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Metaverso

Novità sul metaverso?

Cosa c'è nel nuovo numero del quadrimestrale di Start Magazine, dedicato al metaverso.

 

Solo poco tempo fa, neppure due anni, il metaverso prometteva di diventare l’Eldorado dell’economia digitale. La nuova frontiera delle imprese impegnate sul crinale dell’innovazione, uno spazio vergine da inventare e riempire di idee, commercio, entertainment e business. Miliardi di investimenti affluivano dalle casse ancora floride dei grandi brand del mondo digitale, case dai nomi ormai famosi cambiavano logo e nome per associarsi alla nuova “meta”.

Poi, quasi di colpo, come non di rado accade nell’universo dell’innovazione digitale, l’euforia si è sgonfiata. L’hype che negli ultimi anni aveva monopolizzato le discussioni (e gli investimenti) di un numero imprecisato di esperti e sedicenti tali, era evaporato in un nulla.

Il nuovo numero del quadrimestrale Start Magazine dedica proprio al metaverso, anzi a quel che ne è rimasto, la sua pubblicazione di fine anno (novembre 2023 – febbraio 2024). Esperti e analisti si chiedono (e ci spiegano) cosa sia effettivamente  successo e perché una tecnologia che ha attirato così tanta attenzione quasi all’improvviso venga “oscurata” e posta ai margini dei piani di innovazione delle aziende.

Per farlo, Start Magazine cerca innanzitutto di circoscrivere i contorni ancora abbastanza indefiniti e incerti del metaverso. E poi analizza la sua parabola di questi primi anni, soprattutto attraverso il percorso fra alti (pochi) e bassi (molti) della nuova creatura di Mark Zuckerberg, l’uomo che vorrebbe trasportare l’umanità nel metaverso, per scoprire che i tempi del successo, nel migliore dei casi, si allungano.

Eppure, sebbene le premesse e le promesse fossero ben altre, in questo campo qualcosa si muove. Il metaverso, al momento confinato ancora nel mondo dei giochi e dei social media, comincia a fare qualche passo concreto nel settore commerciale della vendita al dettaglio, ma scopre che il suo più significativo e più grande potenziale risiede in quelle industrie che costituiscono la spina dorsale delle nostre economie: settore manifatturiero, edilizia, operatori di reti e infrastrutture, settore dei trasporti. E qualche intrusione è stata già compiuta, con qualche successo, nel mondo dell’arte, nei circuiti museali, e pure in quello dello sport.

D’altronde accelerazioni e battute d’arresto non sono una novità quando si tratta di addentrarsi in mondi nuovi. Era accaduto con Internet, il cui potenziale in pochi avevano ben chiaro agli inizi degli anni Novanta, quando i primi, modesti router cominciarono a invadere uffici e case private, uscendo dagli incubatori militari e universitari.

Ci è sembrato dunque proprio questo il momento giusto per indagare quali prospettive siano ancora in piedi e cosa resti del metaverso dopo l’hype di qualche anno fa. E cosa ancora occorra affinché questa trasposizione di noi stessi nel mondo virtuale possa rispettare le grandi aspettative, innanzitutto in termini di investimenti in tecnologia: connettività, elaborazione dati, centri di immagazzinamento dei dati, intelligenza artificiale.

Nel frattempo c’è chi non ha smesso di investirci. Banche e compagnie assicurative stanno esplorando la realtà virtuale per trovare un nuovo accesso ai clienti e si chiedono che potenziale abbia per il settore la combinazione di digitale e intelligenza artificiale. Inoltre, si scoprono i primi impieghi del metaverso in campo sanitario, dove i chirurghi hanno cominciato a utilizzare piattaforme di formazione VR per praticare virtualmente, ad esempio, interventi chirurgici oculistici. E ci sono aspetti interessanti, legati alle nuove forme del lavoro: si supererà il concetto di lavoro a distanza perché la tecnologia permetterà ai dipendenti delle aziende, ai professionisti, di interagire con gli avatar degli interlocutori e di fare brainstorming e scambiarsi idee con un’approssimazione molto vicina alla realtà.

Forse l’hype attorno al metaverso non tornerà più, e non è detto neppure che sia un male. La cosa meno indicata sarebbe quella di rimanere alla finestra. “Se credete che Internet sia ormai parte integrante dell’infrastruttura antropologica umana e date credito all’ipotesi della sua evoluzione in un ambiente 3D come è il metaverso, allora si tratta di attendere che siano risolti gli ostacoli tecnici per iniziare a sperimentare seriamente”, conclude Pepe Moder l’articolo introduttivo del numero, “a meno che non lavoriate per un brand consumer: che il vostro target siano i teen o i trentenni conviene iniziare a comprendere i meccanismi sociali che stanno plasmando le nuove generazioni”.

Il numero contiene poi nella seconda parte i consueti articoli e saggi slegati dal tema di copertina. Questa volta ci si occupa di difesa, con il punto sul riarmo della Germania e un’analisi sugli eserciti privati dopo il caso Wagner, di energia con la transizione energetica della Polonia, di clima con l’emergenza siccità in Europa e di mobilità con la sempre più agguerrita concorrenza cinese sull’auto elettrica.

Il numero è scaricabile dalla homepage di Startmag a questo link.

Vi hanno collaborato con articoli o interviste: Stefano da Empoli, Francesco De Felice, Marco Dell’Aguzzo, Ginevra Cerrina Feroni, Ivo Germano, Mauro Giansante, Stefano Grazioli, Giulia Linari, Edoardo Lisi, Pepe Moder, Antonino Neri, Paolo Passaro, Chiara Rossi, Maurizio Stefanini, Carlo Terzano e Fabio Turco. Le infografiche sono di Chiara Muresu.

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