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Educazione

Cari boomer avete scocciato, i ragazzi leggono ancora (fatevi un giro sui social)

Da TikTok a Twitter, passando per Facebook e Instagram, la generazione Z ha creato dei circoli social per parlare di libri, ma spesso i boomer non lo sanno. Il viaggio virtuale di Mario Marchi in queste nicchie discretamente frequentate

 

“Se invece di stare tutto il tempo sui social, leggessero qualche buon libro…”. Una comune invettiva da boomer, smentita, in realtà, proprio da quegli stessi media digitali. Non che la letteratura sia proprio in testa ai temi trattati dall’utenza giovanile, ma a ben cercare si trovano nicchie interessanti, anche discretamente frequentate.

Il caso più recente, riguarda proprio il social della Z generation per eccellenza, TikTok.

Da qualche mese, collegandosi per passare in rassegna i reel proposti dall’algoritmo, compare una piccola icona rossa a forma di pacchetto infiocchettato, che porta a una sezione intitolata BookTok.

La curiosa icona fa riferimento alla possibilità di ricevere un regalo, portando nella sezione un amico: un buono da spendere su Amazon. Ma soprattutto l’icona rimanda a una sezione nella quale centinaia di creator postano i propri video che hanno come tema comune i libri. Recensioni, consigli, ma anche commenti ironici, azioni tipiche dei reel come l’unboxing, ovvero lo spacchettamento in diretta, naturalmente di confezioni di libri.

Intendiamoci, non siamo di fronte a una comunità da grandi numeri, ma tra i creator top, ve ne sono alcuni che arrivano anche a 350.000 follower e animano una originale sezione dedicata, nella quale non si parla d’altro che di letteratura. Al tema sono declinati tutti i comportamenti tipici del social, non solo il tono dei video, ma perfino le famose challenge: una diventata popolare è “Flip the Cover”, in cui gli utenti girano la copertina di un libro per rivelare il titolo e il nome dell’autore. Naturalmente vengono anche lanciati hashtag che riguardano generi letterari, titoli, autori.

Quello di TikTok, però, è solo il caso più recente di social che dedicano spazio ai libri.

Twitter offre Twitter Book Club, non una sezione, ma piuttosto un evento online in cui partecipanti di tutto il mondo leggono e discutono di un libro scelto insieme sul social. Il processo di selezione del libro può avvenire tramite votazione o proposta da parte di un moderatore. Una volta scelto il libro, i partecipanti hanno un periodo di tempo prestabilito per leggerlo e condividere i loro pareri, usando un hashtag specifico per l’evento.

In Facebook c’è Book Club, dove gli utenti possono creare o unirsi a gruppi dedicati alla lettura, discutere dei libri che stanno leggendo o che vorrebbero leggere. Questi gruppi possono essere pubblici o privati e possono essere organizzati per categorie specifiche, come ad esempio libri di un determinato genere o di un autore. Anche qui i numeri non sono proprio alti (il gruppo originario conta meno di un migliaio di iscritti), ma si stanno moltiplicando i gruppi spontanei, proprio come delle specie di circoli.

In Instagram ci sono i “bookstagrammer”, veri influencer che utilizzano il loro profilo per condividere recensioni, consigli e foto dei libri che leggono. Alcuni collaborano con case editrici per promuovere i libri e guadagnando commissioni sugli acquisti effettuati attraverso i loro profili.

Del resto, i libri portati nei social possono essere un business di tutto rispetto. Lo dimostra la storia dell’unico social completamente dedicato alla materia, Goodreads.

Più che un social, in realtà, è un portale, nel quale gli appassionati possono però comunicare, discutere, confrontarsi, anche sulle ultime novità attraverso l’apposita sezione “Discover”.

Fatto sta che, creato nel 2007 nella Silicon Valley, ricevette subito un finanziamento di due milioni di dollari da un fondo.

Nel 2012, arrivò a contare 10 milioni di utenti: un successo che appena un anno dopo lo portò ad essere acquistato da Amazon per la bellezza di 150 milioni.

Oggi la sezione italiana ha 20.000 iscritti.

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