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Ecco i veri motivi del successo di Nvidia

Il Financial Times si è chiesto se Nvidia, il colosso dei microchip per l'intelligenza artificiale, riuscirà a dominare a lungo la nuova economia alimentata dall'intelligenza artificiale.

Cosa si cela dietro il clamoroso successo di Nvidia, la compagnia dei record che ha appena scalato la cima dei giganti della capitalizzazione superando sia pur brevemente le ex regine Apple e Microsoft? Un lungo approfondimento del Financial Times ricostruisce la parabola dell’azienda motore della rivoluzione dell’IA chiedendosi sin dal titolo se sia predestinata ad occupare per sempre il trono dell’economia alimentata dalla stessa IA.

Le ragioni del successo

Che siamo di fronte ad una rivoluzione guidata da un ben preciso protagonista lo dice anzitutto quel 700% di crescita della quotazione del titolo Nvidia a seguito di una vera e propria esplosione della domanda dei suoi superprocessori che per tutti, inclusi Meta e Microsoft, rappresentano il requisito essenziale per costruire i migliori sistemi di IA.

Una simile frenesia nella Silicon Valley ricorda quella scattata nel 2000 quando il gran mattatore della rivoluzione digitale allora alla sua alba si chiamava Cisco, che anche in quell’occasione doppiò Microsoft in borsa, sebbene già allora molti denunciassero tale fermento come una bolla.

Non è dunque che lo stesso fenomeno Nvidia sia destinato a implodere? Lo stesso fatto che dopo il sorpasso in borsa sia seguito un passo indietro testimonia, se non altro, la natura irrequieta e al tempo stesso imprevedibile di simili fenomeni economici.

Ma attenzione ai paragoni. Il caso di Cisco, per esempio, può essere fuorviante, spiega il Financial Times, che invita a guardare semmai nella direzione di Apple e Microsoft.

I due colossi hanno trascorso questo ventennio gareggiando per il primato sfornando prodotti innovativi e di grande successo. Soprattutto, hanno lanciato piattaforme da cui hanno preso vita vivacissimi ecosistemi d’impresa. Lo dimostrano le circa 2milioni di app presenti nell’App Store, che generano centinaia di miliardi di reddito a beneficio degli sviluppatori.

Nvidia sui generis

Ma le ragioni per cui ora il Nasdaq premia Nvidia ci portano molto lontano da quelle che hanno giustificato il successo di Microsoft o Apple.

La breve ma già radiosa storia di Nvidia è intrinsecamente legata al successo e alla popolarità raccolta da una singola app come ChatGPT, ossia il fattore che ne ha determinato il boom in borsa.

Anziché vendere centinaia di milioni di device e inondare quindi il mercato con prodotti di ultimo grido, Nvidia vende un numero relativamente contenuto di chip molto costosi per data centre ad un numero di acquirenti a sua volta limitato.

Dati da record

Secondo i dati di TechInsights citati dal Ft l’anno scorso Nvidia ha venduto 3,76 milioni di unità grafiche per data centre, una quantità sufficiente per garantire alla compagnia il 72% della quota di mercato, superando abbondantemente i rivali di Intel e AMD.

E il futuro appare addirittura più roseo se consideriamo che nell’ultimo trimestre le entrate anno su anno di Nvidia sono aumentate del 262% con un ritmo dunque addirittura superiore a quello dell’anno record di Apple nella primissima stagione di quella grande novità chiamata Iphone.

Fame di chip

Dietro l’exploit di Nvidia c’è in realtà un fermento generale sull’IA che vede compagnie come OpenAI, Meta, la start-up di Elon Musk xAI gareggiare nella costruzione di mega data centre dove ad essere collegati insieme sono almeno 100mila superchip, in una sorta di supercomputer dalle dimensioni tre volte superiori agli attuali cluster più grandi.

Secondo i dati di SemiAnalysis citati dal Ft il solo hardware di queste possenti strutture costa 4 miliardi di dollari.

E la corsa non è finita stando al Ceo di Nvidia Jensen Huang, che vede all’orizzonte un   investimento di un trilione di dollari nell’ampliamento degli attuali data centre per farli diventare quelle che lui chiama “AI factories”.

Quale modello di business?

La sfida per Nvidia sta ora nell’introdurre un modello di business sostenibile. L’azienda per ora pianifica di affidare a Nvidia AI Enterprise il compito di vendere ai propri clienti pacchetti da 4.500 dollari per GPU anni.

Una strategia per accaparrarsi il maggior numero di clienti pubblici e privati sprovvisti di capacità in-house.

Dovrà fare i conti però con coloro i quali vogliono in qualche modo possedere la piattaforma e troveranno quindi più congeniale la soluzione a cui sta lavorando Microsoft che sta convogliando gli utenti nella piattaforma cloud Azure.

Non a caso OpenAI ha lanciato il GPT Store che prende esempio dall’App Store ed offre versioni customizzate di ChatGPT.

Nvidia non sta con le mani in mano

Anche Nvidia tuttavia si sta adoperando a diversificare il suo ecosistema. Si segnala ad esempio la partecipazione alla raccolta fondi per due rivali di OpenAI come ScaleAI e Mistral.

Secondo i dati Pitchbook Nvidia avrebbe stretto almeno 116 accordi di questo tipo che testimoniano se non altro della volontà di far crescere a dismisura un intero ecosistema cercando possibilmente di non perderne il controllo.

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