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L’alleanza Meta-Ibm cambierà lo sviluppo dell’intelligenza artificiale?

Meta e Ibm hanno lanciato una coalizione di oltre 50 tra aziende e istituti di ricerca che vogliono un cosiddetto modello aperto per l'intelligenza artificiale. Fatti, annunci, promesse e problemi (con Biden?)

Ibm e Meta hanno dato vita a un’alleanza sull’intelligenza artificiale, partendo da un approccio open source.

Il colosso dell’informatica e il gruppo che riunisce i social Facebook, Instagram e WhatsApp hanno lanciato una coalizione di oltre 50 tra aziende attive nel campo dell’intelligenza artificiale e istituti di ricerca che vogliono un cosiddetto modello aperto per l’intelligenza artificiale.

Nonostante sia stato un processo lento per decenni, l’intelligenza artificiale è diventata popolare da un giorno all’altro, quando proprio un anno fa OpenAi ha lanciato ChatGPT.

Parte della confusione intorno all’intelligenza artificiale open source è che, nonostante il suo nome, OpenAI – la società dietro ChatGPT e il generatore di immagini Dall-E – costruisce sistemi di intelligenza artificiale decisamente chiusi, sottolinea il Guardian.

L’AI Alliance ha dichiarato che sta unendo le risorse per sostenere “l’innovazione aperta e la scienza aperta” nell’intelligenza artificiale.

Tra i fondatori figurano quindi Meta e Ibm ma anche Intel e Oracle insieme a istituzioni come Harvard e l’Imperial College di Londra. Tutti i membri dell’AI Alliance sostengono in gran parte l’open source, un approccio in cui la tecnologia è condivisa gratuitamente e si basa su una storia di collaborazione tra Big Tech, accademici e un fervente movimento di programmatori indipendenti.

Ciò lascia Google, Amazon, OpenAi, sostenuta da Microsoft, da una parte. Tutto ruota intorno all’innovazione open source (Linux in opposizione a Windows per citare un esempio).

“È una sorta di classico approccio di cattura normativa che cerca di sollevare timori sull’innovazione open source”, “Voglio dire, questo è stato il modello Microsoft per decenni, giusto? Si sono sempre opposti ai programmi open source che potevano competere con Windows o Office. Qui stanno adottando un approccio simile”, ha affermato Chris Padilla, che guida il team per gli affari governativi globali di Ibm.

La mossa di Meta e Ibm potrebbe avere incontrare difficoltà vista l’impostazione della Casa Bianca, fa notare un analista a Startmag: “Quando Biden ha emanato l’executive order sull’AI ha sottolineato che rendere pubblici certi parametri può sì portare vantaggi sostanziali per l’innovazione, ma anche rischi sostanziali per la sicurezza”.

Tutti i dettagli.

COSA FARÀ L’AI ALLIANCE PROMOSSA DA META E IBM

L’AI Alliance ha descritto la sua missione come quella di accelerare e diffondere l’innovazione aperta in tutto il panorama tecnologico dell’IA, per migliorare le capacità fondamentali, la sicurezza, la fiducia nell’IA e per massimizzare in modo responsabile i benefici per le persone e la società ovunque. Questo gruppo riunisce una massa critica di risorse computazionali, dati, strumenti e talenti per accelerare l’innovazione aperta nell’IA.

I VANTAGGI

Secondo questa nuova alleanza in campo AI, il lavoro condiviso in questa modalità offra tre vantaggi principali. Primo tra tutti, la velocità: la condivisione dei modelli permetterà ai ricercatori di costruire sul lavoro altrui, accelerando il progresso nel campo dell’IA. In secondo luogo, la sicurezza: permettere a gruppi indipendenti di esaminare il codice creato da altri è il modo migliore per identificare potenziali difetti e rischi. Infine, l’eguaglianza delle opportunità: fornendo a tutti l’accesso agli strumenti sviluppati, si crea un campo di gioco equo dove ricercatori indipendenti e startup hanno le stesse opportunità delle aziende ben finanziate.

ANCHE NASAM CERN E IMPERIAL COLLAGE TRA I FONDATORI

Fra i fondatori figurano organizzazioni pubbliche e private, ricercatori e mondo accademico: AMD, Anyscale, CERN, Cleveland Clinic, Università Cornell, Dartmouth College, Dell Technologies, EPFL, ETH, Hugging Face, Imperial College London, Intel, INSAIT, Linux Foundation, MOC Alliance – gestita dall’Università di Boston e dall’Università di Harvard, Nasa, NSF, Oracle, Red Hat, Roadzen, ServiceNow, Sony Group, Stability AI, Università della California – Berkeley, Università dell’Illinois, Università di Notre Dame, Università di Tokyo e Yale.

L’ATTACCO DI META AL MODELLO CHIUSO

I sostenitori della tecnologia AI open source, resa pubblica dagli sviluppatori affinché altri possano utilizzarla, vedono l’approccio come un modo più efficiente per coltivare sistemi altamente complessi. Negli ultimi mesi, Meta ha rilasciato versioni open source dei suoi grandi modelli linguistici, che costituiscono il fondamento dei chatbot AI.

Di recente il capo scienziato dell’intelligenza artificiale di Meta, Yann LeCun, ha preso di mira sui social media OpenAI, Google e la startup Anthropic per quello che ha descritto come “massiccio lobbying aziendale” per scrivere le regole in un modo che avvantaggi i loro modelli di intelligenza artificiale ad alte prestazioni e potrebbe concentrare il loro potere sullo sviluppo della tecnologia. Le tre società, insieme al partner chiave di OpenAI, Microsoft, hanno formato il proprio gruppo industriale chiamato Frontier Model Forum.

“In un futuro in cui i sistemi di intelligenza artificiale sono pronti a costituire il deposito di tutta la conoscenza e la cultura umana, abbiamo bisogno che le piattaforme siano open source e disponibili gratuitamente in modo che tutti possano contribuirvi”, ha scritto LeCun. “L’apertura è l’unico modo per far sì che le piattaforme di intelligenza artificiale riflettano la totalità della conoscenza e della cultura umana”.

I PRIMI COMMENTI

“L’intelligenza artificiale ha il potenziale per salvare il mondo, porre fine al mondo e rendere molto ricchi molti leader importanti” osserva Finimize aggiungendo che “tanto preoccupate che alcune delle più grandi aziende del settore possano essere poco focalizzate sulla prima, alcune delle menti più intelligenti si sono unite con la missione di sviluppare soluzioni di intelligenza artificiale in modo sicuro, lento e aperto”.

“Poiché gran parte del mondo è preoccupata che le velocità vertiginose degli sviluppatori di intelligenza artificiale possano finire in un incidente, questa forza lenta e costante potrebbe attirare parecchi fan club” conclude Finimize. 

Tuttavia, “potrebbero esserci problemi col Governo Usa. Quando Biden ha emanato l’executive order sull’AI ha sottolineato che rendere pubblici certi parametri può sì portare vantaggi sostanziali per l’innovazione, ma anche rischi sostanziali per la sicurezza. Il Segretario al Commercio Gina Raimondo dovrà tirare fuori una soluzione entro luglio lavorando con esperti e aziende su benefici e rischi dell’open source nell’AI. L’Ue sembra orientata a esentare alcuni “componenti AI gratuiti e open source” dalle regole che impattano i modelli commerciali”, ha commentato a Startmag un analista esperto del settore.

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