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Amazon non decolla più coi droni in Italia

Pochi giorni dopo l'accordo col Fisco che vedrà l'e-commerce statunitense pagare all'erario italiano 511 milioni di euro per chiudere il contenzioso tributario su presunte condotte illecite legate al versamento dell'Iva, Amazon ha deciso di lasciare a terra i suoi droni bloccando i test in Abruzzo. L'U-Space di San Salvo sarà comunque inaugurato il prossimo primo gennaio ma perde il suo partner più noto

Si tinge di giallo la decisione di Amazon di congelare il progetto di consegna di pacchi con i droni che avrebbe dovuto avere il proprio epicentro sperimentale a San Salvo, in Abruzzo. Una “notizia inattesa” – fa sapere l’Enac, autorità nel settore dell’aviazione civile in Italia – arrivata a quanto pare “come conseguenza delle recenti vicende finanziarie che hanno coinvolto il gruppo”.

RITORSIONE A SEGUITO DELLA QUERELLE COL FISCO?

L’ente sembra riferirsi alla decisione dello store statunitense, comunicata qualche giorno fa, di accordarsi con l’Agenzia delle Entrate per chiudere le contestazioni del Fisco su presunte condotte illecite realizzate tra il 2019 e il 2020 mettendo sul piatto poco più di mezzo miliardo di euro rispetto all’accusa di frode fiscale da 1,2 miliardi.

Un patto con il nostro Paese che a quanto pare potrebbe aver scontentato parecchio l’e-commerce di Seattle nonostante pure i rigoristi avessero eccepito che la somma validata dall’Italia fosse di gran lunga inferiore rispetto a quella richiesta che, tra sanzione e interessi, sfiorava infatti i 3 miliardi di euro.

I DRONI DI AMAZON RESTANO A TERRA

Quel che è certo è che la nota di Amazon circa la decisione di lasciare le proprie flotte di droni a terra proprio in Italia a pochi giorni dall’avvio del programma non menziona affatto la querelle fiscale: “A seguito di una revisione strategica, abbiamo deciso di interrompere i nostri piani di consegna commerciale con droni in Italia”, la stringata comunicazione battuta dalle agenzie di stampa.

“L’ITALIA NON OFFRE LE CONDIZIONI NECESSARIE”

“Nonostante il coinvolgimento positivo e i progressi compiuti con le autorità aerospaziali italiane, il più ampio contesto in cui operiamo in Italia non offre, al momento, le condizioni necessarie per i nostri obiettivi di lungo periodo per questo servizio”, ha affermato la società.

SI PROCEDE IN USA E UK

Che poi ha aggiunto: “I nostri progetti di consegna con droni negli Stati Uniti e nel Regno Unito proseguono positivamente, con voli di test e consegne commerciali che si sono dimostrati efficaci e ben accolti dai clienti”.

IL PROGETTO

Il progetto Amazon Prime Air era stato presentato diversi anni fa a Seattle per essere replicato in diverse zone del mondo e pone parecchie incognite dati i caratteri altamente innovativi: in Italia Amazon avrebbe dovuto far sollevare droni MK 30 capaci di portare pacchi per 2,5 kg con un raggio d’azione di 12 km dal punto di partenza. Nelle intenzioni dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos la volontà di focalizzare tale servizio sulla consegna di farmaci.

L’U-SPACE ITALIANO PERDE IL PARTNER PIU’ NOTO

Nonostante l’improvvisa retromarcia del portale Internet, dal 1° gennaio 2026 sarà comunque operativo lo “U-Space San Salvo” in Abruzzo, frutto della collaborazione tra Enac, D-Flight, Enav e almeno 35 realtà territoriali ma di fatto nato su impulso di Amazon che da tempo chiedeva alle autorità italiane l’autorizzazione di procedere con le consegne via droni. Si tratta di una porzione di spazio aereo inedita in Europa in cui si realizza l’integrazione tra voli con equipaggio e quelli controllati da remoto, consentendo attività sperimentali e operazioni in emergenza. Non decolleranno invece i velivoli del partner più noto.

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