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Leonardo Riassetto

Ecco come Leonardo-Finmeccanica ripartirà dopo la pandemia

Tutti i dettagli sugli incontri avuti dai sindacati presenti in Leonardo con i vertici delle divisioni Elettronica e Cyber del gruppo guidato da Profumo. L’intervento di Michele Zanocco, segretario nazionale Fim Cisl

ELETTRONICA

Il responsabile della Divisione di Leonardo ha ripercorso gli interventi avvenuti nella fase iniziale ed acuta dell’epidemia descrivendo quelle che sono state le azioni compiute nella prima emergenza contraddistinte da una prima azione di forte ricorso alla remotizzazione funzionale alla riduzione delle presenze nei 17 siti che aveva portato alla presenza on site di circa il 18% della popolazione aziendale.

Come per le altre Divisioni, sono state messe in campo tutte le azioni di sicurezza e prevenzione previste dal Protocollo sottoscritto tra le parti, funzionali alla sanificazione ed igienizzazione dei luoghi di lavoro, al distanziamento sociale migliorando progressivamente la distribuzione dei DPI necessari.

Il responsabile di Divisione ha sottolineato l’importante opera che hanno svolto i Comitati di Sito (RSU, RLS, RSPP, medico competente ed HR) che attraverso un coinvolgimento, un confronto ed un monitoraggio costante hanno consentito di creare le condizioni per una reale messa in sicurezza dei siti e di programmare la crescita delle presenza, che è passata progressivamente al 33% medio, anche attraverso la definizione di turni avvicendati che hanno coinvolto non solo il personale diretto di produzione ma anche di ingegneria.

Il prossimo periodo sarà contraddistinto da un’azione di progressiva crescita delle presenze in sito, sino a raggiungere un massimo del 50-60%, previa un’analisi in ogni singolo sito per verificare il rispetto delle condizioni di sicurezza.

Lo smart working sarà uno strumento organizzativo fondamentale che l’azienda intende rendere strutturale.

Per la divisione elettronica in generale la nuova organizzazione del lavoro vedrà il 50% della popolazione in attività da remoto con la suddivisione tra chi opererà quattro giorni la settimana in smart working e chi due giorni.

Un’analisi di dettaglio sulle attività svolte dai responsabili diretti assieme ai lavoratori, potrà trovare anche altre soluzioni.

La presenza media nei siti con attività a turni avvicendati potrà andare dal 65 al 70% con l’obiettivo di arrivare alla totalità della forza lavoro operativa.

La BU SDI, dopo una prima fase di generalizzato utilizzo dello smart working per l’allontanamento dai siti, ora ha provveduto ad un’analisi di dettaglio sulle singole attività immaginando la possibilità di utilizzo di questo strumento per il 52% della popolazione aziendale, che sarà modulato suddividendo, di massima, la popolazione in tre fasce: le persone vulnerabili pari al 6%, con remotizzazione al 100%, il personale di staff pari al 18% con remotizzazione pari al 33%, il 28% della popolazione con una modulazione per attività, definita e condivisa tra lavoratori e responsabili diretti.

La Bu Automation ha seguito le stesse linee guida sulla sicurezza e vedrà lo sviluppo delle attività con il 33% delle presenze massime in azienda ed il 66% della popolazione in smart working.

Dal punto di vista industriale l’azienda sottolinea come le attività per l’anno 2020 siano state rallentate ma, pur di fronte alla crisi in atto, non hanno subito particolari riduzioni quindi non sono prevedibili problemi di carichi di lavoro. Anche le attività di manufacturing segnano una buona curva di ripresa (grazie al comportamento esemplare dei lavoratori).

L’azienda opererà per recuperare la fase commerciale che nel primo trimestre dell’anno aveva segnato buone performance, in linea con il 2019 e che garantiscono un backlog importante.

Per quanto riguarda gli investimenti non sono previste cancellazioni ma normali modulazioni per quelli correnti, legati alla frenata delle attività degli ultimi due mesi.

CYBER

Le attività che svolge la divisione hanno consentito sin dall’inizio della crisi la possibilità di procedere ad una grande remotizzazione delle attività arrivando ad oltre il 90% di personale in smart working e circa il 10% di personale presente nei siti o presso i clienti.

Sono state fatte tutte le azioni per la messa in sicurezza dei siti dal punto di vista sanitario igienico ed operativo garantendo la fornitura dei Dpi necessari ai lavoratori.

Dal punto di vista industriale si sono registrati dei rallentamenti delle attività nazionali ed internazionali derivate dagli effetti della crisi che però non sembrano aver compromesso la stabilità industriale ed occupazionale della Divisione.

Pur non registrando particolari tensioni, la Divisione sarà in grado di avere delle stime più precise verso la metà del prossimo mese di maggio.

