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Intelligenza Artificiale

Perché secondo la legge Usa l’intelligenza artificiale non può possedere brevetti

Secondo l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti la legge sui brevetti si applica solo alle "persone fisiche"

 

Lo US Patent and Trademark Office – l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti (USPTO) – ha stabilito che i sistemi di intelligenza artificiale non possono essere accreditati come inventori di un brevetto. è arrivata in risposta a due brevetti – uno per un contenitore per alimenti e l’altro per una luce lampeggiante – che sono stati creati da un sistema di intelligenza artificiale chiamato DABUS.

LE TESI A SUPPORTO

Tra le argomentazioni dello US Patent and Trademark Office c’è il fatto che la legge statunitense sui brevetti fa ripetutamente riferimento agli inventori usando termini umani come “chiunque” e pronomi come “se stesso” e “se stessa”.

Secondo quanto racconta The Verge, il gruppo che c’è dietro DABUS aveva sostenuto che i riferimenti della legge ad un inventore come “individuo” potevano essere applicati anche a una macchina. Una interpretazione considerata però troppo ampia dall’USPTO: “Secondo la legge attuale, solo le persone fisiche possono essere nominate come inventori in una domanda di brevetto”, ha concluso l’agenzia.

L’ARTIFICIAL INVENTOR PROJECT HA PRESENTATO RICHIESTE ANCHE IN REGNO UNITO E ALL’UE

I brevetti sono stati presentati l’anno scorso nell’ambito dello Artificial Inventor Project. Oltre ai brevetti presentati all’USPTO, il team aveva anche presentato documenti all’Ufficio della proprietà intellettuale del Regno Unito (IPO) e all’Ufficio europeo dei brevetti (EPO). L’IPO e l’EPO hanno già stabilito che DABUS, che è stato creato dal ricercatore di IA Stephen Thaler, non può essere elencato come inventore sulla base di interpretazioni legali simili. Lo scorso novembre l’USPTO aveva chiesto al pubblico un parere sull’argomento.

L’IA NON DOVREBBE POSSEDERE UN BREVETTO, MA SOLO ESSERE RICONOSCIUTA COME INVENTORE

L’Artificial Inventor Project non sostiene che un’IA dovrebbe possedere un brevetto, ma solo che dovrebbe essere riconosciuta come inventore, osserva il MIT Technology Review. Secondo la sua interpretazione una situazione simile potrebbe essere sostenuta nel caso in cui centinaia o addirittura migliaia di dipendenti contribuiscano alla scrittura di un codice ad un sistema, come è accaduto con il supercomputer Watson di IBM, prima che il computer stesso passi poi a risolvere un problema. Se nessun essere umano è stato coinvolto abbastanza da rivendicare il merito di un’invenzione, allora il gruppo teme che potrebbe essere impossibile brevettarla.

ANCHE IN FUTURO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SARÀ VISTA COME UNO STRUMENTO PER INVENTARE

Il progetto sostiene anche che permettere all’Intelligenza artificiale di essere elencata come inventore incentiverebbe l’innovazione, poiché il valore aggiunto di queste macchine sarebbe riconosciuto più chiaramente. “Se si fa un di riconoscimento del valore di una macchina nel processo creativo, quella macchina diventerà inevitabilmente più preziosa”, ha detto l’anno scorso Ryan Abbott dell’Artificial Inventor Project al Financial Times.

A meno che la legge non cambi in futuro, tuttavia, è probabile che l’intelligenza artificiale continui ad essere vista come uno strumento per inventare, piuttosto che come un inventore.

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