C’è stato un tempo in cui se si parlava di Giappone venivano subito in mente gli orologi digitali, le macchine fotografiche d’ultima generazione e, ovviamente, alcune delle migliori televisioni in circolazione. Ma anche nel Paese del Sol levante alcune cose giungono al tramonto, complice la baldanza dei vicini di casa: Corea del Sud anzitutto e, negli ultimi anni, la Cina. Capita così che Sharp, azienda nota in tutto il mondo per i suoi apparecchi con pannello LCD Aquos, tra i pionieri della tecnologia che ha permesso alle televisioni di fare un salto di qualità nella risoluzione e nella nitidezza delle immagini, decida di riposizionarsi, chiudendo l’ultimo stabilimento produttivo di display a cristalli liquidi che le era rimasto.
SOL CALANTE SUGLI LCD SHARP
Lo scorso luglio il colosso nipponico aveva fatto sapere che avrebbe iniziato la commercializzazione di una nuova gamma di TV Oled che comprendeva anche una nuova serie con tecnologia QD-Oled, abbracciando la nuova tecnologia sviluppata dalla coreana Samsung Display. Oltre a Sharp il medesimo passo lo ha compiuto la connazionale Sony per i suoi top di gamma Bravia XR A95K e A95L. Allo stesso tempo, basta fare un salto su un e-commerce a caso per notare che continuano ad aumentare i player cinesi nel settore, come BOE, Hisense e CSOT.
Non sorprende perciò se, parallelamente, il Gruppo abbia deciso di interrompere la produzione di tecnologia proprietaria nel campo Lcd chiudendo le linee dello stabilimento noto come Sakai Display Products, nella prefettura di Osaka. Secondo quanto riportato da Kyodo News, Sharp intende rinnovare l’impianto per trasformarlo in un data center per l’Intelligenza artificial.
Il produttore di elettronica domestica, apparecchiature per ufficio e dispositivi elettronici deve del resto riposizionarsi e farlo pure con una certa urgenza dato che, tra aumento dei prezzi e soprattutto della concorrenza nell’area asiatica nell’ultimo periodo ha registrato nella divisione una perdita netta di 149,98 miliardi di yen (958 milioni di dollari) su un fatturato di 2,32 trilioni di yen, in calo dell’8,9%.
COSA HANNO DECISO I TAIWANESI SUL FUTURO DEL GIGANTE GIAPPONESE
I piani della controllante Hon Hai Precision Industry Co., nota ai più con il nome di Foxconn, prevedono per Sharp (nel portafogli della realtà taiwanese dal 2016) l’uscita dal comparto dei televisori per concentrarsi su schermi di piccole dimensioni: nelle prefetture di Ishikawa e Mie produce già, per esempio, pannelli destinati all’automotive. L’azienda oltre ad aver dichiarato di voler ridimensionare l’attività Lcd ha comunicato di voler vendere il settore dei semiconduttori.
In merito a tale mossa si è verificato anche un curioso errore di comunicazione: l’amministratore delegato di Sharp, Wu Po-hsuan, in una conferenza stampa online aveva difatti dichiarato che il marchio nipponico avesse intenzione di vendere le attività Lcd rimanenti, ma in seguito Sharp ha rettificato la sua affermazione, veicolando una nota nella quale si precisa che in realtà venderà solo le attività di semiconduttori. Alienazione in vista anche per la divisione che si occupa componenti per fotocamere per smartphone a un’azienda di semiconduttori affiliata alla connazionale Sony Group.