavia, Pompeo ha sostenuto che il tentativo (poi fallito) dell’Iran di testare un razzo lo scorso 29 agosto presso il centro spaziale Imam Khomeini ha evidenziato “l’urgenza della minaccia”.

A seguito dell’esplosione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato su Twitter una foto di quello che sembrava essere il sito di un lancio satellitare iraniano fallito, dichiarando che gli Usa non avevano nulla a che fare con l’incidente.

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1167493371973255170

A chiarire la dinamica dell’esplosione ci ha pensato il portavoce del governo iraniano Ali Rabiei che ha dichiarato: “L’esplosione è avvenuta alla piattaforma di lancio ma nessun satellite era stato ancora posizionato”. “È successo in un sito di test, non nel sito di lancio.”

L’esplosione di venerdì scorso è stata il terzo tentativo fallito dell’Iran che ha coinvolto un razzo nel centro iraniano, sollevando sospetti di sabotaggio. A gennaio e febbraio, anche i satelliti Payam e Doosti non sono stati lanciati.

L’ACCORDO (CHE NON C’È) SUL NUCLEARE

Le sanzioni fanno parte della crescente campagna dell’amministrazione Trump di pressione contro l’Iran da quando gli Usa si sono ritirati l’anno scorso dall’accordo sul nucleare del 2015. Nel frattempo,  sempre ieri il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha dichiarato all’agenzia di stampa Isna che Teheran avrebbe ridotto ulteriormente i suoi impegni nell’ambito dell’accordo sul nucleare a meno che gli Stati europei non intervengano entro giovedì. Ha poi aggiunto che ciò non significa “fine dei colloqui”, ma che il presidente Hassan Rohani avrebbe annunciato presto i dettagli dei tagli.

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