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Come cambierà il copyright nel mercato digitale dopo il voto dell’Europarlamento

Con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astenuti, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato la proposta di direttiva sul copyright nel mercato digitale. Fatti, commenti e scenari

Con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astenuti, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato la proposta di direttiva sul copyright nel mercato digitale, che tutela il diritto d’autore dei contenuti diffusi su internet dalle grandi piattaforme del web.

Dopo aver respinto il testo di riforma lo scorso 5 luglio, oggi gli eurodeputati hanno votato a favore della direttiva sul copyright che ha diviso politici, opinione pubblica ed editori e giornalisti da una parte e i colossi tecnologici (Google e Facebook giusto per citarne qualcuno) dall’altra.

Secondo fonti dell’Europarlamento, in vista del voto di oggi si è registrata una forte impennata dell’attività di lobbying: 4,5 milioni di email inviate a deputati, assistenti e funzionari dell’Aula di Strasburgo mentre il numero di telefonate sarebbe aumentato del 179%.

COME SI E’ SVOLTO IL VOTO

“Sono molto lieto che nonostante la forte attività di lobbying dei giganti di Internet, la maggioranza dei deputati al Parlamento europeo sia ora a favore della necessità di tutelare il principio di una retribuzione equa per i creativi europei” ha dichiarato soddisfatto Axel Voss, il relatore del testo sul copyright, dopo il voto dell’aula. L’esponente tedesco del Ppe ha aggiunto che “una volta che le acque si saranno calmate, Internet sarà libero come lo è oggi, i creatori e i giornalisti guadagneranno una parte più equa degli introiti generati dalle loro opere, e ci chiederemo per quale motivo tutto questo clamore”.

Già dalla prima votazione, si è visto come i gruppi – il Partito Popolare Europeo (a favore), i Socialisti & Democratici, l’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (ALDE), i Verdi (contrari) – sono profondamente divisi al loro interno.

I CONTROVERSI ARTT. 11 E 13

Nonostante la discussione di decine e decine di emendamenti, alla fine i dibattuti articoli 11 e 13 sono rimasti pressoché invariati. L’articolo 11, che era stato approvato con un solo voto di scarto dalla commissione Affari giuridici, introduce una sorta di compenso per le notizie, in base al quale gli editori possono esigere il pagamento di diritti dalle piattaforme online e dagli aggregatori che condividono una notizia pubblicata. Questo vuol dire che piattaforme online come Google e Facebook dovranno retribuire i siti di informazione quando si collegano ai loro articoli pubblicando brevi estratti (snippet) sulle proprie homepage. I sostenitori sono convinti che il testo rafforzerà la posizione negoziale di autori e artisti consentendo loro di “esigere” finalmente una più equa remunerazione.

L’articolo 13 prevede una tecnologia di “riconoscimento dei contenuti efficace” per filtrare i contenuti protetti da copyright. Gli oppositori sostengono che questo “filtro” potrebbe portare a forme di censura preventiva, in quanto rende le piattaforme responsabili per eventuali violazioni del diritto d’autore dei contenuti che ospitano e le invita a adottare filtri per l’upload dei contenuti coperti da copyright. Inoltre, potrebbe intaccare la capacità degli utenti dei social media di condividere qualsiasi cosa, dai meme di internet a frammenti di musica e film, limitando la loro libertà di espressione.

SODDISFATTO L’89% DEGLI ITALIANI

A differenza dell’emiciclo europeo, la divisione tra le forze politiche è più netta in Italia. Da una parte troviamo Pd e Forza Italia favorevoli alla proposta di direttiva e dall’altra Lega e Movimento 5 Stelle contrari.

“Una vergogna tutta Europea: il Parlamento Europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet. Stiamo entrando ufficialmente in uno scenario da Grande Fratello di Orwell” ha commentato su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio.

Non sembra pensarla così la maggioranza degli italiani. Quasi nove italiani su dieci appoggiano la direttiva europea sul copyright secondo il sondaggio “copyright & Us Tech Giants”, condotto da Harris Interactive, commissionato da “Europe for Creators”, movimento di cittadini, creativi e quasi 250 organizzazioni a sostegno della direttiva. La ricerca ha evidenziato come l’89% degli italiani sia favorevole a un giusto compenso per gli artisti e i creatori di contenuti per la distribuzione delle proprie realizzazioni sulle piattaforme internet come Facebook e YouTube. Il dato è perfino superiore alla media europea che si ferma all’87%.

ANCORA NON È DETTA L’ULTIMA PAROLA

Dopo il voto di oggi il prossimo passo è quello del negoziato con la Commissione europea e con i paesi Ue per riconciliare le diverse posizioni prima di aggiornare la legge attuale.

A seguito di tali negoziati, una versione finale della direttiva sul diritto d’autore sarà soggetta all’approvazione del Parlamento europeo, un voto che probabilmente avverrà a gennaio. La tempistica è notevole, poco dopo a maggio si terranno infatti le elezioni parlamentari europee.

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