La città di New York ha presentato una causa legale di 327 pagine presso il tribunale federale di Manhattan, accusando i colossi dei social media – Meta Platforms, Alphabet, Snap e ByteDance – di aver creato una crisi di salute mentale tra bambini e adolescenti, rendendoli dipendenti dalle piattaforme social. La denuncia sostiene che le aziende hanno consapevolmente sfruttato la psicologia e la neurofisiologia dei giovani per mantenerli agganciati ai loro servizi, aumentando così profitti a scapito del benessere dei minori.
Solo questa settimana, la prima ministra danese Mette Frederiksen ha proposto un divieto all’uso dei social media per i minori di 15 anni, seguendo iniziative simili in altri Paesi europei.
LE ACCUSE PRINCIPALI
Secondo la denuncia, le piattaforme social sono state progettate per “sfruttare la psicologia e la neurofisiologia dei giovani”, inducendo un uso compulsivo delle app. Tra le funzionalità contestate vi sono i feed “infiniti” generati dagli algoritmi e le “notifiche incessanti” che spingono gli utenti a controllare continuamente i propri account. Questo meccanismo ha contribuito a un aumento di depressione, ansia, solitudine e bassa autostima tra i giovani.
La causa, che chiede risarcimenti per grave negligenza e disturbo pubblico, fa notare che i colossi tecnologici erano consapevoli dei rischi per la salute mentale degli utenti ma hanno ignorato o minimizzato tali studi: “erano da tempo a conoscenza delle ricerche che collegano l’uso delle loro app a danni per il benessere degli utenti, ma hanno scelto di ignorarle o minimizzarle”.
IMPATTI SULLA SALUTE E IL SISTEMA SCOLASTICO
La denuncia sottolinea come il 77,3% degli studenti delle scuole superiori di New York City e l’82,1% delle ragazze ammetta di trascorrere tre o più ore al giorno davanti a uno schermo, inclusi TV, computer e smartphone. Questo uso eccessivo contribuisce a perdita di sonno, assenteismo scolastico cronico e altri problemi di salute.
Il commissario alla salute di New York aveva dichiarato i social media una minaccia per la salute pubblica già nel gennaio 2024, obbligando la città e le sue scuole a spendere maggiori risorse pubbliche per far fronte alla crisi mentale giovanile.
“SUBWAY SURFING” E COMPORTAMENTI A RISCHIO
Tra le conseguenze più gravi menzionate nella causa c’è l’aumento del fenomeno chiamato “subway surfing”, ovvero il viaggiare sopra o lateralmente ai treni in movimento. Almeno 16 giovani sono morti in incidenti di questo tipo dal 2023, compresi due casi recenti di ragazze di 12 e 13 anni. “I responsabili – afferma la denuncia – devono essere chiamati a rispondere per i danni causati dal loro comportamento”.
COSA DICE LA LEGGE
La causa di New York, secondo Reuters, si aggiunge a circa 2.050 procedimenti simili promossi da altri governi, distretti scolastici e cittadini in un contenzioso nazionale che si svolge principalmente presso il tribunale federale di Oakland, California. New York è tra i querelanti più grandi, con una popolazione di 8,48 milioni di abitanti, tra cui circa 1,8 milioni di minori di 18 anni.
La città ha ritirato la sua partecipazione a una causa pendente nei tribunali statali della California, annunciata nel febbraio 2024 dal sindaco Eric Adams, per aderire alla nuova causa federale.
LA RISPOSTA DELLE BIG TECH
Google, attraverso il portavoce José Castañeda, ha respinto le accuse, affermando che YouTube “è una piattaforma di streaming dove le persone guardano di tutto, dallo sport in diretta ai podcast e ai loro creator preferiti, principalmente su schermi TV, non un social network dove si tengono i contatti con gli amici”. Ha definito le accuse “semplicemente false” e ha dichiarato che le cause legali “fraintendono radicalmente il funzionamento di YouTube”.
Le altre Big Tech non hanno risposto alle richieste di commento da parte dei media.