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Bentivogli

Come favorire il lavoro innovativo (non con il reddito di cittadinanza). Parla Bentivogli (Fim-Cisl)

L'intervista di Gian Marco Litrico a Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl

 

Bentivogli, mancano i talenti anche da noi?

Sì, anche da noi. Nel metalmeccanico, per esempio, manca il 42% delle competenze digitali e il 48% delle competenze generiche.

C’è un problema di capitale umano?

I nostri giovani finiscono troppo presto di studiare, iniziano troppo tardi a lavorare e quando trovano un lavoro, smettono di aggiornarsi. Oggi, purtroppo, la narrazione sul lavoro la fanno i cooking show e Briatore su The Apprentice. C’è un disallineamento anche culturale: il 40% dei ragazzi svedesi comprende e accetta la compresenza nel lavoro della componente manuale e di quella tecnico-intellettuale. Da noi si scende al 5%. In primis, va riconosciuto in tutti i contratti di lavoro il diritto soggettivo alla formazione. Che va aggiornata perché è il pezzo più fordista nell’equazione.

Come?

Nel piano per l’impresa 4.0, scritto insieme a Calenda, avevamo suggerito investimenti aggiuntivi per gli Istituti Tecnici Superiori per arrivare almeno a 100mila iscritti entro il 2020, a fronte dei 9mila del 2018 e comunque restando lontani dagli 800mila iscritti della Germania. È la strada da seguire: l’80% dei giovani all’ITS lavora entro un anno dal diploma, nel 90% dei casi in linea con gli studi fatti e, in un caso su due, con un contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime ordinario.

Però ci sono anche i problemi strutturali di cui parla da anni Enrico Moretti, economista a Berkeley. Il settore manifatturiero tira grazie all’export, ma non crea un maggior numero di posti di lavoro. Anzi. Le PMI creano posti di lavoro qualificati, ma molto meno rispetto alla grande impresa. Il turismo, il petrolio italiano, crea lavoro, ma pagato poco.

Bisogna distinguere, come fa Moretti, tra il manifatturiero tradizionale e quello avanzato. Il primo assorbe sempre meno manodopera, il secondo crea posti di lavoro specialistici e richiesti. In Germania per ogni posto nel manifatturiero avanzato nascono 3 posti nei servizi di supporto, mentre nelle PMI da noi questo fattore di moltiplicazione è 1,5. Per competere, occorre trovare modi nuovi di aggregare le PMI attraverso il digitale. Il turismo è davvero il petrolio italiano, ma servono manager moderni che sappiano fare marketing digitale, non solo baristi o animatori di villaggi turistici.

Con i Big Data l’azienda ha strumenti nuovi per dialogare col lavoratore. Il contrario della logica “prendere o lasciare” della fase due del Reddito di Cittadinanza.

Sull’AI investiremo 48 milioni di euro, mentre nel resto d’Europa vengono investiti miliardi. Lo squilibrio è evidente e non promette nulla di buono. Poi, ben venga l’AI nella gestione dei talenti. Soprattutto per migliorare la formazione. Porte chiuse se invece viene usata per discriminare o sopprimere la privacy, non solo quella dei lavoratori. Il Reddito di Cittadinanza ha raggiunto obiettivi elettorali di breve periodo, ma non è stato pensato per favorire un rapporto moderno tra lavoro e impresa. Il prendere o lasciare non aiuta a vivere i valori del lavoro. Bisogna liberarsi nel lavoro, non dal lavoro.

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