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E-commerce Digitale

Dall’ecommerce all’Iot: l’impatto del digitale sulla vita quotidiana

Shopping online e oggetti connessi: ecco come sarà il futuro prossimo. L’impatto del digitale sulla vita quotidiana   Smartphone su cui scaricare l’app del negozio preferito, home bankig, frigorifero che compila la lista della spesa al nostro posto, condizionatori che si accendono poco prima del nostro ritorno a casa, per farci trovare un’atmosfera accogliente. Ma…

Shopping online e oggetti connessi: ecco come sarà il futuro prossimo. L’impatto del digitale sulla vita quotidiana

 

Smartphone su cui scaricare l’app del negozio preferito, home bankig, frigorifero che compila la lista della spesa al nostro posto, condizionatori che si accendono poco prima del nostro ritorno a casa, per farci trovare un’atmosfera accogliente. Ma anche azienda in cui abbondano i robot. Siamo sempre più tecnologizzati, digitalizzati e connessi, anche se l’Italia deve ancora fare tanto per recuperare terreno. Questo è quello che emerge dal nuovo rapporto di I-com, “The impact of digitalization on business-to-consumer relationship”, curato da Silvia Compagnucci e Stefano da Empoli e presentato Bruxelles in un evento presso il Comitato Economico e Sociale, organizzato da I-Com in collaborazione con Enel, Google e Uber e con la partecipazione di diversi rappresentanti della Commissione europea, parlamentari e altri stakeholder europei. Andiamo per gradi.

I numeri dell’e-commerce

e-commerceL’e-commrce gioca un ruolo sempre più importante per l’economia delle aziende: la vendita online di prodotti, infatti, pesa sul fatturato delle grandi imprese europee oltre il 20%. Ma l’Italia, proprio su questo fronte, deve recuperare tanto: si attesta agli ultimi posti della classifica Ue, con appena il 12% del fatturato delle grandi imprese che proviene dall’e-commerce. Per fare un confronto: basti sapere che in Irlanda, questa percentuale è del 45% (prima in classifica).

Sicuramente miglioreremo, forse recupereremo completamente il gap. Secondo il rapporto I-com sull’impatto del digitale, infatti, proprio lo shopping online è tra i servizi digitali che ha maggiori prospettive di sviluppo. E i numeri le danno ragione: il trend di crescita è positivo e gli acquisti online sono passati dal 30% del 2007 al 55% del 2016, con i giovani tra i 16 ed i 24 anni ed i 25 ed i 34 anni a preferire questa forma di acquisto. Cosa si acquista di più? Abiti e beni legati (34%), seguiti da viaggi, alloggi vacanza (29%) e biglietti per eventi, almeno a libello europeo.

Shopping online: via il geoblocking?

Proprio il grande potenziale dell’e-commerce per lo sviluppo delle aziende e la crescita dell’economia, ha spinto in questi mesi la Commissione Europea all’elaborazione di un pacchetto di misure ma per consentire a consumatori e imprese di acquistare e vendere prodotti e servizi online più semplicemente. Tra le nuove norme, quella di ad eliminare il geoblocking ingiustificato e le altre forme di discriminazione basate su nazionalità, residenza o stabilimento. Non solo: l’Ue chiede alle piattaforme online maggiore trasparenza dei prezzi e maggiore tutela dei consumatori.

Internet banking: sempre più diffuso

Anche l’internet banking ha ottime possibilità di crescita. Per ora la Danimarca guida la classifica europea con l’88% degli utenti nel 2016 che hanno eseguito delle operazioni bancarie via computer, tablet o smartphone. Seguono Finlandia (86%) e Paesi Bassi (85%). Le performance peggiori invece in Grecia (19%), Romania (5%) e Bulgaria. Ad affidarsi alla banca virtuale e a rinunciare alle file allo sportello sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 44 anni. Restando in ambito finanziario, possiamo dire che , a livello europeo, l’attività più comune nel 2016 è stata l’acquisto o il rinnovo di polizze assicurative (11% degli individui).

Il Boom dell’IOT

Lo dicevamo all’inizio, siamo sempre più connessi. Ad esser connessi, in realtà, non siamo solo noi, ma anche gli oggetti che abitano la casa. E anche in questo, le previsioni di crescita sono molto ampie: gli oggetti connessi passeranno dai 5 miliardi del 2015 agli oltre 20 miliardi stimati per il 2020, secondo il report di I-com sull’impatto del digitale. E di questi, il 63% apparterrà al segmento consumer. Ovviamente crescerà anche il giro di affari. Oggi, il mercato dell’IOT vale 600 miliardi di euro e supererà per la prima volta la soglia del bilione nel 2017, fino a raggiungere 1,71 bilioni di euro tra soli due anni. A trainare il settore, in Europa, sono Regno Unito, Germania e Francia (complessivamente 55% del mercato).

La crescita dell’Internet delle cose sarà certamente influenza dallo sviluppo delle reti di connessione di ultima generazione. Per una maggiore diffusione degli oggetti connessi, infatti, si attende l’arrivo della rete mobile 5G.

Le attività online più diffuse

mercato pcE adesso concentriamoci su quali sono le attività online più diffuse a livello Europeo: secondo il report a firma I-Com, le attività online più diffuse sono l’invio-ricezione di email (compiuta dal 97% degli individui) e la ricerca di informazioni per beni e servizi (66%). Anche la partecipazione ai social network figura tra le attività maggiormente in grado di catturare l’attenzione degli individui (soprattutto i più giovani).

“La rete sta diventando sempre più il ‘luogo’ privilegiato in cui gli individui interagiscono, ricercano informazioni, condividono esperienze, concludono transazioni. Un fenomeno di portata globale che sta ridisegnando ogni settore socio-economico plasmando una società del tutto nuova. Occorre però che tutti i cittadini, a cominciare dall’Italia, possano sfruttare le enormi opportunità offerte dai canali digitali. Purtroppo ancora troppi ne sono esclusi o si autoescludono. Spetta alle istituzioni facilitare il processo attraverso una migliore connettività ma anche con servizi sempre più orientati al digitale (a cominciare dall’e-government, di cui si parla da decenni ma che in Italia si pratica ancora troppo poco). Inoltre, se è giusto essere consapevoli dei rischi in termini di privacy e sicurezza e fare tutto il possibile per minimizzarli, bisogna essere almeno altrettanto attenti a osservare e possibilmente cogliere le enormi opportunità”, ha affermato Stefano da Empoli, presidente di I-Com.

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