Una macchina abusivamente parcheggiata sullo stallo riservato ai disabili, un cinema che non ha il montascale funzionante, oppure un bar senza bagno accessibile ormai (forse, ndr): tutti sanno che è roba da “fuorilegge”. Ma perché avere la possibilità di navigare il web in piena accessibilità, ossia quando indistintamente dalle proprie necessità si può vivere la stessa esperienza di navigatore Internet, è un argomento che solo oggi sta salendo all’ordine del giorno dell’opinione pubblica? Ci siamo mai chiesti come fa una persona non vedente ad accedere in piena fruizione di una pagina web?
L’Unione europea ha da tempo stabilito delle leggi che garantiscano piena accessibilità: nel 2019 viene promulgato lo European Accessibility Act – normativa recepita e attuata in Italia dalla Legge Stanca -, e lo standard internazionale per l’accessibilità web oggi si chiama WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines); viene così imposto, entro il 2020 alle Pubbliche Amministrazioni, entro giugno 2022 alle grandi Corporate con fatturato medio negli ultimi 3 anni maggiore di 500 milioni di euro, ed entro il 2025 a chiunque operi attraverso un sito web, di renderlo pienamente accessibile e conforme alle WCAG 2.1. Ma il 20% della popolazione mondiale ha bisogno di regolazioni di accessibilità personalizzate per poter navigare online, parliamo di oltre 1 miliardo e mezzo di persone, e la percentuale di utenti che hanno queste necessità è in continua crescita, soprattutto in Europa e soprattutto a causa dell’invecchiamento crescente della popolazione.
La pandemia ci ha fatto scoprire quanto sia utile e necessario il web, ed per questo che oggi all’ordine del giorno c’è anche l’accessibilità di questo meraviglioso strumento che, però, per qualcuno, può restare al buio. Infatti, chiudendo il cerchio, come fa appunto la persona non vedente – solo per fare un esempio – a fruire di un sito Internet? Ormai i software cosiddetti screen reader sono moltissimi, e funzionano molto bene: il software in pratica legge lo schermo e una voce ‘’parlando’’ rende accessibile la navigazione alla persona non vedente; ma se un sito web non è pensato è strutturato per essere accessibile anche il miglior sintetizzatore vocale in commercio non funziona.
Navigando su Internet si trovano addirittura strumenti di analisi automatica, affidabili e anche gratuiti, che ci dicono se un sito web è accessibile oppure no; e l’intelligenza artificiale, come abbiamo trovato sempre su Internet grazie a questa startup innovativa, sta veramente facendo passi da gigante nl materia di accessibilità web. Non ci resta allora che aspettare e sperare che qualcuno si accorga che anche il sito web di Fedez e Laura Pausini devono essere pienamente accessibili, perché tutti i fan sono uguali…