Scegliere tutto quello che si desidera e acquistare con click. Niente fila alle casse e niente spintoni per vedere smartphone, vestiti e scarpe. Ricevere tutto quello che si vuole in casa, mentre si è seduti sul divano. Benvenuti nell’era dell’e-commerce. Peccato, però, che l’Italia alle vendite online non crede ancora poco.
Gli italiani acquistano e vendono poco sul web. E rispetto alla media Ue stiamo davvero indietro, troppo, come scrive un report di I-com realizzato per Aiip (Associazione italiana internet provider), in occasione del convegno annuale.
I NUMERI DL MONDO
Partiamo da qui. Nel 2017 ben 1,6 miliardi di utenti nel mondo hanno acquistato online, spendendo circa 2 trilioni di dollari. E quello che verrà speso entro il 2020 potrebbe essere pari a circa di 4 trilioni.
A spingere il mercati sono Cina e Corea del Sud, dove lo shopping online ha conquistato l’83% della popolazione. Segue il Regno Unito, con l’82%.
I DATI EUROPEI
Sul fronte europeo, invece, la media degli utenti che si affida agli acquisti online è pari al 57%, con Regno Unito, Svezia, Danimarca e Lussemburgo in testa alla classifica. L’Italia si posiziona verso la fine della classifica, con il solo 32% della popolazione che si affida allo shopping online. A fare peggio di noi solo Croazia, Bulgaria e Romania.
UN’OPPORTUNITA’ POCO SFRUTTATA
Non si tratta solo di acquisti, si tratta anche di vendita. Di opportunità mancata. Di imprenditori che non sfruttano a pieno tutti i canali di vendita, sbagliando.
Secondo il report di I-Com a trarre maggiore vantaggio dalle vendite online sono le grandi imprese: con percentuali di fatturato pari al 26%, secondo la media Ue (contro il 13% delle imprese e il 7% delle piccole). In Italia le piccole imprese ottengono il 19% dei loro ricavi dall’e-commerce, contro il 17% delle grandi imprese e il 7% delle medie. Numeri che devono (e possono) essere migliorati.
IL MOBILE TRAINA L’E-COMMERCE
Crescono gli acquisti tramite smartphone, che nel 2017 hanno inciso sugli acquisti per il 19,5%, per 26,6 acquisti su 100. E ben 10,5 dei 26,6 avvengono su un sito Web. Il resto mediante App.