Boom in AI solleva timori di un doloroso scoppio imminente
Crescita economica in gran parte trainata dalle scommesse di Big Tech sulla promessa della tecnologia
(The Washington Post, Gerrit De Vynck, 1 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- La spesa aziendale in intelligenza artificiale ha eguagliato quella dei consumatori come motore principale della crescita economica USA nel primo semestre 2025, contribuendo per 1,6% all’espansione del PIL, ma rappresenta solo il 6% dell’economia complessiva, suscitando paure di una bolla speculativa.
- Le grandi tech come Google, Meta, Microsoft e Amazon investiranno quasi 400 miliardi di dollari quest’anno in data center per l’AI, influenzando mercati energetici e costruzioni, ma con pochi progetti redditizi, rischiando danni economici diffusi se le aspettative non si realizzano.
- Preoccupazioni per una bolla simile a quelle delle ferrovie ottocentesche o della fibra ottica negli anni ‘90 crescono, con insider che notano rilasci AI deludenti; un calo degli investimenti potrebbe far perdere il 30% della crescita attesa dell’S&P 500 nel 2026.
Altri legittimi dubbi sulla probabile bolla in formazione connessa allo sviluppo dell’AI. Effettivamente si colgono segnali di esagerazione.
Cinque citazioni chiave
- Gregory Daco, chief economist di EY-Parthenon, descrive l’impatto esplosivo degli investimenti in AI sull’economia: “Stiamo assistendo a un enorme boom di investimenti in AI che sta facendo esplodere una serie di statistiche, con la spesa che rivaleggia con quella dei consumatori come principale motore dell’espansione economica nazionale.”
- Callie Cox, market strategist di Ritholtz Wealth Management, sottolinea l’insolita dominanza dell’AI rispetto alla spesa consumer storica: “È insolito se guardi la storia di questi due voci di spesa. Quello che guida l’economia trimestre dopo trimestre è quasi sempre la spesa dei consumatori, mentre gli investimenti in computer e software, proxy per l’AI, rappresentano solo il 6% dell’economia contro il 70% dei consumi.”
- Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ammette la possibilità di una bolla paragonandola a boom infrastrutturali passati: “C’è decisamente una possibilità… basata sui grandi progetti infrastrutturali passati e su come hanno portato a bolle, che qualcosa di simile possa accadere qui, come le ferrovie americane negli anni 1800 o le reti di fibra internet negli anni ‘90, che si sono rivelate preziose solo dopo lo scoppio iniziale delle bolle.”
- Andrew Odlyzko, storico economico e professore emerito dell’Università del Minnesota, esprime scetticismo crescente sull’AI: “Sto diventando sempre più scettico e sempre più preoccupato per ciò che sta accadendo con l’intelligenza artificiale, che è una mania; alcuni insider notano che gli ultimi rilasci AI sono inferiori alle aspettative, suggerendo che la tecnologia potrebbe non evolvere abbastanza per ripagare gli enormi investimenti.”
- Jason Thomas, head of global research di Carlyle, avverte sui rischi finanziari per le big tech se gli investimenti in AI persistono: “Anche se gli investimenti in AI funzionassero per aziende come Google, ci sarà un inevitabile rallentamento nella costruzione di data center, che taglierà i ricavi per fornitori di chip ed elettricità; in uno scenario estremo di ritorno ai livelli del 2022, l’intero S&P 500 perderebbe il 30% della crescita dei ricavi attesa per il prossimo anno.”
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)