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Venture Capital

Venture capital, ecco il bilancio 2018 in Europa (con luci e ombre)

Venture Capital, in Europa si investono più fondi ma crolla il numero delle operazioni. Il Venture Report 2018 redatto dalla compagnia Pitchbook restituisce numeri contraddittori. Se da un lato si registra un’incremento del 4% dei fondi investiti, per contro emerge un -26% del numero dei beneficiari dei finanziamenti. Le startup che hanno goduto degli investimenti,…

Venture Capital, in Europa si investono più fondi ma crolla il numero delle operazioni.

Il Venture Report 2018 redatto dalla compagnia Pitchbook restituisce numeri contraddittori. Se da un lato si registra un’incremento del 4% dei fondi investiti, per contro emerge un -26% del numero dei beneficiari dei finanziamenti.

Le startup che hanno goduto degli investimenti, nel Vecchio Continente, sono 3384, per un totale di 20,5 miliardi.

In media ciascuna riceve 900mila euro, anche se si registra una sempre maggiore concentrazione di operazioni a vantaggio di aziende medio grandi e già giunte alla fase di consolidamento. Circostanza questa che limita sensibilmente le risorse destinate alle startup che si trovano nella loro fase iniziale. A sopperire a questa lacuna, comunque, stanno provando i governi, stanziando finanze dedicate allo scopo.

PIÙ SOLDI, MENO BENEFICIARI

L’andamento complessivo del venture capital in Europa è in crescita dal 2009, ma soltanto se si analizza il valore complessivo. La curva del grafico relativo al numero delle operazioni di finanziamento descrive un andamento in netto calo che perdura da tre anni.

Dal punto di vista geografico, l’Italia si conferma uno dei paesi meno propensi all’investimento nelle startup. Poco più dl 5% del valore complessivo degli investimenti infatti atterra nell’Europa Meridionale. Meglio di noi fanno i paesi nordici, la Francia e il Benelux, il blocco Germania-Svizzera, Austria e soprattutto Gran Bretagna e Irlanda, in cui troviamo il grosso del capitale.

CRESCE IL CORPORATE VENTURE

Un altro dato che emerge è la significativa presenza di capitali americani negli investimenti, che ha sfondato il tetto del 20% dopo anni con una media dell’11-14% della scorsa decade. Si tratta fin qui del picco assoluto.

La crescita riguarda anche il settore del corporate venture capital, ovvero la pratica per cui l’investitore, oltre a sostenere finanziariamente la startup, ne acquisisce quote per finalità strategiche, spesso correlate alla capacità tecnologica. Anche qui, si consolida la presenza nel later stage, lo stadio avanzato delle startup, con una media di investimenti da 12 milioni di euro. Spiccano tuttavia operazioni ad alto impatto, come quella che Microsoft e Bmwi hanno concluso nel settore dell’intelligenza artificiale, con Graphcore.

LA RESA DEI DISINVESTIMENTI

Per quanto riguarda la resa dei disinvestimenti, gli exit le startup nel corso del 2018 hanno fruttato 47,5 miliardi, ben il 165% in più dell’anno precedente, seppure spalmato sul 30% di startup in meno. Un dato poco positivo, analogo a quello sul totale degli investimenti, riguarda i nuovi fondi: nel corso dell’anno ne sono nati appena 62 (-23%) che cubano una media fra i 123 e i 159 milioni (nel 2017 la forbice era 77-114 milioni)

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