Nonostante la Cina, per mezzo di Baidu, Huawei, Tencent e Inspur sia tra le nazioni che investe di più sull’IA, ChatGpt è rimasto fuori dalla Grande Muraglia, proprio quel firewall di dimensioni immani che filtra i contenuti online lasciando così gli internauti cinesi “liberi” di muoversi solo all’interno della loro bolla, riempita con contenuti per lo più interni.
QUANDO ANCHE CHATGPT È SCOMODO
Per un regime, una intelligenza artificiale che parla senza freni può essere davvero scomoda. E probabilmente è questo il motivo per il quale ChatGpt non è mai stato accessibile dalla Cina e da Hong Kong, a meno che non si decida di passare da VPN e da un telefono registrato in Paesi terzi.
Tuttavia, una gabola tecnica per alcune settimane aveva collegato ChatGPT a WeChat, il popolare social network cinese sviluppato da Tencent. C’erano anche diversi tutorial su come connettersi a ChatGPT su WeChat, ma con avvertimenti sui rischi nel caso in cui Tencent o il governo cinese avessero poi deciso, come in effetti è avvenuto, di chiudere anche quest’unica porticina d’accesso sull’IA che fa impazzire il web.
Alcuni account WeChat che fornivano informazioni su come accedere a ChatGPT o schermate che mostravano il programma di intelligenza artificiale sono stati completamente chiusi. Il link che collegava i due programmi porta a una pagina in cui viene spiegato che “il servizio è stato sospeso perché il contenuto appartiene all’ambito dei servizi non aperti della piattaforma”, secondo la traduzione che offre il motore di ricerca.
Oltre alla Cina, le chiacchierate offerte da ChatGpt non possono essere ascoltate dagli internauti di Afghanistan, Bielorussia, Venezuela, Iran e Russia. In alcuni casi si tratta di obblighi discendenti da sanzioni internazionali, in altri da decisioni prese da governi autoritari che, ovviamente, non hanno rilasciato alcuna decisione ufficiale in merito.
CHATGPT FUORI ANCHE DALL’UCRAINA
Nelle ultime ore OpenAI ha dovuto bloccare ChatGPT anche in Ucraina: come riportato da Gizchina e dalla divisione locale di Forbes l’impossibilità di accedere all’intelligenza artificiale dal Paese “è legata alle sanzioni che si applicano anche alle regioni di Luhansk e Donetsk che sono sotto il controllo della Russia. Questo è relativo anche alla Crimea”.
Would like to appeal to ChatGPT team, @OpenAI to open your software for Ukraine. We are excited how develops AI tools. Ukrainians are tech-savy, cool & ready to test innovations now. Personally me will use your tool to make my twitter account great again. Sounds like a deal? pic.twitter.com/PoKaMZplpM
— Mykhailo Fedorov (@FedorovMykhailo) January 13, 2023
Della vicenda si è interessato persino il vicepremier ucraino Mykhailo Fedorov che, via Twitter, si è appellato direttamente alla software house cullata da Microsoft per richiedere l’apertura del sito nel Paese.