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Per la prima volta una società fintech ha comprato una banca

L'articolo di Francesco Bertolino, giornalista di MF/Milano Finanza

Mercoledì i sismografi finanziari hanno registrato una piccola scossa, forse preludio a un terremoto. Per la prima volta una società fintech ha comprato una banca. Mentre i colossi del credito moltiplicano gli investimenti in start-up finanziarie per non perdere il treno dell’innovazione, la fintech tedesca Raisin ha acquisito Mhb Bank, piccolo istituto con sede a Francoforte. L’operazione è di modesta entità ma è un’ulteriore, significativa dimostrazione della rivoluzione in atto nel mondo finanziario.

Raisin è una sorta di aggregatore di conti di deposito: gli utenti iscritti alla piattaforma possono confrontare le offerte di 66 banche partner (fra cui quattro italiane: Banca Farmafactoring, Banca Progetto, Banca Sistema e Vivibanca). Una volta scelto un prodotto, Raisin provvede automaticamente a trasferire i fondi al conto deposito selezionato e per il periodo di tempo stabilito dal contratto. Dal 2018 i clienti tedeschi hanno anche la possibilità di investire in Etf tramite la piattaforma. Fondata a Berlino nel 2012 la fintech tedesca conta oggi più di 165 mila clienti in 31 Paesi europei e ha intermediato depositi per oltre 11 miliardi di euro.

Per gli utenti il servizio è gratuito. Sono le banche partner a pagare una commissione a Raisin per mantenere un posto nella sua vetrina paneuropea, con un sistema che sovverte il tradizionale rapporto banca-cliente. Non è più il cliente a pagare la banca per avere un servizio, ma è la banca a pagare per avere l’opportunità di raggiungere il cliente. Una logica che sembra piacere anche agli investitori. In cinque round di finanziamento Raisin ha raccolto circa 170 milioni da diversi investitori tra cui anche l’antesignana delle fintech, Paypal. Nell’ultimo round, concluso a fine febbraio, sono arrivati 100 milioni di capitale fresco, utilizzati in parte (in quale non è stato rivelato) per l’acquisto di Mhb Bank.

L’istituto di Francoforte, fondato nel 1973, era dal 2005 di proprietà del fondo di private equity americano Lone Star e già da qualche tempo metteva a disposizione di Raisin i suoi servizi bancari identificazione dei clienti, gestione dei conti e delle transazioni). Ora, però, la fintech ha deciso di mettersi in proprio e di acquisire, tramite Mhb, la licenza bancaria tedesca. Per questo motivo l’operazione dovrà essere autorizzata dalla Consob tedesca (Bafin) e dalla Banca Centrale Europea. «Assieme a Mhb», ha sottolineato il fondatore e amministratore delegato Tamaz Georgadze, «possiamo continuare a sviluppare e a integrare senza soluzione di continuità i servizi offerti ai clienti, alle banche e ai distributori partner». L’obiettivo è rendere il concetto di «deposito come servizio uno standard di mercato per le banche in Europa».

La chiave del successo delle fintech risiede nella capacità di concentrare le risorse su un unico servizio, offerto su scala europea (se non globale) ricorrendo a società terze per i servizi accessori in una logica di revenue sharing. Grazie all’agile struttura dei costi e alla vocazione transnazionale queste piattaforme stanno esercitando una forte pressione competitiva sulle istituzioni finanziarie tradizionali, spingendo le banche ad imitarne o acquisirne i servizi. Mai prima d’ora però era accaduto il contrario: cioè che una fintech acquisisse una banca.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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