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Amazon Recensioni False

Ecco perché l’Antitrust indagherà sul marketplace di Amazon

Che cosa si legge nella delibera del Garante del mercato con cui l'Autorità ha avviato un'istruttoria nei confronti di 5 società del gruppo Amazon

Faro dell’Antitrust puntato sul colosso dell’e-commerce di Seattle. Oggi l’Authority ha annunciato l’avvio di un’istruttoria nei confronti di cinque società del gruppo Amazon per accertare un presunto abuso di posizione dominante nel settore delle spedizioni legate al marketplace di Amazon.

Finiscono sotto indagine: Amazon Services Europe S.r.l., Amazon Europe Core S.r.l., Amazon EU S.r.l., Amazon Italia Services S.r.l. e Amazon Italia Logistica S.r.l.

LA VIOLAZIONE IMPUTATA AD AMAZON

Come si legge nel provvedimento, il gigante dell’e-commerce avrebbe violato l’art. 102 del TFUE.  In particolare, secondo l’Agcm Amazon conferirebbe unicamente ai venditori terzi che aderiscono al suo servizio di logistica (“Logistica di Amazon” o “Fulfillment by Amazon”) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta e di miglioramento delle proprie vendite su Amazon.com, rispetto ai venditori che non sono clienti di Logistica di Amazon.

L’IMPORTANZA DELLA PRIMA PAGINA DEI RISULTATI

Quanto il posizionamento di un prodotto nelle schermate di ricerca da parte dei consumatori sia determinante è messo nero su bianco dalla stessa Authority. Come si legge nel provvedimento, infatti, “il 70% dei consumatori controlla unicamente le offerte mostrate nella prima pagina dei risultati, senza mai arrivare alla seconda pagina. Il 35% acquista il prodotto corrispondente al primo risultato e il 64% uno dei primi tre”. E sempre dalla ricognizione dell’Antitrust si capisce quanto Amazon sia un ambiente fondamentale per lo shopping: più della metà dei rispondenti a una indagine ad hoc utilizza il sito Amazon.com per iniziare la ricerca di un prodotto da acquistare online, contro il solo il 13% che ha iniziato la ricerca direttamente sul sito web del venditore.

ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

Attraverso tali condotte, Amazon sarebbe in grado di sfruttare indebitamente la propria posizione dominante nel mercato dei servizi d’intermediazione sulle piattaforme per il commercio elettronico per restringere significativamente la concorrenza nel mercato dei servizi di gestione del magazzino e di spedizione degli ordini per operatori di e-commerce (mercato dei servizi di logistica), nonché potenzialmente nel mercato dei servizi d’intermediazione sui marketplace, a danno dei consumatori finali.

Secondo l’Antitrust queste condotte potrebbero non essere proprie di un confronto competitivo basato sui meriti, quanto piuttosto sulla possibilità di Amazon di discriminare sulla base dell’adesione o meno da parte dei venditori al proprio servizio di logistica FBA (“self-preferencing”).

ISPEZIONI DELLA FIAMME GIALLE

Nella giornata di oggi l’Authority ha svolto ispezioni nelle sedi di alcune delle società interessate, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Il procedimento si concluderà entro il 15 aprile 2020.

GIÀ PIZZICATA DALL’ANTITRUST TEDESCA

Amazon sta affrontando un crescente controllo da parte dei regolatori di tutto il mondo per sospetto abuso di posizione dominante nel settore degli acquisti online. Prima della lente italiana, a novembre ci ha pensato l’autorità tedesca garante per la concorrenza ad avviare un procedimento contro il gigante del commercio online allo scopo di verificare le condizioni commerciali nei confronti degli esercenti che usano la piattaforma Marketplace su amazon.de. Come aveva riportato il Sole 24 Ore, secondo la tesi dell’organismo con sede a Bonn, Amazon svolgerebbe una funzione di “Gatekeeper”, di guardiano nei confronti dei clienti. “Il doppio ruolo di esercente più grande e di Marketplace più grande contiene il potenziale per impedire ad altri commercianti l’accesso alla piattaforma”. Dopo molte denunce l’autorità per la Concorrenza ha deciso di verificare se in effetti Amazon sfrutta la sua posizione di mercato a scapito di altri commercianti attivi sul Marketplace.

PRONTA LA SCURE EUROPEA

Lo scorso mese il commissario europeo alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha dichiarato che l’Antitrust Ue potrebbe annunciare presto un’indagine formale sul gigante tecnologico di Seattle, nello specifico sull’uso dei dati sui venditori terzi. Non a caso, lo scorso settembre il regolatore europeo ha avviato un’indagine presso i commercianti affiliati ad Amazon proprio sull’utilizzo dei loro dati. Amazon consente infatti a terze parti di vendere merci su Amazon.com attraverso il suo programma venditore. L’indagine della Vestager mirava a determinare se Amazon mette questi venditori di terze parti in una posizione di svantaggio utilizzando i dati di vendita per incrementare le proprie vendite. Anche a casa propria non sembra passarsela molto bene. Anche i legislatori statunitensi stanno accendendo la luce sulle possibili pratiche antitrust messe in atto da Amazon. L’ultima la senatrice Elizabeth Warren, democratica del Massachusetts in corsa per la presidenza degli Stati Uniti: “La mia amministrazione apporterà grandi cambiamenti strutturali al settore tecnologico per promuovere una maggiore concorrenza, tra cui lo smembramento di Amazon, Facebook e Google”.

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