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Difesa

Difesa, ecco cosa farà Israele per l’Italia

L'articolo di Aurelio Giansiracusa per Ares Difesa

È stato presentato in Parlamento alle competenti Commissioni Difesa di Camera e Senato per l’acquisizione del relativo parere il programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento A/R n. SMD 37/2021, configurantesi quale pianificata 2° tranche del già avviato ed approvato programma di A/R n. SMD 03/2020 (“Piattaforma Aerea Multi-Missione, Multi-Sensore”).

Tale programma è finalizzato alla progressiva implementazione di modifiche strutturali e integrazione del sistema di missione CAEW (Conformal Airborne Early Warning) su velivoli Gulfstream G-550 acquistati in versione “green” volte al raggiungimento della Full Mission Capability, nei segmenti strategici della caratterizzazione, sorveglianza e monitoraggio della situazione tattico-operativa, supporto decisionale di livello strategico e operativo, Comando e Controllo (C2) multi-dominio e protezione elettronica.

Come è noto, l’Italia, nel ambito di un accordo intergovernativo di cooperazione e collaborazione militare siglato nel 2003 con Israele, a fronte della fornitura di 30 velivoli d’addestramento avanzato Leonardo M-346 alla Israeli Air Force, ha ottenuto dalla controparte israeliana una fornitura di pari valore, consistente in due velivoli G-550 CAEW ed un satellite di osservazione e controllo OPSAT 3000.

Per la Difesa Italiana si è trattato di un vero e proprio balzo operativo perché è entrata in possesso di sistemi avanzatissimi che sono andate a colmare le pesanti lacune esistenti nel settore della difesa aerea e dell’intelligence.

L’unico neo è rappresentato dal numero limitato di velivoli che sono impiegati per rafforzare la difesa aerea in occasione di grandi eventi o a supporto di operazioni ed esercitazioni sia nazionali, sia internazionali.

Per quanto riguarda il satellite OPSAT 3000, esso va ad integrare la sofisticatissima costellazione Cosmo SkyMed costituita da satelliti dotati di sensore radar ad apertura sintetica, e pertanto fornisce immagini satellitari ad altissima risoluzione, potendo operare di giorno, mentre i Cosmos Skymed forniscono immagini h24 e con flussi molto rapidi.

Tornando al sistema CAEW, il velivolo G-550 si è dimostrato eccezionalmente versatile a tale scopo in ragione sia delle elevate prestazioni (autonomia, quota di tangenza, velocità, etc.) che dei costi di gestione particolarmente vantaggiosi.

A tal fine, lo Stato Maggiore della Difesa, nel ambito del nuovo Concetto Strategico della Difesa, prevede la progressiva implementazione delle modifiche operative richieste al fine di portare la flotta di velivoli Gulfstream G-550 “Green base JAMMS” al completo standard operativo attraverso l’istallazione di speciali suite multi-sensore, multi-missione.

Nell’ottica di tale sviluppo progressivo, bilanciato e sostenibile delle varie capacità abilitanti dello strumento, la 1a tranche del programma, già soddisfatta per un ammontare di circa 1,2 mld di euro subordinava l’avvio di successive fasi di completamento all’identificazione delle necessarie risorse finanziarie.

Per quanto riguarda la 1a tranche già approvata si rimanda qui.

Per quanto riguarda la descrizione dei due velivoli in Full Mission Capable si rinvia qui.

La 2a tranche, oggetto del programma sottoposto al vaglio parlamentare, è tesa alla trasformazione operativa di nr. 4 dei 6 velivoli G-550 di cui alla 1a tranche, dalla c.d. versione “Green” base JAMMS a quella Full Mission Capable (FMC)2, nonché a garantire i servizi di Supporto Logistico Integrato (SLI) post consegna e le necessarie predisposizioni logistico-infrastrutturali.

Successivamente, queste quattro piattaforme saranno ulteriormente modificate ed equipaggiate con i più avanzati sensori per la caratterizzazione dello scenario operativo, afferenti a più attività informative, al fine di ottenere la massima flessibilità di missione nonché operare autonomamente od in supporto real-time a specifiche operazioni (terrestri, navali, aeree e di concorso multi-agenzia).

La capacità Multi-Int permetterà di effettuare una trasmissione di dati da un sensore all’altro senza il necessario intervento dell’operatore.

Il completamento del progetto avverrà attraverso l’attivazione di tranche successive alla presente 2a, portando a regime la capacità all’ottimale livello di espressione di una flotta di otto velivoli, in aggiunta ai due velivoli CAEW già in linea ed operativi dal 2016/17.

Tale scelta si conforma alle linee di sviluppo generali già adottate dalla Difesa nel recente passato volte a costruire le capacità di cui intende dotarsi con un approccio progressivo, prevedendo ab inizio la possibilità di razionalizzazione dei sistemi secondo le lesson identified dell’uso operativo e l’adozione dei progressi tecnologici industriali, operando retrofit sulle flotte già impiegati, estendendone pertanto il ciclo di vita, e massimizzando il ritorno degli investimenti fatti.

