La presentazione di un nuovo computer quantistico di norma rappresenta un momento emozionante per tutto il mondo, dato che quei macchinari sono emblema di ciò che può fare la tecnica umana. Quando però a presentare il cervellone elettronico è un regime, tutto assume connotati più cupi e sinistri, ma anche farseschi.
Non solo perché, anziché essere svelato da gente in camice, professoroni universitari o topi da laboratorio, i nuovi ritrovati vengono fatti schierare con l’esercito, ma anche perché la proverbiale ritrosia dei regimi a rendere note tutte le informazioni del caso, unita alla loro propensione a ingigantire ciò che è in loro possesso, rischia di avere persino risvolti comici.
SUPERCOMPUTER IRANIANO O SUPER CAZZOLA?
È sicuramente il caso del supercomputer quantistico iraniano, presentato alla stampa sottoforma della sola CPU (il “cuore” di ogni PC) da Habibollah Sayyari, vice coordinatore dell’esercito ed ex comandante della Marina, il quale ha sottolineato l’importanza dell’informatica quantistica come arma per combattere le minacce del domani.
È bastato però che le foto finissero sul web per trasformare la cerimonia solenne alla Imam Khomeini Maritime University di Noshahr in un capitombolo imbarazzante per il regime. Più o meno in tutte le lingue sono fioccati i commenti di chi faceva notare che il supercomputer iraniano sarebbe in realtà una CPU da 700 euro, acquistabile da chiunque, non solo da un governo, anche su Amazon.
Si tratta di una scheda ZedBoard prodotta per di più da una società americana di nome Digilent, basato su tecnologia SoC Xilinx Zinq-7000 con due Cortex A9 dual-core e 256 MB di spazio per l’archiviazione e 512 MB di memoria RAM DDR3. Nessuna prestazione fuori dagli schemi, insomma, come del resto fa intuire il prezzo.
Tra le recensioni degli utenti Amazon si legge già qualche commento divertito relativo a quella che pare proprio una scalcagnata messinscena del governo iraniano: “Do quattro stelle solo perché per sbloccare le funzioni quantistiche bisogna overcloccarlo ed installare il BIOS iraniano.”
SOMIGLIANZA INNEGABILE
Non bisogna essere degli smanettoni per notare che, ictu oculi, l’architettura delle due schede è esattamente la medesima, dunque difficilmente le “voci del web” hanno preso un abbaglio. In merito fonti vicine al regime hanno fatto presente che potrebbe trattarsi di un modello fasullo volutamente disposto a favore di telecamera proprio per non svelare nulla ai nemici dell’Iran, ma allora a livello comunicativo la scelta si è rivelata disastrosa: i boiardi dello stato islamico avrebbero potuto elaborare una scheda di plastica tutta loro, non presente in commercio e nessuno avrebbe mai saputo che non fosse funzionante, ma utilizzare un modello in vendita, che chiunque può acquistare spendendo appena 700 euro, ha esposto il regime al pubblico ludibrio.