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Perché Samsung chiede scusa agli azionisti

Il colosso sudcoreano manca le aspettative degli analisti per circa 900 milioni e manda il suo numero 2 a cospargersi il capo di cenere davanti agli investitori. Nel mentre il presidente di Samsung rilancia escludendo ipotesi di scissione delle operazioni di produzione e progettazione di chip. Ma ammette anche le difficoltà e le incertezze che arrivano dagli Usa

Era nell’aria che Samsung Electronics, il colosso sudcoreano della tecnologia, avrebbe mancato le previsioni degli analisti. Solo che non si sapeva di quanto. La forbice probabilmente è stata più ampia del previsto, dato che la società, in perfetto stile asiatico, ha persino chiesto scusa pubblicamente per aver registrato solo 6,78 miliardi di dollari di profitto operativo nell’ultimo trimestre, mancando le aspettative degli analisti di circa 900 milioni. Il Vicepresidente Jun Young-hyunda pochi mesi a capo della divisione sulle soluzioni per device, ha ammesso le preoccupazioni sulla competitività tecnologica dell’azienda, assumendosi la responsabilità per i risultati “deludenti”.

COSA HA DETTO JUN YOUNG-HYUN

“Mi scuso per aver causato preoccupazioni sulla nostra competitività tecnologica e sul futuro dell’azienda”, il messaggio che la società, irritualmente, ha rivolto agli investitori nel giorno della presentazione della guidance del terzo trimestre 2024. “Noi che siamo alla guida del business siamo responsabili di questo”, quindi c’è spazio per un minimo di ottimismo: “Ci prepareremo per il futuro in modo più approfondito, […] ci riarmeremo di uno spirito di sfida per correre verso un obiettivo più alto”.

E poco importa che i 9,1 trilioni di won di profitto operativo superino di gran lunga quelli incamerati alla fine del terzo trimestre 2023, quando il bilancio di Samsung si era fermato a 2,4 trilioni di won, dato che dall’inizio del 2024 le azioni del colosso hanno perso oltre il 20% e su Samsung si addensano nuvoloni neri circa il suo futuro.

I MOTIVI DELLE DIFFICOLTA’ DI SAMSUNG

Samsung ha spiegato che le vendite di chip Hbm3e sono state ritardate a causa di un importante cliente e ciò ha consentito agli avversari (si pensa soprattutto alla connazionale SK Hynix) di presidiare meglio il comparto.

RIVALI SEMPRE PIU’ AGGUERRITE

Ma a pesare sui conti di Samsung c’è soprattutto la concorrenza che arriva da oltre i confini coreani, non solo da Taiwan, ma anche e soprattutto dalla Cina, sempre più agguerrita sul fronte dei microchip per tablet e smartphone.

Samsung a ridosso della pandemia aveva promesso ai propri azionisti il sorpasso su Tsmc entro il 2030, sorpasso che appare sempre più fuori portata a sei anni dalla data indicata. E poi ci sono le agguerrite Nvidia e Micron Technology Inc., giusto per citare quelle maggiormente insidiose.

SAMSUNG TIRA DRITTA

Il presidente Jay Y. Lee ha comunque fatto sapere che gli ultimi risultati non la porteranno a scindere le sue operazioni di produzione e progettazione di chip. Al momento l’azienda sudcoreana sembra concentrare i propri sforzi sulla costruzione di impianti negli Usa dove ha appena avviato i lavori per un nuovo hub a Taylor, in Texas.

LE INCOGNITE AMERICANE

Si tratta di una mossa evidentemente dettata dalla necessità di non restare esclusa dalla filiera statunitense, che già con l’Inflation Reducion Act di Joe Biden ha tagliato fuori molte aziende di Paesi amici proprio perché non hanno impiantato fabbriche sul suolo americano portando valore. La stessa Samsung ha ammesso che la situazione in America resta “non delle più facili” per via delle numerose incognite legate alle presidenziali: “È un po’ difficile” fare previsioni concrete “a causa della situazione instabile attuale, delle elezioni…”, le parole usate da Lee.

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