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Come l’intelligenza artificiale dipinge il nuovo mercato dell’arte

Grazie agli algoritmi è possibile prevedere le opere d’arte e i beni da collezione che risultano essere più liquidi e rivendibili e quindi profittevoli nel breve periodo

L’intelligenza artificiale cambia anche il mercato dell’arte e quello delle auto d’epoca. Le nuove frontiere della tecnologia, infatti, riescono ad individuare le opere d’arte e i beni da collezione che risultano essere più liquidi e rivendibili e quindi profittevoli nel breve periodo.

La startup fintech Kellify, nel report di Deloitte” Il mercato dell’arte e dei beni da collezione”, racconta come tutto questo sia possibile.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: APPLICAZIONI BASE

In realtà, l’intelligenza artificiale ha già ampiamente incontrato il mondo artistico: nel 2018, le tecnologie di Intelligenza artificiale sono state largamente utilizzate nella prevenzione anti-frode, nelle catalogazione e raccomandazione delle opere.

DIPINTI ORIGINALI

C’è anche molto di più nell’applicazione dell’Intelligenza artificiale al mondo dell’arte: è possibile creare dipinti originali. È il caso di Portrait of Edmond de Belamy, che Christie’s ha battuto all’asta per per un hammer price di $432.000, sancendo l’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nel mercato dell’arte quale nuovo Artista.

IL MERCATO: ATTENZIONE ALL’INVESTIMENTO

Guardando al mercato dell’arte, bisogna fare delle premesse. Secondo quanto si legge nel report che Deloitte ha condotto con ArtTactic, circa 2 collezionisti su 3 e 9 operatori del settore su 10 sostengono che la spinta all’acquisto di oggetti d’arte e da collezione arrivi dalla forte passione verso questo mondo, ma che non manca, ovviamente, l’attenzione al valore dell’investimento.

L’AIUTO ARRIVA DALL’ALGORITMO

Ed anche su questo fronte l’intelligenza artificiale può fare la differenza, attraverso l’applicazione di un algoritmo proprietario di apprendimento automatico. Kellify, grazie alla tecnologia, ha fatto degli investimenti in arte – tradizionalmente profittevoli nel lungo periodo, grazie all’ausilio di fondi specializzati che prospettano un ritorno nel lungo termine (oltre i 10 anni) e che richiedono una quota di ingresso solitamente non inferiore a €100.000 – degli asset class alla portata del grande pubblico e profittevoli nel breve periodo.

IL FUNZIONAMENTO

Gli algoritmi apprendono il comportamento delle case d’asta e degli investitori, sfruttando le capacità predittive di ogni singola transazione e facendo emergere bias, patterns e schemi ricorrenti, compiendo quindi le corrette scelte grazie al Deep Learning: per assicurare un’opera d’arte prevedendone la futura liquidità, investire in un’auto d’epoca o strutturare un portafoglio non correlato composto da beni da collezione a cui approcciare in maniera sistematica e quantitativa.

ACCORCIARE LE DISTANZE

Dunque, la tecnologia aiuta ad accorciare la distanza tra le persone e la finanza, portando trasparenza in un mercato tipicamente elitario e fortemente connotato dalle emozioni.

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