Il programma, di prevista contrattualizzazione nel 2021, garantirà, in linea con la vita operativa attesa dei sistemi, un loro efficace funzionamento fino almeno al 2040.

I settori industriali principalmente interessati sono quelli dell’industria della Difesa e, in particolare, di quella legata allo sviluppo di sensori a elevatissima tecnologia.

Date la specificità e unicità di talune componenti centrali del sistema (sensori e suite di missione), queste dovranno essere acquisite direttamente attraverso procedure con Paesi alleati e/o di interesse strategico (via FMS nel caso del Governo degli Stati Uniti d’America, Gov-to-Gov nel caso di Israele) mentre, viceversa, i servizi relativi ai velivoli e agli equipaggiamenti correlati (comms & relays e sistemi di analisi dati) potranno essere approvvigionati coinvolgendo l’industria nazionale e massimizzando le opportune sinergie con quanto già in servizio operativo.

In tal senso si opererà contemplando, nella maniera più estensiva possibile, il concetto di ritorno industriale, che si declinerà secondo le linee guida consolidate per la 1a tranche del programma di cui al decreto nr. SMD 3/2020, prevedendo:

-la stipula di Memorandum of Understanding (MoU) tra le aziende straniere coinvolte (es.: ELTA System Ltd e L3 Harris) e le industrie di riferimento nazionale in campo aeronautico e della sistemistica avionica, finalizzati a identificare e dare attuazione a specifici progetti di trasferimento tecnologico, contratti commerciali e opportunità di collaborazione, non solo ristretti al programma in questione;

-specifici articoli contrattuali relativi ai Ritorni Industriali all’interno dei singoli contratti che saranno stipulati tra l’Amministrazione Difesa e le suddette Società internazionali;

-accordi del tipo Government-to-Government (G2G) con il Governo israeliano, per attivare procedure di acquisizione di pari valore con industrie nazionali che operano nel settore della Difesa, oppure di tipologia FMS con il governo statunitense (che consentono accordi di collaborazione diretti con le aziende USA coinvolte, al fine della definizione di ritorni industriali/tecnologici attraverso dedicati “Industrial Return Agreement”).

Operando nello stesso filone del Memorandum of Understanding (MOU), siglato nel 2003 tra Roma e Tel Aviv, in considerazione dei positivi risultati raggiunti con tale approccio, si potrà negoziare con il Governo Israeliano un accordo G2G per allargare il coinvolgimento delle industrie nazionali della Difesa, non necessariamente e nell’ambito del settore aeronautico, in ulteriori attività di procurement da parte del MoD Israeliano fino a compensare il valore del nuovo impegno nazionale.

Nel contesto del contratto già firmato di acquisizione delle piattaforme G-550 “Green base JAMMS” e correlate predisposizioni impiantistiche e sistemiche (cosiddette modifiche di “Gruppo A”) si evidenzia, a titolo di esempio, come il Prime contractor designato “L3 HARRIS” abbia finalizzato, con la ditta Leonardo, uno specifico Industrial Return Cooperation Agreement.

Tale accordo industriale, che vede nella propria governance la partecipazione attiva del Segretariato Generale della Difesa – al quale sono demandati poteri di coordinamento e controllo – prevede la definizione di specifici piani di coinvolgimento industriale partecipativo al programma di aziende nazionali del settore Aerospaziale e Difesa. Pertanto, i piani discendenti dal citato Industrial Agreement garantiranno un significativo ritorno finanziario dell’investimento.

L’onere previsionale della 2° tranche del programma è stimato in circa 925 milioni di euro (condizioni economiche 2021).

La spesa graverà su vari capitoli del settore investimento del Bilancio Ordinario del Ministero della Difesa nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, eventualmente associabili a ulteriori fonti finanziarie/capitoli che si rendessero utili o di successiva istituzione nel lungo arco temporale di servizio della capacità.

Le successive tranche, del valore complessivo di circa 900 milioni di euro, finalizzate al completamento della conversione operativa a favore dei restanti due velivoli “Green” base JAMMS e al MCO/SLI (Mantenimento Condizioni Operative, Supporto Logistico Integrato) dell’intera flotta, saranno contrattualizzate subordinatamente all’identificazione delle necessarie risorse, a valere su distinti strumenti finanziari di eventuale futura istituzione.

In relazione al programma in esame il medesimo è riportato nel Documento Programmatico Pluriennale della Difesa per il triennio 2021-2023 tra quelli la cui prosecuzione apporterà un’efficace sviluppo capacitivo alla Difesa.

Secondo il DPP: “Il programma risulta interamente finanziato sul bilancio del Ministero della Difesa per mezzo delle risorse recate da capitoli “a fabbisogno” per complessivi 925 M€ distribuiti in 12 anni”.

Nell’ambito del DPP 21-23 per il periodo temporale ricompreso sono allocati 55 milioni di euro.

 

Articolo pubblicato su aresdifesa.it

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