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Kaspersky Germania

Anonymous, c’è un caso Kaspersky in Italia?

Alcuni siti web governativi russi sono irraggiungibili dopo essere stati oggetti di un attacco hacker rivendicato da Anonymous. La rete interessata è gestita da Kaspersky, proprietaria degli antivirus sui principali siti istituzionali italiani

 

Nuovo attacco hacker di Anonymous contro un sito della rete di controllo del gas russo. Si tratta del Russian Linux terminal di Nogir, nel nord dell’Ossezia, riporta l’Ansa.

La cyber-offensiva del collettivo Anonymous è iniziata venerdì scorso nei confronti della Russia. Progressivamente sono stati mandati in tilt i principali siti governativi di Mosca, Cremlino e ministero della Difesa compresi. Oltre alle banche come Sberbank e VTB. Oltre ad Anonymous, altri collettivi hacker stanno perpetrando attacchi contro i sistemi informatici russi.

“Analizzando i dati relativi a questo attacco, si nota come la rete interessata sia di proprietà della società Kaspersky Labs, produttrice del noto antivirus, che – trasparentemente – lavora per il ministero della Difesa russo”, ha riportato Stefano Quintarelli, imprenditore informatico, analista anche di questioni cyber ed ex deputato di Scelta Civica, sul Post.

Come sottolinea Zdnet, l’industria IT globale ha accettato le aziende russe come partner a pieno titolo. E in cima alla lista c’è proprio Kaspersky. Statista classifica Kaspersky come il quarto fornitore di anti-malware per computer Windows (in termini di quota di mercato). Sempre Quintarelli ricorda che proprio “Kaspersky Labs ha ottenuto un mese fa dal ministero dello Sviluppo Economico italiano una certificazione di sicurezza che ne consente l’utilizzo anche ai massimi livelli della pubblica amministrazione”.

Da Palazzo Chigi al Ministero della Difesa, dal Ministero della Giustizia al Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, l’antivirus Kaspersky è attualmente installato su tutti i principali sistemi informatici delle istituzioni italiane.

C’è un rischio di controffensiva agli attacchi cibernetici?

Tutti i dettagli.

L’OFFENSIVA DI ANONYMOUS

Questa mattina Anonymous ha rivendicato con un tweet un attacco hacker contro le ferrovie bielorusse affermando che “tutti i servizi sono fuori uso” e resteranno “disattivati finché le forze russe non lasceranno il territorio della Bielorussia”  L’organizzazione ha bloccato anche i siti web delle banche del Paese.

All’avanzata dei carri armati in Ucraina, il movimento di hacker risponde con l’attacco digitale provando a far tacere i mezzi di propaganda russi. Allo stesso tempo, il collettivo di hacker ha dichiarato di agire garantendo la miglior connessione online del popolo ucraino.

GIUSTOZZI: “SI POTREBBE NASCONDERE UNO STATO” DIETRO AD ANONYMOUS

Ma dietro a questo gruppo di hacker si potrebbe nascondere uno stato? “Sì, è già successo in passato”, ha spiegato a Barbara Carfagna del Tg1 Corrado Giustozzi, uno dei massimi esperti di cybersecurity in Italia. “Hanno indossato la maschera di Anonymous per confondere sull’origine della fonte dell’attacco. Commettere azioni senza attribuirsene la paternità”.

LA CONTROPARTITA DI KASPERSKY

Se dunque non è noto l’identità degli aggressori cibernetici o la fonte degli attacchi hacker ai danni dei sistemi informatici russi, quel che è certa è che “l’indirizzo che risponde per il ministero della Difesa russo [coinvolto nell’attacco hacker] appartiene a Kaspersky Labs”, riporta Quintarelli.  Ovvero “lo sponsor della Ferrari e produttore dei noti antivirus fondato da Eugene Kaspersky, ex funzionario del KGB”.

Kaspersky Lab ha sede nel Regno Unito ed uno dei principali player nel mercato antivirus/antimalware. Come riporta Zdnet, “la società ha notevoli capacità di ricerca e sviluppo in Russia, anche se il suo principale centro di ricerca e sviluppo è stato trasferito in Israele nel 2017”.

RINNEGA LEGAMI CON IL GOVERNO RUSSO

Inoltre, sempre Zdnet ricorda che si ritiene che “il fondatore dell’azienda, Eugene Kaspersky, abbia forti legami personali con l’amministrazione Putin”. Kaspersky ha ripetutamente negato le accuse di legami con il governo russo”.

Ma c’è un motivo per cui la connessione è sotto esame, riflette la testata tecnologica americana. “Se la Russia vuole attaccare l’Occidente, ha un canale già pronto per farlo: il software anti-malware progettato per difendersi proprio da questo rischio” avverte Zdnet.

L’ANTIVIRUS RUSSO SUI SISTEMI INFORMATICI ISTITUZIONALI ITALIANI

Come ha segnalato Marco Camisani Calzolari, giornalista di Striscia la Notizia, su Twitter, “tutti i principali sistemi informatici delle istituzioni italiane: Palazzo Chigi, Ministero della Difesa, Carabinieri, Ministero della Giustizia e Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza” utilizzano e acquisiscono software antivirus Kaspersky.

“Nel 2018 dalle nostre parti venne fuori la storia dei ministeri e degli enti pubblici che avevano comprato dall’azienda russa Kaspersky i programmi per la protezione dei propri sistemi informativi. La società creata, posseduta e diretta da un grande professionista laureatosi a Mosca nel 1987 presso la Facoltà di Matematica della Scuola Superiore del KGB vantava come clienti i dicasteri di Attività Culturali e Turismo, Difesa, Giustizia, Infrastrutture, Economia, Interno, Istruzione, Sviluppo Economico, l’Agcom (l’Autorità garante della concorrenza e del mercato), l’Enav, il CNR e la Direzione centrale dei Servizi Elettorali…” segnalava anche Umberto Rapetto su Infosec.news qualche giorno fa.

LA CERTIFICAZIONE OTTENUTA DA KASPERSKY LO SCORSO 26 GENNAIO DAL MISE

Infine, proprio Kaspersky Labs ha ottenuto un mese fa dal Mise una certificazione di sicurezza che ne consente l’utilizzo anche ai massimi livelli della pubblica amministrazione.

Quintarelli riporta che “il 26 gennaio 2022 il software Kaspersky Endpoint Security for Windows ha ottenuto una certificazione tecnica da parte del ministero dello Sviluppo economico, Direzione generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica, Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione”.

Quindi, “su tutte le agenzie di sicurezza italiane, c’è un pezzo di software prodotto in Russia che ogni giorno si collega a Mosca per effettuare controlli sugli aggiornamenti” evidenziava già qualche anno fa Fabio Pietrosanti, presidente del Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali.

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L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale cerca esperti con esperienza minima. Gulp!

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