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Coronavirus

Chi e perché indaga in Usa contro Google

 Google dovrà fronteggiare le accuse di abuso di posizione dominante mosse da 50 procure di 48 stati Usa. L'articolo di Carlo Terzano

 

Ormai non si contano davvero più le volte che Google è stata indagata e poi multata per abuso di posizione dominante. Soprattutto qui in Europa, dove solo qualche mese fa la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, prima di abbandonare il proprio incarico, ha staccato una sanzione da 1,49 miliardi indirizzata all’azienda di Mountain View. La novità ora riguarda il fatto che a indagare su Google siano le procure di 48 Stati statunitensi.

CHI MUOVE L’ACCUSA DI ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

Non c’è dunque pace per il colosso guidato da Sundar Pichai che dovrà fronteggiare appunto le accuse di abuso di posizione dominante mosse da 50 procure di 48 Stati. Al gruppo si è unito pure il Portorico. Significativa, invece, l’assenza – almeno iniziale – della California, evidentemente per opportunità politica dato che Google ha sede proprio là. E se l’ultima sanzione della Commissione europea era stata acqua fresca (1,49 miliardi corrispondevano infatti all’1,29% del fatturato di Google nel 2018 – leggi anche: Big Tech troppo grandi? Ma è positivo! Parola di Pichai), ora per il Colosso si profila ben altra pena pecuniaria.

SOTTO LA LENTE ANCHE LA PRIVACY

A guidare e coordinare il lavoro delle 50 procure statunitensi il procuratore texano Ken Paxton. Ma anche gli altri avvocati dell’accusa di profilano particolarmente agguerriti e hanno fatto capire che aggrediranno Google non solo con l’accusa di abuso di posizione dominante ma anche per ciò che fa sul versante della privacy. Ashley Moody, procuratore generale della Florida, ha dichiarato: «Quando viene meno il libero mercato o il gioco della concorrenza, non è più vero che le cose spacciate per gratuite siano tali. Si può parlare di gratuità se stiamo cedendo le nostre informazioni sulla privacy? È davvero gratis se i prezzi degli annunci online aumentano in base al controllo di una sola azienda?». Sempre dagli USA Google aveva recentemente ricevuto una multa da 170 milioni di dollari inflitta dall’autorità federale per violazione della privacy dei minori attraverso la sua controllata YouTube. Dopo Facebook, indagata da 8 Stati, tocca ora a Google. Per i colossi della Silicon Valley sembra proprio mutato il clima.

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