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5G, come capire se la tua azienda può sfruttare il nuovo standard di telecomunicazione mobile

Quali sono i presupposti che abilitano l’opportunità di implementare il 5G nei propri processi operativi? L'approfondimento di Raffaele Capasso

Ultimamente, stiamo affrontando diversi dibattiti sul 5G e sui possibili impatti che avrà sulla società e sull’economia in generale. Abbiamo anche assodato come questa nuova tecnologia sia foriera di innovazione e opportunità di business, unendo i grandi vantaggi che può fornire in termini di performance ai diversi Use Cases che abilita.

Mentre per gli use case se ne parlerà in alcuni articoli a venire, ci preme oggi porre l’accento sugli indicatori che il management di un’azienda dovrebbe tenere d’occhio per capire, e quindi poter valutare, se effettivamente il 5G possa essere utile alla crescita del proprio business.

A prescindere dunque da eventuali discorsi circa le possibilità che il 5G concede in termini di diversificazione del portafoglio prodotti di un’azienda, quali sono i presupposti che abilitano l’opportunità di implementare il 5G nei propri processi operativi?

Per affrontare questo discorso, bisogna partire da quelli che sono i driver tecnologici e cioè le fonti del vantaggio competitivo che il 5G possiede e che non possiedono altre tecnologie: larghezza di banda sempre maggiore e possibilità di avere “dedicata” una propria porzione della rete garantiscono sia connessioni che transazioni sicure.

Una cosa dev’essere però chiara: il 5G non sarà il catalizzatore di tutte le innovazioni del prossimo futuro né tantomeno sarà presente in tutte le industry in egual maniera. Non si può pensare che l’impatto di questa tecnologia sia così pregnante come lo è stato l’avvento di internet all’inizio del millennio: il 5G è e sarà uno strumento capace di abilitare diversi scenari che in precedenza erano solo potenziali o addirittura futuristici.

Restando con i piedi per terra, per poter vedere applicato il nuovo standard di telecomunicazione mobile, bisogna osservare due importanti parametri che fanno da spartiacque tra futuro prossimo e futuro “remoto”:

  1. Il grado di maturità delle soluzioni di mercato che vengono abilitate dal 5G
  2. Il bisogno di latenza minima che le soluzioni di cui sopra richiedono

Per quanto riguarda il primo punto, è utile sottolineare che anche Ericsson, in un suo report riguardante gli impatti del 5G sulle industrie, afferma che gli sviluppi che negli anni a venire troveremo nei mercati sono decisamente trasversali e abbracciano tanto il settore primario quanto il settore terziario: i business che sembrano già possedere questa caratteristica di “readiness” sono principalmente manifattura, servizi finanziari, retail, agricoltura, trasporti pubblici e media entertainment. Settori che, se visti dall’interno, già presentano una serie di prodotti che, all’interno della propria catena del valore, già sono impattati da servizi di connettività (che sia Wi-Fi o LTE).

Allo stesso modo, bisogna essere consapevoli che non tutti gli scenari abilitati dal 5G sono attualmente possibili e solo una parte di questi può vedere la luce nei prossimi due o tre anni: questo è il vincolo dovuto fondamentalmente a due aspetti, ovvero il requisito di bassa latenza ed il requisito di larghezza di banda. Quanto più bassa è la latenza richiesta dalle applicazioni di mercato e/o quanto più grande è il bisogno di larghezza della banda (e quindi di velocità di connessione) tanto più queste ultime sono lontane dal poter essere immediatamente realizzabili.

Per dare un ordine di grandezza, un report scritto a due mani da X Labs Wirless ed ABI Research afferma che, per lo stato dell’arte delle cose, i cluster di applicazioni che realisticamente potrebbero entrare nei mercati nei prossimi anni riguardano realtà aumentata, advertising (e shopping immersivo), gestione del traffico intelligente, auto a guida autonoma, Pos, mPos, droni e camere di sorveglianza, operazioni industriali interne tanto di logistica quanto di sensoristica IoT diffusa. Mentre, per realtà virtuale on demand su cloud, ologrammi e operazioni chirurgiche in remoto bisognerà aspettare ancora un po’ e almeno finché non si potrà assicurare latenza del segnale prossima allo zero e/o banda larga tra i 6 ed i 10 Gbps.

Molte opportunità sono già presenti e un management che si rispetti deve almeno valutarne la fattibilità di integrazione all’interno della propria catena del valore, in un mondo in cui spesso il vantaggio competitivo si radica sull’early adopter di una tecnologia innovativa o comunque in mercati in cui il vantaggio da first mover spesso porta ad aumentare la quota detenuta.

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