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L’Italia imiti la Germania sulla ventilazione meccanica anti Covid

La Germania ha deciso di investire 500 milioni di euro sull’adeguamento degli impianti e l'adozione di nuovi sistemi che contribuiscono a contrastare con forza il contagio da virus Sars-Cov-2. Che cosa fa l'Italia? La proposta e la critica di Aicarr (associazione italiana condizionamento dell'aria riscaldamento e refrigerazione)

“L’Italia segua quanto prima l’esempio tedesco e affronti il problema della qualità dell’aria nelle scuole. La Germania, in queste ore, ha deciso di investire 500 milioni di euro sull’adeguamento degli impianti e l’adozione di nuovi sistemi che contribuiscono a contrastare con forza il contagio da virus Sars-Cov-2”.

E’ l’auspicio di Filippo Busato, presidente di Aicarr (associazione italiana condizionamento dell’aria riscaldamento e refrigerazione), commentando quanto deciso in Germania.

“L’apporto di aria esterna (il “rinnovo”) attraverso la ventilazione meccanica migliora la qualità dell’ambiente interno, con ricadute positive sulle condizioni igieniche e sulla salute di studenti e personale scolastico”, sottolinea Busato.

La Germania ha dimostrato una sensibilità su un tema che in Italia non ha ancora incontrato il giusto consenso, a più livelli, istituzionale, legislativo e tecnico, dice il presidente di Aicarr: “Un consenso che avrebbe dovuto maturare già qualche mese fa, prima dell’arrivo dell’inverno che è alle porte, stagione in cui si è portati naturalmente a vivere negli edifici interni, prime fra tutte le scuole. Questo aspetto è stato più volte sottolineato da AiCARR, anche di concerto con il Consiglio nazionale degli ingegneri e l’Associazione italiana ambiente e sicurezza”.

Da qui l’auspicio di Busato: “Anche il Governo italiano, come accade in ambiti quali la sicurezza antincendio o antisismica, deve introdurre nelle linee guida per lo svolgimento della vita scolastica strategie volte a migliorare la qualità dell’aria interna preservando le condizioni di comfort termico”.

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