skip to Main Content

Droni

Chi e come sviluppa droni anti coronavirus

Come i droni lavoreranno contro il coronavirus. Il dossier privacy.

Code di clienti ai supermercati, a un metro e mezzo di distanza l’uno dall’altro, con maschere e guanti chirurgici. Foto terribili di camion che trasportano vittime del Covid-19 dagli ospedali. Strade di città normalmente affollate ora silenziose. Sono le immagini provenienti praticamente da tutto il mondo ai tempi del coronavirus, scene immaginabili solo nei film e ora diventate, purtroppo, triste realtà.

Ma c’è un elemento in più: l’utilizzo di droni dotati di altoparlanti per far rispettare le regole di distanziamento sociale. La versione moderna del furgone col megafono sul tetto che emetteva avvisi di emergenza, sottolinea The Bulletin.

IL CONTROLLO DALL’ALTO

Sam Nunn di France24 ha realizzato un filmato con le immagine girate dai droni della polizia in Cina, Indonesia e in paesi europei come Italia, Francia e Spagna. La polizia cinese ha utilizzato un UAV a quattro eliche all’inizio della crisi, anche rivolgendo rimproveri personalizzati a chi camminava all’esterno. Altrove, i velivoli si sono librati minacciosamente sopra i cittadini impegnati in attività apparentemente innocenti come fare shopping o prendere un po’ d’aria fresca, ma anche violando le severe restrizioni in atto per rallentare la trasmissione del virus ed evitare che i sistemi sanitari siano sopraffatti più di quanto non lo siano già.

Le autorità britanniche sono state criticate la scorsa settimana per aver inviato droni a sorvolare i visitatori in un parco e poi averli messi pubblicamente alla gogna, pubblicando il filmato su Twitter:

DRONI PRONTI A SCANSIONARE TEMPERATURA, BATTITI, TOSSE E PRESSIONE

Con le nuove tecnologie per combattere la diffusione del coronavirus che si stanno sviluppando a ritmo serrato, è inevitabile che vengano utilizzati anche gli UAV specializzati. Una “pandemia di droni” in grado di scansionare folle di persone per monitorare temperatura, battiti cardiaci, tosse e persino la pressione sanguigna. Infatti, è in fase di sviluppo da parte della società nordamericana Draganfly, basata sulla tecnologia messa a punto dall’Università dell’Australia e dal Dipartimento della Difesa australiano, un drone in grado di eseguire tutte queste operazioni simultaneamente.

I droni vengono persino utilizzati per spruzzare disinfettanti antivirali negli spazi pubblici, anche se gli esperti mettono in dubbio la loro utilità, o addirittura la sicurezza.

GLI USA FINORA IMMUNI, MA FINO A QUANDO?

Finora, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti si è detto non interessato all’utilizzo di una simile tecnologia, ma c’è anche chi la vede di buon occhio negli Usa. La scorsa settimana, una forza di polizia californiana fuori San Diego ha annunciato che utilizzerà altoparlanti e telecamere a visione notturna sulle unità drone acquistate da DJI – società cinese e uno dei maggiori concorrenti di Draganfly – che la scorsa settimana ha attivato un programma di soccorso in caso di disastro “per dotare le agenzie di sicurezza pubblica in tutti gli Stati Uniti delle giuste attrezzature e del giusto supporto per permettere ai primi soccorritori di rispondere con gli UAV” a operazioni “senza precedenti”. Organizzazioni private come Airborne International Response Team e Droneresponders stanno promuovendo l’uso di droni per ogni tipo di compito problematico, con hashtag social-mediatici come #dronesforgood.

In circostanze normali, molti Americani – che hanno un’allergia costituzionale ancora più forte alla sorveglianza del governo rispetto ai britannici – sarebbero probabilmente oltraggiati nel vedere robot poliziotti volanti che li seguono all’esterno e si preoccupano del modo in cui potrebbero essere usati dopo che l’emergenza COVID-19 sarà finita. Ma queste non sono circostanze normali. E le cose potrebbero peggiorare. Basta vedere cosa accade in alcuni paesi.

Gli ungheresi vivono in una dittatura orwelliana dopo che il loro governo si è di fatto sciolto per consentire un’azione repressiva contro il virus. Dall’altra parte, i cittadini bielorussi vivono in un universo parallelo in cui il loro presidente non vede alcun virus “volare in giro”. Insomma, c’è il rischio che con il post-pandemia l’umanità entri in una ‘zona d’0mbra’ a livello di privacy personale.

Back To Top