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A chi tocca la Luna?

In India è partita la febbre all'acquisto di terreni sulla Luna, ma il satellite non è né una “res nullius”, né una “res pubblica”. E tanto meno dei terrestri. La Luna è della Luna! E magari dei lunatici, se ci sono. Per questo motivo dovremmo tutti voler giocare una partita quanto più comune possibile per trarne i benefici necessari provenienti dalla ricerca applicata e dalle opportunità naturali ed energetiche che possano derivarne. L'articolo di Enrico Ferrone

 

Se non fosse stata Ansa ad aver lanciato la notizia, l’avremmo creduta una bufala. Ma poiché è la più importante agenzia di stampa italiana, ci dobbiamo stare. “A pochi giorni dal riuscito allunaggio della missione Chandrayan-3, è partita in India la febbre all’acquisto di terreni sulla Luna”. E sembra che gli indiani facciano sul serio perché tra i primi ad annunciare di avere acquistato una nuova proprietà di 400 ettari c’è un immobiliarista che ha dichiarato di voler lasciare il latifondo al figlio.

Ora, la prima domanda che ci poniamo non è tanto dove si firmerà il contratto e con chi. E nemmeno con che valuta saranno pagati i suoli. Questo è secondario.

Fortunatamente un paio di giorni fa il Pentagono ha creato un sito sugli ufo in cui sono indicate informazioni di oggetti non identificati che circolano liberamente lungo l’intera nostra linea atmosferica e forse di qualche extraterrestre immortalato mentre sta ispezionando dall’alto la Terra in attesa di accaparrarsi il Vesuvio o il lago di Aral, alla frontiera tra l’Uzbekistan ed il Kazakistan. Quello che ci preoccupa è l’avventatezza di affaristi dell’Uttar Pradesh che possano comperare terre – pardon, lune – senza averle mai visionate. Magari poi si scopre che siano acquitrini fangosi e pieni di ghiaccio o di liquidi puzzolenti!

È per questo che si va sulla Luna, allora?

Per quanto ci riguarda, noi condividiamo la soddisfazione del presidente dell’Asi Teodoro Valente in un’intervista da poco rilasciata a Formiche: alta validità scientifica e tecnologica della comunità spaziale indiana, impegno economico del sistema Paese sul tema dello spazio. E riteniamo che i due elementi sono un mix molto efficace per poter raggiungere ai risultati che hanno visto l’India battere alla grande un primato che avrebbe voluto tanto un regime appartenuto a Nicola, a Caterina, a Stalin e ora a Vladimir Putin.

L’enorme regione sud asiatica, come ha affermato in presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha investito nello spazio – per l’anno 2022-2023 – più di un miliardo e mezzo di dollari. Una cifra importante certo ma contenuta, data la materia trattata e nemmeno troppo distante dai budget che impieghiamo in Italia.

Però, vera o falsa che sia questa notizia e come si dovesse in caso concretizzare, quello che temiamo è un imbarbarimento della ricerca e un’avida attenzione a quella che non è né una “res nullius”, né una “res pubblica”. E tanto meno dei terrestri. La Luna è della Luna! E magari dei lunatici, se ci sono.

Dovremmo essere tutti convinti di questo e giocare una partita quanto più comune possibile per trarne i benefici necessari provenienti dalla ricerca applicata e dalle opportunità naturali ed energetiche che possano derivarne.

Vorremmo che fossero questi i messaggi del governo – quello italiano in primis perché siamo italiani! – ma anche di ogni comunità scientifica nazionale e mondiale.

C’è poi tempo per osannare i successi. Quelli arrivano se si sanno investire i soldi e se si pongono persone capaci alla guida delle istituzioni e delle imprese che concorrono a questo grande progetto extraterrestre.

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