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Green Pass

Passaporto vaccinale, come funzionerà il green pass progettato dalla Commissione Ue

La Commissione europea ha presentato il Green pass per rilanciare i viaggi fornendo la prova del vaccino o test. Ma essere vaccinati non costituirà una condizione preliminare per viaggiare

 

Non chiamatelo passaporto vaccinale. Arriverà prima dell’estate il Green Digital Pass per spostarsi e viaggiare senza restrizioni all’interno dell’Unione europea.

Oggi la Commissione europea ha proposto ufficialmente l’iniziativa che agevolerà la libera circolazione all’interno dell’Ue durante la pandemia, evitando la quarantena o i test.

Quest’estate i cittadini europei potranno dunque tornare a viaggiare fornendo la prova di essersi sottoposti alla vaccinazione. Oppure di essere risultati negativi a un test o di essere guariti dal Covid-19 ed avere sviluppato gli anticorpi. In questo modo non saranno costretti a mettersi in quarantena all’arrivo.

Il certificato verde sarà infatti una prova del fatto che una persona è stata vaccinata contro il Covid-19, oppure è risultata negativa al test o è guarita.

Ma Bruxelles ha chiarito che chi non è vaccinato deve poter continuare a esercitare il diritto di libera circolazione, e ove necessario (senza Green Pass valido) assoggettandosi a restrizioni come un test o un periodo di quarantena/autoisolamento.

Per essere pronta prima dell’estate, la proposta della Commissione dovrà essere adottata rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio.  (Qui l’approfondimento di Start sugli Stati membri che premono e su quelli che frenano).

Tutti i dettagli.

COME SARÀ IL GREEN DIGITAL PASS

Il certificato sarà disponibile gratuitamente. Sarà redatto nella lingua ufficiale dello Stato membro di rilascio, oltre che in inglese.

IN FORMATO DIGITALE O CARTACEO CON QR

Il certificato, in formato digitale o cartaceo, presenterà un codice QR che ne garantirà l’autenticità.

INTER OPERABILE E LEGALMENTE VINCOLANTE PER GLI STATI UE

Il certificato verde digitale sarà valido in tutti gli Stati membri e aperto all’Islanda, al Liechtenstein, alla Norvegia come pure alla Svizzera.

Il Green Pass sarà infatti inter operabile e legalmente vincolante per gli Stati membri. Ammetterà tutti i vaccini disponibili sul mercato.

MA NON SARÀ UNA CONDITIO SINE QUA NON PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE

“Con il Green Digital Pass, stiamo adottando un approccio europeo per garantire che quest’estate i cittadini dell’Ue e i loro familiari possano viaggiare in sicurezza e con restrizioni minime” ha puntualizzato Didier Reynders, Commissario per la Giustizia Ue. “Il certificato verde digitale non sarà una conditio sine qua non per la libera circolazione e non sarà in alcun modo discriminatorio”.

Tutti i cittadini dell’Ue, indipendentemente dal fatto che siano stati vaccinati o meno, godono infatti del diritto fondamentale di libera circolazione sul territorio dell’Unione.

Il certificato verde digitale agevolerà l’esercizio di questo diritto, anche attraverso i certificati di test e di guarigione. Chi non è vaccinato deve poter continuare a esercitare il diritto di libera circolazione, e ove necessario (senza Green Pass valido) assoggettandosi a restrizioni come un test o un periodo di quarantena/autoisolamento.

LA QUESTIONE PRIVACY

Riguardo ai dati sensibili, la Commissione europea ha precisato che i certificati includeranno una serie di informazioni limitate, come nome, data di nascita, data di rilascio. Oltre a informazioni rilevanti riguardanti il vaccino/i test/la guarigione, e un identificativo univoco del certificato.

UNO STRUMENTO TEMPORANEO

Si tratta di una misura temporanea. Il Green Pass sarà infatti sospeso una volta che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) avrà dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria internazionale.

L’ANALISI DI REPUBBLICA

Le reazioni dei governi in una prima riunione tra sherpa non sono state incoraggianti, ha scritto Repubblica: “Si sono espressi a favore senza riserve solo Grecia, Cipro, Malta, Lussemburgo e Slovenia. Gli altri sono stati più cauti proprio perché temono discriminazioni, contagi anche da chi è vaccinato o problemi legati alla protezione dei dati personali. Qualche paese con pochi vaccinati teme poi che i partner con un tasso di immunizzazione più alto possano rubare i turisti. C’è insomma il rischio che la proposta venga rallentata oppure annacquata, rendendo il pass un semplice documento medico, non valido per viaggiare. Come chiedevano Francia e Germania sin dall’inizio”.

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