Audizione al Senato sullo sviluppo della banda ultralarga. Slitta il terzo bando Infratel a causa dei nuovi piani di Telecom
Telecom vs OpenFiber. Torniamo a parlare di banda ultralarga e delle due aziende che su fronti opposti, fanno a gara a cablare l’Italia. In queste ore, la sfida è arrivata nelle aule del Senato, per una serie di audizione sullo sviluppo della fibra ottica: ora che Tim ha annunciato gli invetimenti nelle aree bianche (quelle a fallimento di mercato), la terza gara Infratel slitta. Ma andiamo per gradi.
Open Fiber si aggiudica le prime 2 gare Infratel
Sarà Open Fiber, società di Enel e Cdp, a portare la fibra in 3.043 comuni, di sei regioni d’Italia (Abruzzo, Molise, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) incluse nel primo bando Infratel, la cui procedura di assegnazione si è conclusa con la firma del contratto di concessione tra Infratel e Open Fiber.

Open Fiber si è aggiudicata anche la seconda gara bandita da Infratel per le aree a fallimento di mercato. Il bando vale 1,2 miliardi di euro e riguarda 3.710 comuni, ovvero 5,5 milioni di persone e 3,9 milioni di unità abitative o aziendali in dieci regioni, più la provincia autonoma di Trento (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia. Sono coinvolti 3.710 comuni divisi in sei lotti di gara).
La società guidata dall’amministratore delegato Tommaso Pompei (ex Wind) e presieduta da Franco Bassanini (ex Cdp) avrebbe presentato la migliore offerta in tutti e sei i lotti.
Entro l’estate verranno aperti i cantieri: verrà posato il primo cavo. Open Fiber ha tempo 36 mesi dalla firma della concessione per portare la fibra ottica in queste aree non tradizionalmente redditizie perché in zone complesse, rurali o periferiche (come in montagna). Con ogni probabilità quindi entro la fine del 2020 i Comuni del primo e secondo bando potranno godere dei vantaggi di internet superveloce.
L’Agenda digitale italiana prevede che entro il 2020 sia coperto l’85% del territorio con il web veloce, in particolare 100 megabit al secondo per le aree C (i piccoli comuni) e 30 megabit al secondo nelle aree più remote e rurali (case sparse).
Banda ultralarga: Tim e Governo ai ferri corti

I piani di Tim cambiano le cose e secondo il sottosegretario Giacomelli e il Mise, potrebbe anche portare a un intervento dell’esecutivo. Sull’argomento si era espresso nelle scorse ore, il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che ha fatto sapere che il governo non ha alcuna intenzione di impedire o ostacolare gli investimenti di Telecom Italia, purchè risultino compatibili con gli impegni legali assunti e la normativa comunitaria di riferimento ma, diversamente, agirà per tutelare l’interesse pubblico (il conto economico della concessione per la gestione della rete pubblica non prevede la concorrenza).
Slitta il terzo bando
Del terzo (e ultimo) bando Infratel, invece, ne ha parlato il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, in una audizione al Senato, alle commissioni Lavori pubblici e Industria. Secondo quanto spiegato da Bassanini, la terza gara Infratel per la banda larga e ultralarga doveva partire a inizio settembre ma a causa dei nuovi piani di Telecom Italia sarà rinviata di qualche settimana o mese. A differenza delle altre due gare l’annuncio di Telecom è avvenuto prima che fosse partita la procedura di gara e si deve tener conto dell’aggiornamento.
Un investimento di lungo termine

“Questo ci pone in una condizione particolare rispetto ad altri operatori che hanno azionisti che pretendono ritorni immediati”, ha continuato Bassanini. “Non abbiamo da difendere il valore di un vecchio asset che nel tempo verrà gradualmente sostituito dalla nuova infrastruttura”. Queste parole fanno riferimento alla rete in rame di Telecom, che col tempo e la diffusione della fibra perderà valore.






