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Open Fiber

Ecco i rischi di una rete unica Tim-Open Fiber

Tim-Open Fiber? Meglio reti separate. Ecco perché. L'opinione di Enrico Boccardo, presidente della Coalizione per il Fixed Wireless Access

La fusione tra le reti di Tim e di Open Fiber? “La creazione di un nuovo monopolio comporta dei rischi, per i quali sarebbe necessario avviare un confronto con tutti gli operatori prima di andare fino in fondo”.

Così Enrico Boccardo, presidente della Coalizione per il Fixed Wireless Access, commenta con Start Magazine il dibattito in corso dopo le novità al vertice di Tim e i piani annunciati dal governo sulla rete.

Boccardo, fondatore e presidente dell’azienda torinese Bbbell, il 20 novembre è stato eletto presidente della Coalizione del Fixed Wireless Access che rappresenta oltre 60 aziende ad azionariato prevalentemente italiano che impiegano 8500 addetti, con un fatturato complessivo di oltre 3 miliardi di euro.

Ma come giudica l’associazione il processo di eventuale scorporo rete Tim e fusione con Open Fiber: “In questa operazione ravviso criticità per la libera concorrenza. La creazione di un nuovo monopolio comporta dei rischi, per i quali sarebbe necessario avviare un confronto con tutti gli operatori prima di andare fino in fondo”, risponde il presidente.

“Un primo passo avanti – aggiunge Boccardo – potrebbe essere specificare un ruolo esclusivamente “wholesale passivo” del nuovo soggetto, seppure già ora molti operatori infrastrutturali, sia FTTH che FWA, stiano questo tipo di servizio a banda ultralarga”.

Il presidente dell’associazione sottolinea poi i rischi della eventuale fusione delle reti Tim e Open Fiber per i consumatori, “per i quali i costi crescenti avrebbero ricadute negative dopo anni di concorrenza aperta e volta alla riduzione dei prezzi”.

Boccardo sottolinea infine il ruolo della Coalizione che è “importante per le zone difficilmente raggiungibili”. Le priorità del programma di Boccardo per l’associazione? “Il contributo delle tecnologie FWA per la diffusione della banda ultralarga è innegabile. La tecnologia FWA è molto versatile. Viene prevalentemente impiegata in tutte le aree extra urbane e rurali ma anche nelle aree limitrofe alle grandi città ed aree industriali. L’utilizzo massivo è proprio nelle aree più difficilmente raggiungibili, i cosiddetti cluster C+D”.

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