Dal punto di vista organizzativo entro il mese di maggio la Divisione prevede la seguente distribuzione delle attività: Genova vedrà la presenza di personale in site pari al 23%, Laurentina del 17%, Chieti all’8%, Campi Bisenzio al 7%, Nerviano 25%.

Dal punto di vista commerciale si registrano dei ritardi derivati dallo slittamento di gare ma parallelamente sono state lanciate nuove iniziative per prodotti di remote smart office, track intelligence e soluzioni per il ritorno al lavoro tra le quali sistemi di telecamere termiche: sono in corso azioni commerciali anche verso soluzioni per le istituzioni del nostro paese.

Come Fim Cisl registriamo con favore la tenuta industriale delle Divisioni che consentono la riattivazione progressiva e la riduzione del numero delle persone precedentemente escluse dalle attività sino alla piena saturazione degli organici che elimina, ad oggi, qualsiasi utilizzo degli ammortizzatori sociali garantendo a tutti i lavoratori la continuità retributiva ed occupazionale.

Riteniamo necessario prevedere ulteriori incontri divisionali con i coordinamenti nazionali per approfondire in modo più preciso le condizioni dei carichi di lavoro e commerciale chiedendo sin da ora di prevedere modalità e tempi più congrui funzionali ad una partecipazione più ampia ed efficace. Abbiamo chiesto la convocazione di un incontro dedicato per Vitrociset.

Abbiamo sottolineato le difficoltà che si sono riscontrate nella fase iniziale dell’emergenza soprattutto nelle aree nel nord del paese colpite per prime ed in modo pesante dalla fase iniziale dell’epidemia, pur riconoscendo gli importanti accordi per la gestione raggiunti in ogni sito e il valore del percorso di condivisione che dovrà proseguire dato che non è prevedibile a breve un rientro alla normalità.

Come Fim Cisl abbiamo ribadito la necessita di condividere la diversificazione della diffusione epidemiologica nel territorio nazionale e quindi considerare doverose risposte adeguate alle varie condizioni nei singoli siti e l’applicazione di queste a tutti i dipendenti presenti garantendo maggior autonomia decisionale agli HR di sito.

L’attenzione alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori deve vedere il potenziamento delle misure di prevenzione quali il controllo delle temperature in ingresso, igiene, sanificazione, contingentamento del personale, modulazione dell’organizzazione del lavoro, dispositivi di protezione individuale, garanzia del rispetto delle distanze di sicurezza accompagnati da più efficaci modalità di confronto ed informazione a livello di singolo sito che non può e non deve vedere l’azienda distratta o superficiale.

È necessario condividere un Protocollo per la Ripresa funzionale a definire nuove modalità per una gestione fuori dell’emergenza ma che garantisca il massimo livello di tutela nella sicurezza.

Per questo si devono prevedere azioni concrete per garantire la sussistenza di condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro compreso il potenziamento del controllo della temperatura in ingresso e se del caso di screening sierologici.

Servirà continuare a tenere alta l’attenzione soprattutto nei territori più colpiti anche identificando modalità per la riduzione degli spostamenti anche per il personale diretto e definire specifiche modalità operative e coperture per coloro i quali saranno chiamati a svolgere le loro attività in trasferte per servizio in Italia o all’estero.

Sarà necessario intervenire strutturalmente sulla valutazione del rischio e sul DVR aziendale nei singoli siti, rivolgendo attenzione alle persone cosiddette “fragili” con patologie o con familiari a rischio.

Andrà inoltre posto il tema dell’utilizzo della mensa aziendale che va affrontato sia dal punto di vista della sicurezza per i lavoratori che dal punto di vista occupazionale per il personale del servizio.

Con il rischio concreto dello spostamento a settembre della riapertura degli istituti scolastici, riteniamo, altresì necessario analizzare il problema delle famiglie con minori.

LA POSIZIONE DI LEONARDO

Leonardo ha confermato che il modello di relazioni sin qui definito che ha visto l’analisi della situazione generale e l’identificazione di strumento per la gestione complessivi e collettivi a livello nazionale e il loro utilizzo concordato a livello di singolo sito.

Ha inoltre ribadito la volontà di concordare con Fim Fiom Uilm Nazionali un Protocollo per la “Fase 2” confermando, tra l’altro, di aver in corso un’analisi per l’utilizzo di test sierologici oltre ad iniziative quali l’installazione dei termoscanner agli ingressi dei siti alle quali sarà necessario accompagnare e migliorare quanto fatto sinora in termini di sicurezza e prevenzione oltre che di istituti a copertura a tutela dei lavoratori per gestire il prossimo periodo che avrà una durata più lunga nel tempo anche se con ricadute su un numero inferiore di persone rispetto alla fase acuta dell’epidemia.

Per questo il giorno 21 aprile Fim, Fiom, Uilm nazionali e azienda si incontreranno per avviare il confronto funzionale alla definizione del nuovo Protocollo.

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