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Come vanno gli affari di Apple Savings con Goldman Sachs?

L'esperimento della digital bank creata da Apple in sinergia di Goldman Sachs finora non è andato benissimo. Ma a Cupertino vogliono perseverare. Fatti, numeri e approfondimenti

Apple sarà anche una banca grazie a Goldman Sachs?

Ecco che cosa sta escogitando la Mela e quali sono i rapporti con la banca d’affari.

Apple ha presentato il suo conto di risparmio (Apple Savings) con un rendimento annuale del 4,15%. Non richiede un deposito minimo, non c’è alcun vincolo e gli utenti possono aprirlo direttamente dal Wallet del loro iPhone. Il conto è lanciato in collaborazione con Goldman Sachs ed è al momento riservato ai clienti Usa con Apple Card.

Ma finora Apple non è stata una mela d’oro per Goldman Sachs. La collaborazione tra i due colossi, tecnologico l’uno e bancario l’altro, è stata avviata poco prima della pandemia, quando hanno unito le forze per lanciare Apple Card, un servizio di pagamento che si basa su una carta di credito virtuale creata dalle parti di Cupertino, integrata nella app Wallet, curiosamente mai uscita dagli Usa.

GLI USA SOLA NAZIONE PILOTA

Come mai l’Apple Card sia rimasta confinata negli States è un mistero che potrebbe però trovare facile risposta in un recente approfondimento di Bloomberg, che ha portato a galla i numeri della Platform Solutions, la divisione che si occupa dei nuovi prodotti finanziari consumer di Goldman Sachs, inclusa la collaborazione con Cupertino per Apple Card.

LE PERDITE DELLA DIVISIONE

Si è visto così che dal 2020 fino alla fine di settembre 2022 le perdite di quel ramo d’azienda ammontano a 3 miliardi di dollari e che il totale è destinato a salire ulteriormente: quando verrà incluso anche l’ultimo trimestre 2022 il negativo dovrebbe toccare quasi quota 4 miliardi di dollari. Naturalmente non tutte le perdite sono imputabili ad Apple Card, avendo la divisione la curatela di altri affari digitali, ma gli analisti stimano che il suo impatto superi il miliardo di dollari. Ben 1,2 miliardi di dollari sono stati bruciati in soli nove mesi lo scorso anno, primariamente legati proprio ad Apple Card.

GOLDMAN SACHS SI È PENTITA DELL’ALLEANZA CON APPLE?

Alla luce di questi numeri si spiega anche perché il Ceo di Goldman Sachs, David Solomon, ha affermato in occasione del World Economic Forum di Davos che la società ha avuto mire forse troppo ambiziose quando ha lanciato i suoi prodotti di credito rivolti ai consumatori: “Nelle piattaforme consumer abbiamo fatto bene alcune cose. Non abbiamo fatto bene in altre. Probabilmente abbiamo fatto il passo più lungo della gamba, molto più lungo e troppo velocemente”.

La maggior parte delle perdite sono dovute ad accantonamenti per prestiti che si prevede non saranno rimborsati in futuro. Pesano pure sui conti l’assenza di commissioni e il tasso di interesse contenuto, principali benefici di Apple Card per gli utenti, ma più costosa da gestire rispetto alle carte di credito concorrenti.

Poi però da Goldman Sachs avevano comunque rassicurato sulla bontà dell’investimento in Apple Card: “Penso che ora abbiamo un buon giro d’affari per i depositi. Stiamo lavorando sulla nostra piattaforma di carte e credo che la partnership con Apple pagherà dividendi sostanziosi per la società” aveva dichiarato Solomon. In precedenza la banca d’affari prevedeva di raggiungere nel 2022 il punto di equilibrio finanziario e di cominciare a genere profitti con Apple Card: ora questo traguardo è slittato al 2025.

Secondo alcune informazioni circolate al momento del lancio del nuovo servizio, nel 2019, ma mai confermate, Goldman Sachs aveva speso circa 350 dollari in costi di acquisizione per ciascun nuovo cliente Apple Card. E ora? Ora le due perseverano nel tentativo di trasformare la carta virtuale in un servizio di digital banking vero e proprio. Se ne parla da tempo, e finalmente tutto è pronto per il lancio.

Sulla carta, l’operazione appare win-win per entrambe le parti: Apple potrà contare su un circuito bancario già pronto e strutturato, Goldman Sachs sulla presenza dell’app nei device venduti da Cupertino che, è noto, si rivolge a clienti danarosi (visti i prezzi dei device stessi) incentivati alla fidelizzazione nei confronti del marchio. Non dimentichiamo poi che l’anno scorso Goldman ha cambiato in corsa la sua precedente strategia che riguardava la banca digitale su larga scala Marcus.

Ma sarà davvero un matrimonio felice? Impossibile dirlo. Per il momento, il menu è stato predisposto per puntare su grandi numeri. All’utenza sarà offerto un conto deposito, attivabile senza costi di commissione, che rende fino al 4,15% annuo, implementato nel wallet del proprio iPhone. Si tratta di numeri significativi e, perciò, promozionali. Che Apple e Goldman Sachs vogliano ampliare la clientela traspare dalle condizioni: non serve un saldo minimo per poter richiedere il tasso promozionale.

Una volta impostato un conto di risparmio, gli utenti possono depositare fondi aggiuntivi nel proprio conto di risparmio tramite un conto bancario collegato o dal proprio saldo Apple Cash. I clienti avranno anche accesso a una dashboard di risparmio, spiegano da Apple, di facile utilizzo in Wallet, dove potranno monitorare comodamente il saldo del proprio conto e gli interessi maturati nel tempo. I prelievi dal conto e i trasferimenti su un conto bancario collegato sono senza commissioni.

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