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Che cosa cambierà per Airbnb, Amazon, Google, Instagram e Uber sul fisco

Che cosa prevede la direttiva Dac7 approvata dall'Ecofin per le grandi piattaforme digitali. Amazon, Uber, Airbnb, Instagram e Google dovranno informare il fisco sull'identità di chi guadagna tramite le piattaforme.

Google e Amazon, ma anche Uber e Airbnb, potrebbero diventare presto delle spie del fisco.
Il 1° dicembre l’Ecofin ha raggiunto un accordo sulla direttiva Dac7, la proposta della Commissione Ue che estende lo scambio automatico di informazioni tra gli Stati membri anche alle piattaforme digitali.
La direttiva imporrà infatti alle piattaforme (come Google e Amazon) l’obbligo di rendicontare i ricavi incassati dai venditori di beni e servizi che utilizzano le suddette piattaforme. In questo modo la Dac7 garantirà che coloro che guadagnano attraverso la vendita di beni o servizi sulle piattaforme paghino la loro giusta quota di tasse.

L’approvazione della direttiva rappresenta un importante passo avanti nell’adattamento delle regole europee all’economia digitale e nella lotta all’elusione e all’evasione fiscale.

L’adozione formale seguirà una volta che il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale europeo avranno espresso il loro parere.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE LA DAC7

In base alle nuove regole, dal 2023 in poi le autorità fiscali degli Stati membri si scambieranno automaticamente le informazioni sui redditi guadagnati dai venditori sulle piattaforme digitali.

Dal 1° gennaio 2022 le piattaforme situate all’esterno dell’Ue dovranno registrarsi in uno stato membro e dovranno inviare le informazioni a quest’ultimo (che le condividerà con gli altri stati membri).

Le informazioni da raccogliere includeranno le generalità dei venditori, incluso il codice fiscale o il numero di partita Iva, oltre ai dettagli degli importi pagati in ogni trimestre. I venditori che si occupano di locazione di beni immobili saranno tenuti a fornire anche i dettagli sulle proprietà affittate.

Grazie alle informazioni ricevute dalle piattaforme, le autorità nazionali saranno in grado di identificare tutte le situazioni in cui dovrebbero essere pagate le tasse.

LE SANZIONI PREVISTE

La direttiva prevede anche sanzioni graduali in caso di mancato rispetto delle regole da parte delle piattaforme. Fino alla sanzione massima che sarà la sospensione di accesso al mercato.

MAGGIORE SCAMBIO DI INFORMAZIONI FISCALI ALL’INTERNO DELL’EUROZONA

Le nuove regole miglioreranno anche lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità fiscali degli Stati membri. Ad esempio, diventerà più facile ottenere informazioni sui gruppi di contribuenti e saranno migliorate le regole per effettuare controlli simultanei e per consentire ai funzionari di essere presenti in un altro Stato membro durante un’indagine. Le nuove regole forniscono anche un quadro per le autorità competenti di due o più Stati membri per condurre audit congiunti.

Questo quadro sarà operativo in tutti gli Stati membri a partire dal 2024 al più tardi.

LE ATTIVITÀ DA SEGNALARE

Le attività da segnalare includono: l’affitto di beni immobili, la fornitura di servizi, la vendita di beni, l’affitto di qualsiasi mezzo di trasporto, investimenti e prestiti nell’ambito del crowdfunding.

INTERESSATE AMAZON E GOOGLE  MA ANCHE AIRBNB E UBER

Pertanto, in base a questo elenco di attività, le piattaforme digitali che dovranno informare il fisco sull’identità di chi si arricchisce attraverso le proprie piattaforme vanno da Amazon a Google ma anche Uber, Instagram e Airbnb per esempio.

IL COMMISSARIO UE GENTILONI: “BUONA NOTIZIA PER LE CASSE PUBBLICHE”

“Era giunto il momento di aggiornare le nostre norme fiscali per riflettere la crescente importanza delle piattaforme digitali per l’economia europea”, ha dichiarato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. “Una volta adottate e attuate le nuove regole discusse oggi, le autorità nazionali si scambieranno automaticamente le informazioni sui ricavi generati dai venditori su queste piattaforme e quei venditori beneficeranno di procedure amministrative più semplici. Questa è una buona notizia per le casse pubbliche e una buona notizia per gli imprenditori onesti”.

IL COMMENTO DEL MINISTRO GUALTIERI

“Soddisfatti per l’accordo Ecofin sulla direttiva Dac7. Più scambio di informazioni e trasparenza sui redditi prodotti con l’intermediazione delle piattaforme digitali e più cooperazione tra autorità fiscali europee. Un importante passo avanti contro evasione ed elusione fiscale”. Lo ha scritto su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

LA DIRETTIVA SULLA COOPERAZIONE AMMINISTRATIVA (DAC)

Dalla sua adozione, la direttiva originale 2011/16 / UE è stata modificata sei volte, per includere informazioni sui conti finanziari, sui ruling fiscali e sugli accordi preventivi sui prezzi, sulle relazioni paese per paese, sulla titolarità effettiva, sugli accordi transfrontalieri soggetti a comunicazione e ora su piattaforme digitali.

IN ARRIVO LA DAC8

Infine, nei piani della Commissione europea c’è un aggiornamento ulteriore della Dac nel 2021 per ampliare il campo di applicazione della direttiva, con l’intenzione di allargare lo scambio automatico alle criptovalute e alla moneta elettronica.

ALTRA COSA LA DIGITAL TAX

Ricordiamo per ultimo che la proposta DAC7 non copre le questioni relative alla tassazione digitale (web tax) discussa a livello Ocse. “Senza un’intesa in sede di Ocse-G20 entro la prima metà dell’anno prossimo, la Ue metterà sul tavolo una sua proposta sulla web tax”. Lo ha fatto sapere proprio il commissario Gentiloni, durante un’audizione alla Camera due settimane fa.

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