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La cinese Lufax si sfila dal business del prestito P2P. Aria di crisi a Pechino per il settore?

La Lufax medita di abbandonare il settore perché potrebbe essere un ostacolo alla quotazione in Borsa.

La Fintech cinese Lufax holding sta seriamente valutando l’ipotesi di abbandonare il settore dei prestiti peer-to-peer (P2P) in vista della quotazione in Borsa, anche se al momento non è stato stilato alcun pianto definitivo in tal senso. Ad anticipare la notizia è stato il portale Caixin.

IRRIGIDIMENTO DEI CONTROLLI PER IL PRESTITO P2P

Il prestito P2P, che un tempo era un vantaggio per privati e imprese che avevano urgente bisogno di denaro, negli ultimi anni è stato sottoposto a un irrigidimento dei controlli governativi, nel solco di un’ondata di casi di frode, in parte dovuti alla scarsa vigilanza del settore.

LUFAX MEDITA L’ABBANDONO DEL SETTORE PER QUOTARSI IN BORSA

La Lufax, controllato dalla Shenzhen e dalla Ping An Insurance (Group) Co. di China Ltd con sede a Shanghai, medita da tempo di abbandonare il settore del prestito P2P, ha segnalato la scorsa settimana Reuters. In un comunicato stampa diffuso lo stesso giorno, l’azienda non ha però né confermato né negato la notizia. Secondo Caixin, la Lufax medita di abbandonare il settore perché potrebbe essere un ostacolo alla quotazione in Borsa, ha evidenziato una fonte al portale.

QUOTAZIONE LUFAX A 39,4 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2018

Lufax ha da poco completato il round di finanziamenti che l’ha portata a una quotazione di 39,4 miliardi di dollari nel 2018, raddoppiando il valore rispetto al 2016 quando si era arrivati a quota 18,5 miliardi di dollari. “Lufax è ora sotto pressione per completare un’offerta pubblica iniziale”, ha detto a Caixin Che Ning, un esperto di finanza delle rete. “Le prospettive incerte dell’industria del prestito P2P hanno indebolito la sua perseveranza nel gestire un business P2P”, ha detto Che.

LE MOSSE DELL’AZIENDA CINESE

La Schang-Hai Lufax Internet Finance Information Services Co. srl, la sussidiaria che si occupa dei prestiti P2P, sta tentando di far calare il numero dei prestiti e a ridurre il numero dei prestatori e dei mutuatari in conformità con i requisiti regolatori a livello industriale”, ha sottolineato la Lufax nella nota, aggiungendo che il lending business online sta comunque funzionando normalmente. “Nessuna singola società (del P2P lending) sta riassicurando”, ha commentato una fonte a Caixin.

IL RAPPORTO DELLE CONTROLLATE

Alla fine di giugno, Shangai Lufax ha gestito 98,4 miliardi di yuan (14,3 miliardi di dollari) in prestiti, mentre Qianhai JinniuDai – un’altra controllata della Lfax – 68,1 miliardi di yuan, rendendole due delle più grandi piattaforme di prestito P2P in Cina. Non è chiaro come la Lufax si occuperà del rapporto tra le due controllate visto che deve ancora prendere una decisione finale su come trasformarsi, hanno detto diversi addetti ai lavori del settore del prestito P2P.

I REGOLATORI CINESI ORIENTATI A CONCEDERE LICENZE CONSUMER FINANCE O MICROLENDING

In Cina, le attività di prestito P2P sono soggette solo alla registrazione, il che significa che in genere devono affrontare una regolamentazione meno rigida rispetto a quella degli istituti finanziari autorizzati. All’inizio di questo mese, i regolatori che sorvegliano il settore hanno detto che potrebbero permettere a un piccolo numero di società di lending P2P con capitale sufficiente e capacità professionali di fare domanda per ottenere le licenze per consumer finance o per realizare microlending companies. Tuttavia, è abbastanza difficile ottenere una licenza di finanziamento al consumo a causa delle alte soglie, e non c’è ancora una chiara regolamentazione nazionale per le società di microprestiti online, ha detto un dirigente di un’azienda di prestito P2P a Caixin. Tanto è vero che attualmente, nessuna impresa di prestito P2P ha ottenuto l’approvazione per trasformarsi in una società di credito al consumo o di microprestiti online.

DAL 2010, L’AUTORITÀ DI REGOLAMENTAZIONE BANCARIA CINESE HA RILASCIATO MENO DI 30 LICENZE NELLA FINANZA AL CONSUMO

Dal 2010, l’autorità di regolamentazione bancaria cinese ha rilasciato meno di 30 licenze per la creazione di imprese di finanza al consumo. L’Authority richiede a ogni società di questo tipo di mettere su un minimo di 300 milioni di yuan di capitale sociale, che è un valore superiore a quello della maggior parte delle società di microprestiti. Oltre al prestito P2P, Lufax gestisce anche altre operazioni di gestione patrimoniale online. Alla fine dello scorso anno, secondo la relazione annuale di Ping An, aveva 375 miliardi di yuan di prestiti in gestione.

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