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Apple, Google, Microsoft. Cosa farà Bruxelles per dare più poteri alle polizie

L’articolo di Francesco Colamartino, giornalista di Mf/Dow Jones, sulle prossime novità che arriveranno dalla Commissione europea per aiutare la lotta al crimine L’Unione europea sta allineando le sue regole con quelle degli Usa per aiutare la lotta al crimine attraverso l’accesso a e-mail, sms, foto eccetera. La Commissione Ue ha proposto ieri di consentire alle forze…

L’Unione europea sta allineando le sue regole con quelle degli Usa per aiutare la lotta al crimine attraverso l’accesso a e-mail, sms, foto eccetera. La Commissione Ue ha proposto ieri di consentire alle forze dell’ordine dei Paesi membri l’accesso ai dati custoditi nei server delle società tecnologiche in Europa o negli Usa al fine di velocizzare le indagini transfrontaliere. Le società che non si adeguano rischiano multe.

L’ESPERIENZA USA

Di recente gli Usa hanno introdotto una misura simile, il Cloud Act, che chiarisce che i mandati delle forze dell’ordine si possono applicare ai dati custoditi dalle compagnie tecnologiche anche all’estero. In base alla proposta della Commissione, le società dovranno rispondere alle richieste delle autorità entro dieci giorni o, nei casi urgenti, entro sei ore. Le autoritò potranno costringere le internet company a impedire che i dati in questione vengano cancellati prima che l’accesso sia garantito.

LE NOVITA’

L’accesso si applicherebbe a indagini su crimini come quelli relativi al cyberspazio (hacking o distribuzione di pedopornografia) o altri reati puniti con non meno di tre anni di reclusione. Le internet company hanno detto di aver accolto favorevolmente l’impegno dell’Ue per armonizzare l’approccio nel Vecchio Continente. Affinché le regole diventino efficaci, dovranno avere il via libera del Parlamento Ue e degli Stati membri.

COSA E’ SUCCESSO IERI

Proprio ieri la Corte Suprema Usa ha archiviato il procedimento pendente volto a valutare se le e-mail e altri dati custoditi all’estero siano o meno soggetti ai mandati di perquisizione statunitensi. La decisione ha seguito la nuova legislazione del Congresso Usa, secondo cui i mandati in questione sono applicabili. Il procedimento si incentrava su una disputa tra il Dipartimento di Giustizia Usa e Microsoft , che aveva opposto resistenza ai mandati statunitensi di perquisizione delle e-mail conservate all’estero.

IL CASO MICROSOFT

Nel caso specifico di Microsoft, i giudici stanno vagliando una sentenza vinta dal gigante tecnologico nel 2016, che ha impedito al Dipartimento di Giustizia di ottenere la disponibilità di e-mail all’estero. La battaglia risaliva al 2013, quando gli Usa avevano emesso un mandato di perquisizione che ordinava a Microsoft di consegnare messaggi di un account e-mail legato al narcotraffico. La società di Bill Gates sosteneva che il mandato non era valido, dal momento che le e-mail erano conservate in Irlanda.

LE MIRE UE

A marzo l’Unione europea ha annunciato linee guida per la rapida cancellazione di contenuti illegali o terroristici dai siti web europei di Google, Twitter e Facebook, in seguito alle pressioni di alcuni governi nazionali che volevano rendere le compagnie in questione legalmente responsabili per i contenuti illegali che appaiono sulle loro piattaforme. La Commissione Ue ha detto che le società tecnologiche dovrebbero rimuovere i contenuti in questione entro un’ora dalla segnalazione da parte dell’Europol.

LA NUOVA RACCOMANDAZIONE

La nuova raccomandazione dell’Ue non è vincolante, ma può essere utilizzata nelle corti come riferimento legale. Dalle linee guida emerge che le compagnie tecnologiche devono dare priorità al processo di tracciamento dei materiali terroristici segnalati dalle autorità e segnalare a esse qualsiasi evidenza di una violazione di carattere penale. In più, le grandi piattaforme tecnologiche dovrebbero condividere le loro best practice e gli strumenti tecnologici con quelle piú piccole.

(Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza)

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