Qualcosa si muove in Cina, dove, prendendo proprio come esempio le ultime mosse di Huawei – il colosso hi-tech bannato dagli Usa dall’ex presidente Donald Trump – si può dire che c’è una gran voglia di assaggiare nuovi mercati, verbo non casuale se si pensa che l’azienda asiatica ha iniziato a vendere carne di bovino dal proprio store. Non rivoluziona altrettanto il proprio business ma anche ByteDance, la software house nota per il social TikTok, starebbe chiudendo una operazione degna di nota, nel settore dei chip.
There are reports circulating on media / social media that Huawei is now the largest importer of beef in China as the company had to accept beef as payment in lieu of cash from Argentina for 5G equipment purchased by the South American country… Huawei has been selling beef… pic.twitter.com/wLckga6yPo
— Byron Wan (@Byron_Wan) June 12, 2024
BYTEDANCE PER I CHIP GUARDA AGLI USA?
Reuters ha infatti rivelato che ByteDance avrebbe avviato una interlocuzione con il progettista di chip statunitense, Broadcom, per sviluppare un processore di AI avanzato che garantirebbe allo stesso proprietario di TikTok una fornitura di chip di fascia alta.
Le trattative sarebbero già a buon punto e la voce di corridoio troverebbe conferma nel fatto che, lo scorso marzo, Broadcom aveva comunicato ai propri investitori di aver aggiunto un nuovo cliente per la sua attività di acceleratore di intelligenza artificiale per i consumatori e che spedirà i prodotti a questa azienda nei prossimi mesi, senza fornire un nome.
UNA ALLEANZA INUSUALE?
Sono tanti gli aspetti che sorprendono di questa collaborazione. In primis il fatto che i rapporti Usa – Cina non siano idilliaci, né sul fronte geopolitico, né su quello hi-tech. Gli Usa si sono appena trincerati dietro dazi elevatissimi per tutelare la propria produzione di pannelli solari e auto elettriche, comparti in cui il Dragone non teme rivali.
Non solo. Se l’Intelligenza artificiale è già di per sé guardata con sospetto dal legislatore statunitense, lo è a maggior ragione quando arriva dalla Cina o ha comunque a che fare con il Paese asiatico. Inoltre, tale collaborazione si inserisce in un mercato – quello dei semiconduttori – di cui il mondo s’è scoperto affamato con la ripresa post pandemica, fatto responsabile delle nuove tensioni nell’area di Taiwan, dove tradizionalmente si concentra la produzione.
E poi sullo sfondo svetta la querelle tra ByteDance e il Congresso Usa che non vuole più TikTok su suolo americano finché continuerà a essere gestita da una azienda eccessivamente allineata col governo cinese. Insomma, dopo Huawei, ByteDance rischia di essere il secondo colosso cinese bandito dagli Stati Uniti d’America.
LA CINA AFFAMATA DI CHIP PER L’IA
Proprio Huawei, secondo termine di paragone piuttosto ricorrente – sotto gli occhi di tutti per il modo in cui è riuscita a rialzarsi dopo il ban statunitense -, a inizio anno s’è così concentrata sullo sviluppo di microchip per l’Intelligenza artificiale da aver deciso di sacrificare e rallentare la produzione dei telefoni Mate 60, il modello più recente – stando alle rivelazioni di Reuters.
UN ACCORDO AL RIPARO DALLE LITI TRA USA E CINA?
I concorrenti occidentali di ByteDance, anzitutto Meta dato che opera nel settore dei social, ma anche Microsoft e Google, stanno già utilizzando o sviluppando i propri chip su misura per le attività di Ai da abbinare e integrare nei loro servizi. Chiara l’intenzione di ByteDance di mettersi in scia, anche se l’operazione, come detto, sorprende.
Occorre comunque sottolineare altri due aspetti: Broadcom fornisce già un processore IA a 7 nanometri di vecchia generazione da utilizzare nei data center di ByteDance. Inoltre, almeno al momento, il chip da 5 nanometri oggetto della trattativa sarebbe conforme alle restrizioni sull’export Usa mentre la produzione sarebbe esternalizzata alla Tsmc di Taiwan. Questo dovrebbe mettere al riparo le parti dalle tensioni geopolitiche, anche se molto dipenderà dal prossimo inquilino della Casa Bianca.