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Una lampadina led speciale può sconfiggere il coronavirus?

Come funziona la lampada led Biovitae testata dai militari del Celio contro il coronavirus. Che cosa dicono l'azienda e il ministero della Difesa

 

Nella battaglia contro il Coronavirus ci sarà una nuova arma?

E’ quello che ci si chiede tra l’altro in ambito militare sulla lampadina led Biovitae, testata e studiata dalla Difesa italiana in uno studio condotto dal Dipartimento scientifico del Policlinico militare Celio.

I primi dati dello studio dimostrano che la luce rende inattivo il Covid-19 entro 60 minuti. Tutti i dettagli.

LA LUCE BIOVITAE

La tecnologia a led Biovitae, totalmente UV free (luce bianca naturale) esercita, come si legge sul comunicato diffuso dall’azienda, un’azione battericida, virucida efficace su tutti i microrganismi esistenti senza alcun rischio per gli esseri viventi, anche a seguito di esposizione continua.

L’innovativa lampada, che è in grado di penetrare il biofilm batterico distruggendo i microorganismi in esso presenti, è stata messa a punto da Rosario Valles e Carmelo Cartiere. Il brevetto è di P&P Patents and Technologies, società del Gruppo P&P, che opera nel campo della ricerca traslazionale con l’obiettivo di sviluppare soluzioni per la prevenzione e il controllo delle infezioni, e Nextsense Srl, una società di ricerca “extra muros” che opera nel campo della ricerca traslazionale con l’obiettivo di abbattere il divario tra i risultati della ricerca pura e l’applicazione delle migliori esperienze scientifiche alla vita quotidiana.

TECNOLOGIA TESTATA DALL’ESERCITO ITALIANO

A testare l’efficacia della lampada battericida è stato il Dipartimento Scientifico presso il Laboratorio dell’Ospedale Militare Celio, che ha avviato uno studio utilizzando concentrazioni decrescenti del virus diluite in un terreno di coltura cellulare, distribuite su apposita piastra e irradiate con una lampada Biovitae per 40 e 60 minuti.

CHE COSA DICE LA DIFESA ITALIANA

“I test attualmente in corso su questo dispositivo a favore della salute pubblica – in collaborazione con l’azienda italiana Nextsense – assumono particolare importanza considerata la necessità di controllare la diffusione del virus sterilizzando e sanificando le superfici gli ambienti. Le ulteriori prove verranno condotte nell’ambito di uno studio multicentrico che coinvolgerà altri laboratori militari europei (Germania e Svezia), sotto il coordinamento del Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma”, ha affermato il ministero della Difesa secondo quanto si legge nella nota dell’azienda.

LO STUDIO DEL CELIO

Al termine dell’incubazione la vitalità del virus è stata saggiata determinando la quantità virale delle varie diluizioni rimaste nelle piastre irradiate (comparate con piastre non contaminate per il controllo negativo).

I primi dati – è scritto nel comunicato – mostrano l’abbattimento percentuale medio di tutte le PFU (Unità formanti Placca) in relazione al tempo di irradiazione, In particolare, dopo 40 minuti, l’abbattimento delle PFU è risultato essere superiore al 97,97%, e dopo 60 minuti, mediamente le PFU si sono abbattute del 99,83%.

Ha aggiunto il ministero della Difesa: “Trattandosi di una luce “visibile (all’apparenza normali lampade) può essere collocata in qualsiasi luogo rendendo più immediato l’utilizzo di questa tecnologia negli spazi in cui è installata. Si tratta, inoltre, di una luce sicura per l’uomo e per i mammiferi che consentirebbe una sanificazione e degli ambienti in maniera continua nel tempo, senza renderli sterili”.

I TEST VTT

Positivi, secondo quanto si legge dal comunicato stampa, anche i test effettuati da VTT – Centro di Ricerca Tecnica della Finlandia presso l’ospedale di primo soccorso dell’aeroporto di Fiumicino a Roma.

Con la luce led Biovitae le aree con “buona igiene” sono aumentate dal 40% all’82,5%. La tecnologia ha ridotto le aree con “scarsa igiene” dal 32,5% al 12,5%.

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