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Decreto Siti Pornografici

Come la Francia bannerà i siti pornografici

In Francia, nel giorno del decreto che mira a bloccare i siti pornografici che non verificano l’età degli utenti, il tribunale di Parigi deve pronunciarsi anche sul destino di nove siti hard, tra cui Pornhub e YouPorn. Tutti i dettagli

 

Molti dei più popolari siti pornografici francesi potrebbero scomparire dal web nelle prossime settimane. O almeno è quello che mira a fare il decreto del governo di Parigi pubblicato oggi e che permette al Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa) di bloccare i siti pornografici che non verificano l’età degli utenti. A riferirlo sono il quotidiano Libération e l’emittente televisiva BfmTv, che però definisce l’azione “un controllo non tecnicamente fattibile”.

LA PROCEDURA

Secondo il decreto “sulle modalità di attuazione delle misure di protezione dei minori dall’accesso ai siti a contenuto pornografico” non appena il Csa viene informato, da un utente o da un’associazione, che un sito pornografico permette ai minori di accedere al suo contenuto, l’organismo può decidere di renderlo inaccessibile in Francia.

Una volta stabiliti i fatti, il presidente del Csa può inviare una diffida alla piattaforma, che avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi alla legge francese. Il testo si basa sull’articolo 227-24 del codice penale, che prevede una pena di 3 anni e 75 mila euro per i siti che espongono minorenni a contenuti pornografici.

Se il sito non si adegua, il decreto prevede l’obbligo per i fornitori di servizi internet di bloccare l’accesso ai siti utilizzando il protocollo di blocco dei nomi di dominio (Domain Name System – DNS). In questo modo il sito diventa irraggiungibile, dato che viene sostituito il suo indirizzo IP con quello di una pagina web informativa appartenente al Csa e l’utente che inserirà il nome del dominio vedrà comparire un messaggio scritto dallo stesso Consiglio.

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L’IMPOSSIBILE ATTUAZIONE DEL DECRETO

E qui sorge il problema, fa notare l’emittente francese. Ad oggi, infatti, non esiste un sistema capace di verificare l’età degli utenti. La Gran Bretagna, sottolinea BfmTv, era stato il Paese più ambizioso sotto questo aspetto poiché aveva proposto di condividere un documento d’identità per accedere ai siti pornografici. Il progetto però alla fine è stato giudicato troppo imperfetto e di conseguenza abbandonato.

Un’azione simile ha di fatto due grossi problemi. In primo luogo, permette alle aziende – spesso con sede all’estero – di raccogliere un’enorme quantità di documenti d’identità; e in secondo luogo, rende impossibile controllare che l’utente Internet che invia una copia di un documento d’identità sia effettivamente la persona che appare sul documento.

A tutto ciò, come fa notare su Twitter Alexandre Archambault, avvocato specializzato in diritto digitale, si aggiunge che la popolarità di certi siti pornografici è tale che i server del Csa rischierebbero di essere rapidamente sommersi da connessioni che porterebbero a una possibile saturazione.

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