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Facebook realizzerà un cavo sottomarino per connettere meglio l’Africa

Facebook punta a un cavo sottomarino intorno al continente africano per aggirare i costi della banda larga e consentire a più persone di iscriversi al social network di Mark Zuckerberg. Ecco che cosa ha scritto il Wall Street Journal e quali sono le strategie africane di altri colossi come Google

Una circumnavigazione dell’Africa per connetterla. Sarebbe questo secondo il Wall Street Journal il piano di Facebook: sviluppare un cavo sottomarino che circondi il continente in modo da ridurre i costi della banda larga e rendere il social network più accessibile per più utenti. Ecco i dettagli.

IL PROGETTO SIMBA

In base alle fonti citatate dal Journal, Facebook sarebbe in trattativa per gestire un cavo dati sottomarino che aggirerebbe gran parte delle coste africane. Il progetto in tre fasi, chiamato Simba come il protagonista in “Il re leone”, potrebbe collegarsi a punti di accesso in diversi paesi delle coste orientali, occidentali e mediterranee. Ciò contribuirebbe a migliorare l’accesso a Facebook per la popolazione africana e potrebbe abbassare i costi della connessione dati della rete tagliando le società intermedie.

Secondo Greg Variscom, ad di Cinturion, una società privata che pianifica il proprio sistema di cavi nell’Oceano Indiano, un progetto del genere potrebbe costare fino a 1 miliardo di dollari.

LE ALTRE POTENZIALI AZIENDE COINVOLTE

Questo sistema potrebbe anche avvantaggiare aziende di telecomunicazioni partner come MTN e Vodafone che già servono economie in forte espansione in Sud Africa e Nigeria. Quest’ultime potrebbero contribuire a pagare il progetto via cavo in cambio di alcune delle sue infrastrutture in fibra ottica. Al momento una portavoce di MTN ha rifiutato di commentare mentre Vodafone non ha risposto alla richiesta di commento.

I CAVI DI FACEBOOK

In realtà Simba non è la prima incursione di Facebook nei cavi sottomarini, le linee in fibra ottica ad alta capacità che trasportano la maggior parte del traffico Internet principale del mondo. La società guidata da Mark Zuckerberg ha diretto progetti che collegano i mercati del Nord America, dell’Europa e dell’Asia orientale, condividendo di solito il fardello degli investimenti con le società di telecomunicazioni tradizionali, che non hanno i soldi per sistemare i cavi da soli.

I dirigenti del settore affermano che il sistema Simba proposto è unicamente ambizioso. Il progetto offrirebbe ai data center europei e asiatici di Facebook un collegamento dedicato e affidabile ai mercati africani in crescita dove le app come WhatsApp sono già popolari. La società ha finanziato reti regionali in economie emergenti come l’Uganda per aiutare a collegare i circa 3,8 miliardi di persone in tutto il mondo che ancora non hanno accesso a Internet.

LA VERSIONE DI MENLO PARK

Su Simba al momento il portavoce di Facebook Travis Reed non ha voluto commentare. “Guardiamo in tutto il mondo quando consideriamo le linee via cavo sottomarine”, ha chiosato Reed. Nel frattempo il Wsj ha puntualizzato che l’accordo per il piano africano non è garantito e potrebbe addirittura sfumare.

ANCHE GOOGLE E HUAWEI SI FIONDANO SUL CONTINENTE NERO

Facebook è una delle numerose grandi aziende tecnologiche statunitensi che hanno assunto un ruolo crescente nella pianificazione e nel finanziamento delle infrastrutture Internet, soppiantando le compagnie telefoniche tradizionali che erano solite dominare il settore. Alphabet, la parent company di Google, ha realizzato cavi a fibre ottiche in diverse città e lanciato palloni con raggio a banda larga in aree difficili da raggiungere. Non solo, sempre Alphabet è in trattativa per costruire un sistema di cavi chiamato Equiano lungo la costa occidentale dell’Africa. Anche la cinese Huawei ha puntato sul continente nero: attraverso una filiale che costruisce un cavo sottomarino per l’Oceano Indiano sta lanciando collegamenti via cavo con l’Africa.

GLI UTENTI NON CRESCONO COME UN TEMPO

Dietro la probabile mossa africana c’è lo spettro crescita per Facebook. L’era della crescita senza sosta è finita da tempo. Sebbene la società di Menlo Park sia lontana dal punto in cui potrebbe iniziare a contrarsi, la crescita negli Stati Uniti e in Canada, così come in Europa, si è interrotta completamente e sembra addirittura diminuire. In attesa di conoscere i dati del primo trimestre del 2019, presentati il prossimo 27 aprile, andiamo a ripercorre quelli dell’ultimo trimestre dell’anno passato. Gli utenti attivi mensili sono rimasti invariati in Nord America a 185 milioni, ma sono saliti in tutte le altre regioni, registrando una crescita particolarmente forte nell’area Asia-Pacifico.

INTERESSATO AGLI AFRICANI PIÙ CHE ALL’AFRICA

Se Facebook vuole continuare ad aggiungere utenti ora che oltre 2,3 miliardi di persone sono già registrate, è fondamentale che riesca a essere accessibile all’interno di un singolo continente così popoloso come l’Africa. Sebbene il servizio Internet nel suo insieme possa essere inaffidabile in Africa a causa di un’infrastruttura in via di sviluppo che non sempre offre collegamenti veloci e coerenti con il resto del mondo,  garantirebbe comunque che tutti i servizi di Facebook (in particolare quelli più diffusi nell’area, come WhatsApp) siano a portata di mano e si comportino come ci si aspetterebbe.

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