È uno dei maggiori auspici arrivati nel corso del convegno “Fairness, innovazione e concorrenza nella Data Economy”, organizzato all’Università Europea il 12 marzo. Sono intervenuti Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati, Joe Cannataci, Special Rapporteur on the right to privacy delle Nazioni Unite, insieme ad esponenti di Agcom, Agcm e a un panel di docenti universitari.
Buttarelli ha aperto il convegno sostenendo che non possiamo far fronte alle sfide del futuro utilizzando gli strumenti che abbiamo, che sono ancora orientati al passato. È emerso dalle sue parole la necessità di un accordo europeo in materia di disciplina dei “big tech”, ma non necessariamente antitrust. Quest’anno ci saranno elezioni in 13 Stati membri in aggiunta alle elezioni europee. Il Garante ha espresso preoccupazione per la mancanza di una visione comune, europea, in materia di Data Economy, come anche in ambito politico. La soluzione? Servono azioni regolatorie discusse e coordinate fra tutte le autorità, non si può continuare a intervenire lavorando a compartimenti stagni.Cannataci ha cercato di chiarire il significato del termine Fairness, parlando di equità, correttezza e giustizia, non solo per la tutela della concorrenza, ma anche in materia di data protection law, nel contesto del mercato digitale europeo. Per Cannataci la protezione dei dati è sinonimo di protezione dei diritti umani, perché ci sono contesti diversi, culturalmente distanti, dove abusi sui diritti fondamentali vengono perpetrati dagli stessi governi attraverso un utilizzo illecito dei dati personali. È “fair” – si è chiesto Cannataci – per i governi spiare i cittadini nel proprio ecosistema digitale? Lo è profilarli? È “fair” per le persone dire ciò che vogliono su un altra persona nell’ecosistema digitale senza adeguate protezioni?
Sono poi intervenuti Emanuele Bilotti, Coordinatore del Corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università Europea di Roma, e Valeria Falce, Jean Monnet Professor di EU Innovation Policy dell’Università Europea di Roma, che ha ricordato la necessità di una convergenza tra diritti fondamentali, innovazione e processo concorrenziale, il cui collante è e deve essere, appunto, la Fairness, per superare la tentazione di applicare i modelli antitrust tradizionali e fare invece un salto di qualità prima di intervenire, unendo per questo competenze scientifiche e giuridiche al fine di cercare soluzioni.
Hanno animato la tavola rotonda della mattina (qui la registrazione video) Gabriella Muscolo (AGCM), Antonio Martusciello (AGCOM), Anna Papa(Università “Parthenope” di Napoli), Renato Nazzini (King’s College London), Alfonso Celotto (Università degli Studi “Roma Tre”), Pietro Manzini (“Alma Mater Studiorum” Università di Bologna), Giovanni Sartor (European University Institute), e Guido Smorto (Università degli Studi di Palermo).
Nel pomeriggio sono intervenuti (qui la seconda parte) Alberto M. Gambino (Prorettore Vicario, Università Europea di Roma, e Presidente dell’Italian Academy of the Internet Code), Antonio Perrucci (AGCOM), Emanuela Delbufalo (Università Europea di Roma), Augusto Preta (ITMedia Consulting), Giuseppe Colangelo (Università degli Studi della Basilicata), e Philipp Fabbio (Università Mediterranea di Reggio Calabria).
In sostanza, tutti hanno sottolineato l’importanza di trasparenza ed efficienza nella gestione dei dati, di misure adottate dagli operatori del settore a garanzia del mantenimento di un sistema concorrenziale e di strumenti volti a correggere i possibili disequilibri. Un messaggio importante anche per i rappresentanti delle industrie e delle imprese del settore, presenti insieme all’Istituto per la Cultura dell’Innovazione, con il patrocinio dell’Accademia Italiana del Codice di Internet .
Qui un altro articolo di Start che presentava la manifestazione
Resoconto pubblicato qui