Alla prima riunione dopo le vacanze dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, l’ucraino Dmytro Kuleba (nella foto) ha dimostrato con poche parole quanto siano velleitarie le ambizioni di un’Ue geopolitica, anche quando le crisi che affronta sono considerate esistenziali, come la guerra della Russia contro l’Ucraina.
CHE COSA HA DETTO KULEBA
“Possiamo sconfiggere la Russia”, ha ricordato ieri Kuleba ai suoi omologhi europei. Con l’offensiva di Kursk “lo abbiamo dimostrato contro ogni probabilità, contro tutti quelli che dicevano che c’è uno stallo, che non si può vincere, che la strategia deve essere vista. Questi argomenti sono stati sconfitti esattamente come le forze russe nella regione di Kursk”, ha detto il ministro ucraino. “Abbiamo dimostrato che le linee rosse della Russia sono vuote. Abbiamo dimostrato che quelli che parlano di timore di escalation usano questo argomento per non prendere le decisioni di cui l’Ucraina ha bisogno”. Di fronte all’avanzata ucraina in territorio russo, la macchina della diplomazia e dell’assistenza militare dell’Ue è rimasta ferma a prima dell’estate. Un veto dell’Ungheria blocca ancora 6 miliardi di euro di aiuti militari già stanziati dall’Ue (1,5 miliardi sono fermi da 18 mesi). Soprattutto, gli stati membri non rispettano i loro impegni sulle forniture di armi e le tempistiche delle consegne.
ATTESE E RICHIESTE DELL’UCRAINA ALL’UE
“Vorrei sollevare una questione per noi sconcertante: la divergenza tra gli annunci di assistenza militare e la consegna effettiva”, ha detto Kuleba. Al vertice della Nato di luglio, gli alleati avevano garantito cinque sistemi Patriot e uno Samp-T. Ma non sono stati ancora consegnati. Nel marzo del 2023 l’Ue aveva promesso un milione di munizioni da artiglieria entro un anno. Ma la scadenza è stata spostata alla fine del 2024. All’inizio dell’anno, la Repubblica ceca aveva annunciato un’iniziativa per fornirne altre 850 mila. Ma l’ultima grossa consegna di munizioni all’Ucraina risale alla fine di giugno. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ieri ha promesso altri quattro sistemi di difesa aerea Iris-T per la difesa aerea. Arriveranno in tempo per evitare il peggio? “E’ chiaro che la Russia vuole distruggere completamente il sistema elettrico dell’Ucraina per lasciare l’Ucraina al freddo e al buio il prossimo inverno”, ha ricordato Borrell. “La Russia vuole bombardare un paese europeo fino alla capitolazione”, ha spiegato l’Alto rappresentante.
ARMI IN TERRITORIO RUSSO
Kuleba ha presentato un’altra richiesta che mostra tutti i limiti dell’Ue: di togliere le restrizioni all’uso di armi fornite dagli occidentali in territorio russo. L’Ucraina vuole colpire gli aeroporti militari e le basi logistiche, i centri di comando, gli arsenali e i depositi di carburante. “Obiettivi militari legittimi – e sottolineo legittimi – sul territorio della Russia”, ha sottolineato Kuleba. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha denunciato il fatto che il suo esercito è costretto a battersi “con una mano dietro la schiena”.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA
La tedesca Baerbock non si è espressa. Dal suo collega italiano, Antonio Tajani, è arrivato un “niet”. “Noi non siamo in guerra con la Russia, anche la Nato non e’ in guerra con la Russia, quindi per l’Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all’interno del territorio ucraino”, ha detto Tajani. Borrell è stato costretto ad arrendersi. “Nel corso del Consiglio abbiamo affrontato la questione della rimozione delle limitazioni alle armi fornite all’Ucraina. Ma abbiamo concordato che questa alla fine è una decisione nazionale e gli Stati membri vogliono che rimanga così, quindi non una decisione al livello europeo”.
LE DIVISIONI UE
Le decisioni sulle restrizioni alle armi vengono prese dai singoli governi, non dall’Ue nel suo insieme. I paesi baltici e i nordici hanno detto chiaramente che non ci sono limiti territoriali imposti all’Ucraina. Ma le divisioni interne all’Ue indeboliscono la postura collettiva e rendono inutili le pressioni di Borrell a favore dell’Ucraina.
LE PAROLE DI KULEBA
Sui ritardi nelle forniture di armi “alcuni si lamentano della burocrazia, ma abbiamo tutti imparato ad accelerare le cose in questi due anni e mezzo”, ha detto Kuleba. “Alcuni dicono che ci sono momenti delicati nella loro politica, come le elezioni. C’è sempre una spiegazione. Ma noi paghiamo per tutti questi ritardi, con i danni e la perdita di vite”. Il ministro degli Esteri ucraino ha anche ricordato alla Germania, che ha deciso di dimezzare i finanziamenti per gli aiuti militari, la posta in gioco della guerra. “Fornire assistenza militare all’Ucraina nelle circostanze in cui cui il futuro dell’Europa viene deciso non può essere soggetto a discussioni sui soldi”, ha detto Kuleba: “Sapete cosa accadrà se la Russia prevarrà. I costi per l’Europa di fermare la Russia saranno molto molto più alti che quelli di sostenere l’Ucraina per fermare la Russia in Ucraina”, ha avvertito.
(Estratto dal Mattinale Europeo; qui la versione integrale)