L’Intelligenza Artificiale pagherà le nostre pensioni in futuro? Uno scenario abbozzato dal direttore generale dell’Inps, Valeria Vittimberga, nel corso della puntata di Codice del 4 luglio, per aumentare le pensioni e la qualità del lavoro, diminuendo al tempo stesso il monte ore. Per fare questo, però, è necessario ripensare la contribuzione in termini di valore aggiunto rispetto alla produzione, invece che di proporzione rispetto ai salari. “Un cambio di paradigma che nasce dall’esperienza degli ultimi anni nell’IA. I progetti portati avanti impattano sulla struttura operativa ma anche sulla produzione di codici. Stiamo realizzando un progetto di Chat-AI che consente di realizzare algoritmi per condividere con gli utenti il know-how dei nostri esperti in materia”, ha sottolineato Massimiliano D’Angelo, direttore Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione dell’Inps, nel corso di “Intelligenza Artificiale per la Pubblica Amministrazione”, webinar organizzato da Start Magazine e ICINN, in collaborazione con Eni e Amplifon, nell’ambito del ciclo di seminari “AI alla prova dei fatti”. Chi c’era e cosa si è detto.
IA, NON SOLO CHAT-BOT
L’IA ha il potenziale per ridurre il divario digitale e rendere i servizi pubblici più accessibili anche per le fasce di popolazione con meno capacità digitali. L’Inps vuole accelerare questo percorso con un progetto di un chat-bot addestrato dagli stessi dipendenti.
“Il Chat-AI che stiamo sviluppando ha una base dati molto ampia ed è frutto di un addestramento continuo di migliaia di colleghi. Conoscendo i risultati di ricerca degli utenti stiamo cambiando la nostra cultura, Serve un cambiamento culturale per superare il concetto che l’IA lavorerà al posto nostro”, ha sottolineato D’Angelo.
Oltre il chat-bot c’è di più, come dimostra l’indagine di AGID di giugno che censisce i progetti sull’IA in fase esecutiva. “Abbiamo censito 120 progetti, 50 dei quali riguardano infrastrutture sostenibili. Dalla nostra ricerca abbiamo rilevato una prevalenza di utilizzo di tecniche di machine learning (oltre il 50%), seguita da un 43% che utilizza l’IA. Siamo ancora indietro sulla robotica intelligente, una trasposizione fisica dell’IA. Abbiamo 65 progetti che riguardano servizi generali della PA”, ha detto Paola Liberace (Agid). “Solo il 10% delle imprese ha avviato progetti sull’Intelligenza Artificiale, percentuale che dimostra la difficoltà di adozione di questa tecnologica. L’IA sa reperire bene le informazioni, riorganizzarle, sintetizzarle in maniera semplice. Un’altra caratteristica è la capacità di parlare il linguaggio umano”, ha aggiunto.
AI PER TROVARE LAVORO E INDIVIDUARE LE CRISI AZIENDALI
L’IA potrà aiutare le persone a trovare lavoro e scoprire le proprie inclinazioni personali.
“Chiunque può registrarsi su SIISL e caricare il suo CV. L’IA contribuirà a far incontrare offerta e domanda. Gli stessi percorsi formativi sono gestiti sulla base delle inclinazioni personali. La prossima frontiera è guidare l’utente con sistemi copilota che li portano a individuare queste inclinazioni”, ha detto Massimiliano D’Angelo, direttore Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione Inps.
L’Intelligenza Artificiale permetterà anche di riconoscere i primi sintomi di una crisi: “Un’azienda arriva a una crisi dopo anni. Il progetto dell’INPS mira a mappare queste situazioni mettendo in parallelo con sistemi di machine learning aziende sane e imprese che sono in crisi. L’analisi dei percorsi di questi campioni ha permesso di definire modelli per individuare le sintomatologie. È in fase di addestramento un percorso per costruire modelli a disposizione di diversi organi. Puntiamo a definirlo entro l’anno”, ha detto D’Angelo.
COSA SERVE? INVESTIMENTI E REGOLE MA NON TROPPE
Gli investimenti sono imprescindibili per l’affermazione dell’IA nella Pubblica Amministrazione.
“L’IA non si fa a costo zero, altrimenti è nociva. Quindi è estremamente importante fare un’analisi del ritorno degli investimenti per capire dove l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale ha senso”, ha detto Marta Colonna, direttore Direzione Legale, Compliance & Tech Ethics – Chief Legal Officer PagoPA S.p.A.
Servono anche regole e linee guida per aiutare la PA a districarsi nel labirinto dell’IA.
“Nel mese di febbraio AGID ha pubblicato le sue prime linee guida per adozione e sviluppo di applicazioni di IA, strumenti per orientarsi nell’opportunità che la PA deve cogliere. Serve un modello per l’adozione, che favorisca la comprensione dei rischi in un quadro strategico”, ha detto Paola Liberace.