Anche se ha già annunciato battaglia di carte bollate, Apple per il momento sembra accogliere le richieste che arrivano dal Vecchio continente e prova a introdurre novità significative alle regole che governano il proprio App Store nei Paesi dell’Unione Europea così da conformarsi al nuovo testo sulla liberalizzazione dei mercati digitali Digital Markets Act. Del resto, a fine aprile Cupertino ha ricevuto una sanzione da mezzo miliardo di euro che evidentemente non vuole correre il rischio di veder duplicata.
LE NOVITÀ SULL’APP STORE
Anzitutto, i balzelli imposti agli sviluppatori vengono rimodulati. Il Tier 1 prevede una commissione ridotta al 5% per gli acquisti in-app, ma dà accesso solo a un set di funzioni di base come distribuzione e consegna dell’app, strumenti minimi di gestione, funzioni di sicurezza e privacy, accesso all’assistenza Apple. Restano perciò fuori dal novero feature di tutto rispetto spesso fondamentali per il proprio business online come aggiornamenti automatici, download automatici su dispositivi multipli e strumenti di promozione, recensioni e suggerimenti personalizzati.
LA RIMODULAZIONE DEI BALZELLI
Quanto appena descritto confluisce globalmente nel Tier 2, che invece prevede una commissione del 13% ridotta al 10% per gli iscritti allo Small Business Program o per abbonamenti di lunga durata. A questa rimodulazione si aggiunge la nuova Core Technology Commission: una tassa del 5% sugli acquisti esterni effettuati tramite app distribuite sull’App Store. Gli sviluppatori che invece hanno aderito ai termini alternativi di Apple in Ue continueranno a pagare la già nota Core Technology Fee, pari a 0,50 euro per ogni installazione annuale oltre il milione di download. Dal 1° gennaio 2026 Cupertino passerà a un modello di business unico per tutti gli sviluppatori nell’UE, sostituendo la Core Technology Fee con la Core Technology Commission, applicata a beni e servizi digitali venduti su App Store, web e marketplace alternativi.
APPLE VA INCONTRO AGLI SVILUPPATORI?
Bandiera bianca su uno degli elementi di maggior attrito con la Ue: la possibilità per gli sviluppatori di indicare altri canali e persino scontistiche su altri store differenti da quello della Mela morsicata.
Con le nuove regole, gli sviluppatori possono ora promuovere offerte su tutti i canali: siti web esterni, altre app, marketplace alternativi e anche tramite interfaccia nativa o webview dentro l’app stessa. È possibile inserire link multipli, con tracking, redirect e landing page personalizzate, oltre a progettare liberamente l’interfaccia grafica per le promozioni.
IL POP-UP CHE SCORAGGIA SARA’ DISATTIVABILE
Museruola anche al cosiddetto “scare sheet”, ovvero quel messaggio petulante che compare quando un utente clicca su un link esterno volto, a detta degli sviluppatori che lo avevano aspramente criticato, a dissuadere l’internauta dall’abbandonare l’App Store, reclamizzato a stregua di ambiente protetto per i propri acquisti online. D’ora in poi l’avviso verrà mostrato solo al primo clic, con la facoltà per l’utente di disattivarlo per le interazioni successive all’interno della stessa app.